Zeman: «La mia squadra può battere chiunque»
Il tecnico: ma i ragazzi devono convincersi di essere all’altezza delle migliori. Squadre in campo alle 20,30
PESCARA. Quattro punti nelle ultime due gare, ma per riportare il sereno in casa Pescara serve un altro scatto. Stasera (ore 20,30) la sfida contro il Venezia per chiudere con un sorriso un 2017 da dimenticare. Zdenek Zeman ha salvato la panchina battendo il Novara e pareggiando ad Ascoli, anche se la prova in terra marchigiana è stata deludente. Il boemo non è ancora riuscito a trasferire la sua mentalità alla squadra, però il campionato resta apertissimo e la zona play off è a pochi passi. Di sicuro il Delfino avrebbe potuto transitare al giro di boa in una migliore posizione di classifica.C’è tempo per rimediare e tentare l’assalto agli spareggi.
Il match con i veneti di Pippo Inzaghi chiude il girone di andata e, in caso di successo, il Delfino toccherà quota 28 punti. «Sul campo non abbiamo fatto male come dicono i numeri», afferma Zeman, «finora abbiamo buttato dieci punti perché volevamo gestire il vantaggio», spiega l’allenatore biancazzurro, «ma le partite vanno giocate dall'inizio alla fine. La mia squadra è competitiva e per fare il salto di qualità sarà necessario cambiare la mentalità. Noi non siamo capaci di gestire un risultato e se i ragazzi non si convincono che possono battere qualsiasi avversario tutto diventa più difficile. Ad esempio a Cesena abbiamo disputato la migliore gara della stagione e alla fine siamo stati sconfitti perché volevamo conservare il vantaggio. E se in precedenza non avessimo buttato via tante gare ora tutti parlerebbero di altro». La tregua con il presidente Daniele Sebastiani continua, ma per ritrovare l’armonia del passato occorrono un po’ di tempo e qualche risultato positivo. Sull’argomento il boemo, tradendo la sua indole offensiva, si barrica in difesa rispondendo a denti stretti. «Cosa dovrei dire? Se questa è la mia ultima o penultima panchina? Non c’è nulla da raccontare».
L’avversario. Zeman detta la strategia per creare problemi al Venezia. «È una squadra quadrata, bisogna muovere la sua difesa. Dobbiamo essere propositivi senza trascurare la fase difensiva. Abbiamo le qualità per farlo. Ho visto il Venezia col Foggia. Ha disputato un ottimo primo tempo, anche se poi si è fatto rimontare». Quando Inzaghi era alla guida del Milan, Zeman non lo reputava pronto per allenare una big del calcio italiano, poi l’ex attaccante dei rossoneri e della Juve è ripartito dal basso portando in serie B i lagunari. «La gavetta fa bene. Non è facile smettere di giocare e sedersi su una panchina di un club così ambizioso». Superpippo, da grande bomber a tecnico difensivista. «Non c’entra nulla il suo passato da attaccante. E poi non è tanto difensivo come si dice in giro, anche se pensa prima a proteggersi e poi a offendere».
Le scelte. Pochi dubbi per Zeman che ha convocato appena 19 calciatori compresi il claudicante Balzano e, per la prima volta, Cocco che torna arruolabile a distanza di sette mesi dall’operazione al legamento crociato e al menisco del ginocchio destro. La lista degli assenti è sterminata e comprende Zampano, Bovo, Ganz, Campagnaro, Selasi, Cappelluzzo, Latte Lath, Benali, Palazzi, Fornasier, oltre a Pigliacelli che alla riapertura del mercato diventerà ufficialmente un giocatore della Pro Vercelli. Ieri è stato definito il trasferimento in prestito con obbligo di riscatto alla prima presenza (in pratica a titolo definitivo). Inoltre, in extremis ha dato forfait anche Stendardo a causa dell’influenza, mentre Carraro è squalificato. Al suo posto gioca Proietti che torna in campo dopo circa tre mesi e mezzo dall’infortunio. Al suo fianco le mezzeali Brugman e Valzania, mentre in difesa rientra Perrotta accanto a Coda con Crescenzi e Mazzotta sulle fasce. In attacco il tridente formato da Mancuso, Pettinari e Capone con quest’ultimo in campo dal 1’ dopo più di un mese. «La prima volta Capone è stato escluso perché aveva giocato con la Nazionale», spiega Zeman, «poi ho preferito schierare Benali perché era più motivato e mi ha dimostrato grande voglia». La chiusura è sul possibile