Zeman a sorpresa: «Mi ero dimesso il primo settembre scorso»
Durante la conferenza stampa di presentazione della partita Pescara-Novara, alla domanda del nostro Di Marzio l'allenatore boemo svela un risvolto tenuto nascosto per tre mesi
«Il primo settembre scorso mi ero dimesso da allenatore del Pescara perché c'erano troppi giocatori in rosa, 42, ora 34, ma sono sempre troppi e si lavora con difficoltà. Non erano arrivati i calciatori che avevo richiesto. Poi sono stato convinto a restare dalla società». La clamorosa notizia è stata rivelata dallo stesso tecnico biancazzurro Zdenek Zeman questa mattina nel corso della consueta conferenza stampa per la presentazione della gara di domani all'Adriatico (ore 17.30) con il Novara. Alla domanda del nostro giornalista Luigi Di Marzio se era vero che dopo la partita contro il Cesena avesse meditato l'intenzione di dimettersi, l'allenatore biancazzurro ha ammesso, dichiarandolo più volte davanti alla platea di giornalisti rimasta sbigottita, che aveva già consegnato al presidente Sebastiani le sue dimissioni ben tre mesi prima. «Poi sono stato convinto a continuare», a continuato Zeman «e a fare il meglio possibile. A marzo si deciderà come andare avanti e con chi».
Il boemo ha poi parlato dei rapporti con il patron Sebastiani: «Con il presidente mi trovo bene a tavola. Calcisticamente abbiamo delle idee diverse. Il rapporto con lo spogliatoio? I giocatori cercano un allenatore amico. Io sono venuto qui a Pescara per lavorare». Quindi la nota dolente della partita casalinga in programma domani contro il Novara. «Gli infortuni sono in gran parte quelli cronici, c'è Proietti a disposizione, ma non giocherà dal primo minuto». E sulla squadra allenata da Corini poche parole: «E' la tipica squadra da serie B. Giocano corti con molta densità in centrocampo, e giocano di contropiede. Noi giochiamo di gioco nostro». L'allenatore ha poi ammesso che nelle ultime due partite il Pescara ha avuto «17 occasioni da gol, purtroppo non sono serviti perchè manca la concentrazione e facciamo sciocchezze».