È caccia all’evaso: ora si cercano indizi nelle telecamere
Scatta l’inchiesta interna. Nel fascicolo aperto dalla Procura per il momento c’è solo l’albanese fuggito segando le sbarre
TERAMO. È caccia al detenuto evaso dal carcere di Castrogno con una fuga rocambolesca degna di un film. Ma dell’uomo non c’è nessuna traccia: il 39enne albanese Roland Dedja sa bene come muoversi visto che tredici anni fa è già fuggito da un altro carcere, in questo caso Pisa, calandosi con un lenzuolo. Questa volta lo ha fatto con una corda da rocciatori molto probabilmente aiutato da un drone con cui i complici gli hanno inviato tutto l’occorrente.
Le indagini, su delega del pm Davide Rosati, sono portate avanti dalla squadra mobile con i poliziotti che hanno già acquisito le immagini di svariati sistemi di videosorveglianza privati della zona a caccia di particolari sospetti. La Procura indaga per evasione e procurata evasione, con quest’ultima ipotesi che potrebbe già delineare una prima direzione delle indagini anche se per il momento c’è un solo indagato che è l’evaso. Oltre all’inchiesta della Procura, c’è anche un’indagine interna al carcere. Nel frattempo, ormai da 24 ore, sono stati allertati aeroporti, capitanerie di porto e posti di frontiera: il timore, infatti, è che l’evaso possa lasciare il Paese. L’uomo a giugno era arrivato nel carcere teramano proveniente da Bologna dove la Procura lo accusa di spaccio di droga e sequestro di persona nell’ambito di un’inchiesta che contesta anche l’associazione a delinquere. L’uomo è in attesa di giudizio. Era recluso al terzo piano dell’edificio in una cella in cui al momento era solo. Da una prima ricostruzione sembra che l’uomo abbia letteralmente tagliato le sbarre della finestra del bagno della cella utilizzando i cosiddetti “capelli d’angelo”, ovvero dei fili di ferro diamantati usati proprio per tagliare il ferro. Ha creato un varco piccolissimo, sembra della misura di 25 centimetri per 25, da cui è riuscito a passare calandosi poi per oltre 15 metri con la corda da rocciatore. Per ingannare i poliziotti l’uomo avrebbe simulato la presenza di una persona sulla sua branda utilizzando stracci a mo’ di sagoma e facendo sembrare che la persona fosse coperta sino alla testa. La fuga è avvenuta in prossimità di una delle torrette di controllo del penitenziario teramano che ormai da tempo, proprio per carenza di personale, non sono più presidiate.©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le indagini, su delega del pm Davide Rosati, sono portate avanti dalla squadra mobile con i poliziotti che hanno già acquisito le immagini di svariati sistemi di videosorveglianza privati della zona a caccia di particolari sospetti. La Procura indaga per evasione e procurata evasione, con quest’ultima ipotesi che potrebbe già delineare una prima direzione delle indagini anche se per il momento c’è un solo indagato che è l’evaso. Oltre all’inchiesta della Procura, c’è anche un’indagine interna al carcere. Nel frattempo, ormai da 24 ore, sono stati allertati aeroporti, capitanerie di porto e posti di frontiera: il timore, infatti, è che l’evaso possa lasciare il Paese. L’uomo a giugno era arrivato nel carcere teramano proveniente da Bologna dove la Procura lo accusa di spaccio di droga e sequestro di persona nell’ambito di un’inchiesta che contesta anche l’associazione a delinquere. L’uomo è in attesa di giudizio. Era recluso al terzo piano dell’edificio in una cella in cui al momento era solo. Da una prima ricostruzione sembra che l’uomo abbia letteralmente tagliato le sbarre della finestra del bagno della cella utilizzando i cosiddetti “capelli d’angelo”, ovvero dei fili di ferro diamantati usati proprio per tagliare il ferro. Ha creato un varco piccolissimo, sembra della misura di 25 centimetri per 25, da cui è riuscito a passare calandosi poi per oltre 15 metri con la corda da rocciatore. Per ingannare i poliziotti l’uomo avrebbe simulato la presenza di una persona sulla sua branda utilizzando stracci a mo’ di sagoma e facendo sembrare che la persona fosse coperta sino alla testa. La fuga è avvenuta in prossimità di una delle torrette di controllo del penitenziario teramano che ormai da tempo, proprio per carenza di personale, non sono più presidiate.©RIPRODUZIONE RISERVATA