passaggio al Carpi di Valzania. «Da quello che so è l’Atalanta che sta facendo pressioni per riaverlo, poi non so se verrà girato al Carpi. Credo che i nerazzurri abbiano richiesto il giocatore per motivi finanziari». Da quello che filtra l’Atalanta potrebbe chiedere al Pescara di anticipare la fine del prestito e fare cassa cedendo Valzania al Carpi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il match con i veneti di Pippo Inzaghi chiude il girone di andata e, in caso di successo, il Delfino toccherà quota 28 punti. «Sul campo non abbiamo fatto male come dicono i numeri», afferma Zeman, «finora abbiamo buttato dieci punti perché volevamo gestire il vantaggio», spiega l’allenatore biancazzurro, «ma le partite vanno giocate dall'inizio alla fine. La mia squadra è competitiva e per fare il salto di qualità sarà necessario cambiare la mentalità. Noi non siamo capaci di gestire un risultato e se i ragazzi non si convincono che possono battere qualsiasi avversario tutto diventa più difficile. Ad esempio a Cesena abbiamo disputato la migliore gara della stagione e alla fine siamo stati sconfitti perché volevamo conservare il vantaggio. E se in precedenza non avessimo buttato via tante gare ora tutti parlerebbero di altro». La tregua con il presidente Daniele Sebastiani continua, ma per ritrovare l’armonia del passato occorrono un po’ di tempo e qualche risultato positivo. Sull’argomento il boemo, tradendo la sua indole offensiva, si barrica in difesa rispondendo a denti stretti. «Cosa dovrei dire? Se questa è la mia ultima o penultima panchina? Non c’è nulla da raccontare».
L’avversario. Zeman detta la strategia per creare problemi al Venezia. «È una squadra quadrata, bisogna muovere la sua difesa. Dobbiamo essere propositivi senza trascurare la fase difensiva. Abbiamo le qualità per farlo. Ho visto il Venezia col Foggia. Ha disputato un ottimo primo tempo, anche se poi si è fatto rimontare». Quando Inzaghi era alla guida del Milan, Zeman non lo reputava pronto per allenare una big del calcio italiano, poi l’ex attaccante dei rossoneri e della Juve è ripartito dal basso portando in serie B i lagunari. «La gavetta fa bene. Non è facile smettere di giocare e sedersi su una panchina di un club così ambizioso». Superpippo, da grande bomber a tecnico difensivista. «Non c’entra nulla il suo passato da attaccante. E poi non è tanto difensivo come si dice in giro, anche se pensa prima a proteggersi e poi a offendere».
Le scelte. Pochi dubbi per Zeman che ha convocato appena 19 calciatori compresi il claudicante Balzano e, per la prima volta, Cocco che torna arruolabile a distanza di sette mesi dall’operazione al legamento crociato e al menisco del ginocchio destro. La lista degli assenti è sterminata e comprende Zampano, Bovo, Ganz, Campagnaro, Selasi, Cappelluzzo, Latte Lath, Benali, Palazzi, Fornasier, oltre a Pigliacelli che alla riapertura del mercato diventerà ufficialmente un giocatore della Pro Vercelli. Ieri è stato definito il trasferimento in prestito con obbligo di riscatto alla prima presenza (in pratica a titolo definitivo). Inoltre, in extremis ha dato forfait anche Stendardo a causa dell’influenza, mentre Carraro è squalificato. Al suo posto gioca Proietti che torna in campo dopo circa tre mesi e mezzo dall’infortunio. Al suo fianco le mezzeali Brugman e Valzania, mentre in difesa rientra Perrotta accanto a Coda con Crescenzi e Mazzotta sulle fasce. In attacco il tridente formato da Mancuso, Pettinari e Capone con quest’ultimo in campo dal 1’ dopo più di un mese. «La prima volta Capone è stato escluso perché aveva giocato con la Nazionale», spiega Zeman, «poi ho preferito schierare Benali perché era più motivato e mi ha dimostrato grande voglia». La chiusura è sul possibile passaggio al Carpi di Valzania. «Da quello che so è l’Atalanta che sta facendo pressioni per riaverlo, poi non so se verrà girato al Carpi. Credo che i nerazzurri abbiano richiesto il giocatore per motivi finanziari». Da quello che filtra l’Atalanta potrebbe chiedere al Pescara di anticipare la fine del prestito e fare cassa cedendo Valzania al Carpi.
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