SERIE A
Zeman: «Nel calcio servono organizzazione e logica»
Il tecnico in vista della partita contro il Palermo: «I soldi non fanno i risultati, quest’anno c’è stata confusione»
PESCARA. Il posticipo di stasera tra Pescara e Palermo è in realtà un anticipo del prossimo campionato di serie B. E la gara tra le peggiori squadre del massimo campionato italiano offre un interessante spunto di riflessione in chiave futura. Più che altro si tratta di analizzare gli errori commessi e tracciare una linea di rottura rispetto al passato, soprattutto in relazione alle ultime due fallimentari esperienze del Pescara in serie A. Perché se è vero che nel grande palcoscenico i biancazzurri saranno probabilmente sempre una delle principali candidate alla retrocessione, è altrettanto legittimo pretendere che brutte figure come quella di quest’anno vengano evitate. Come? Zdenek Zeman indica la sua soluzione. Che non ha minimamente a che fare con la limitata disponibilità economica dei piccoli club rispetto alle grandi società. «Cosa deve insegnare questa stagione? Innanzitutto, che bisogna costruire una squadra con una logica», spiega il 70enne allenatore di Praga, «comprando calciatori animati dalla voglia di fare. Non che i miei non ce l’abbiano, però c’è stata un po’ di confusione, specialmente dopo il mercato di gennaio. In quel momento c’era la necessità di inserire i nuovi acquisti e capire il loro stato fisico, se stavano bene o meno. Per me è sempre dannoso cambiare a metà stagione».
Contrariamente a quanto afferma Zeman, i dirigenti delle cosiddette “piccole”, compresi quelli del Pescara, sostengono che con l’attuale distribuzione delle risorse è impossibile competere ad alti livelli. Tuttavia, il Crotone sta dimostrando che si può lottare più che dignitosamente anche con limitate capacità economiche. «Beh, il Crotone è in corsa perché ha collezionato tanti punti negli ultimi due mesi. Di sicuro c’è stata una grande reazione del gruppo che nel corso del mercato invernale è stato toccato in minima parte. Noi, invece, non siamo riusciti a dare una sterzata al campionato. Ribadisco quello che ho sempre detto: i soldi non fanno i risultati. Per raggiungere il successo servono organizzazione e voglia di lottare della squadra domenica dopo domenica».
Quando Zeman ha sostituito Oddo la situazione era già compromessa, eppure il 5-0 al Genoa nel match d’esordio aveva ridato qualche speranza ai tifosi. «In verità già a Natale il Pescara aveva poche possibilità. Poi non ha avuto la convinzione per provare a invertire la rotta». Conviene prendere appunti sul discorso dell’allenatore boemo, dal momento che l’obiettivo del Delfino è quello di tornare subito in A.
Intanto, stasera i biancazzurri disputano l’ultima gara casalinga del torneo che si chiuderà la prossima settimana con la sfida in trasferta a Firenze. «Sto combattendo dall’inizio per trovare una formazione che possa darmi rassicurazioni. Ho schierato 25 giocatori in 12 partite, sono davvero tanti, ma purtroppo, visti i risultati, non ho mai indovinato le scelte. Ci abbiamo provato, però ci sono mancate la convinzione e la conoscenza del gioco di squadra. Mi auguro che contro il Palermo si possa vedere qualcosa di buono. Credo che nessuno voglia andarsene con i fischi, ci sono giocatori che sono qui da qualche anno».
Il Palermo ha fatto meglio dei biancazzurri, però non è bastato per salvarsi. «Rispetto agli anni passati non ci sono più i trascinatori. Penso ai vari Cavani, Lavezzi e allo stesso Dybala. Comunque, resto molto legato alla città di Palermo e alla società nella quale ho lavorato nove anni». In passato il boemo ha sfiorato la panchina rosanero. «Ho sentito Zamparini tante volte, ma ci sono stati sempre problemi per chiudere l’accordo. Mi voleva come direttore tecnico? Magari quando avrò 80 anni ne riparleremo, per ora sto bene in panchina».
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