guerra per l'alloggio
È ricoverata in clinica e i rom le prendono la casa a Giulianova
Gli inquilini abusivi forzano e occupano un alloggio Ater mentre l’assegnataria è a Villa Serena: il sindaco firma subito l’ordinanza di sgombero urgente
GIULIANOVA. Un alloggio Ater in via Lombardi, nel quartiere Annunziata, è stato occupato abusivamente lo scorso sabato da una coppia rom solo che, cosa mai successa, l’appartamento non era disabitato ma era già stato dato in locazione a una donna che, al momento dell’occupazione, si trovava in clinica per delle cure mediche. Il sindaco Francesco Mastromauro ha quindi firmato una ordinanza di sgombero urgente per l’occupazione illecita e i carabinieri hanno già fatto partire la denuncia per gli occupanti abusivi.
L’anziana titolare del piccolo appartamento, che vive lì da sola, è ricoverata da circa un anno a Villa Serena ed è per questo che la coppia, marito e moglie in dolce attesa, ha pensato bene di approfittarne. Il rito è lo stesso ripetuto per ogni occupazione abusiva: hanno sfondato il portone e poi sostituito la serratura. Il giorno in cui dovrebbe esserci lo sfratto è stato però tenuto segreto dalle autorità, per evitare che la coppia abusiva possa tentare di opporre resistenza. Sono moltissimi i casi, 20 acclarati, in cui si assiste all’occupazione abusiva di alloggi Ater, sia all’Annunziata che al Paese, effettuati ogni volta da famiglie rom, la maggior parte delle volte con bimbi a carico.
La legge però tutela i minori e prevede che, dove ci siano figli piccoli, l’intera famiglia non possa essere sfrattata, anche se questa si è appropriata dell’alloggio in maniera indebita. «Con questa nuova ordinanza», ha commentato il sindaco, «abbiamo superato quota venti. Già nel 2009 promisi che la illegalità e la violazione dei diritti di chi, seguendo le procedure, era assegnatario di alloggio popolare non avrebbero trovato nel sottoscritto, diversamente dal passato, né indulgenza né disattenzione». Solo l’anno scorso, ad esempio, una donna rom, già titolare di un alloggio Ater, aveva occupato abusivamente con i suoi 4 figli, un altro appartamento in via per Mosciano, al paese, perché, secondo lei, il suo precedente alloggio in centro storico era troppo piccolo per ospitare la sua numerosa famiglia. Come nelle migliori tradizioni, aveva forzato il portone e si era stabilita nella casa più grande. Anche allora il sindaco firmò un’ordinanza di sfratto.
«In tutti questi anni», ha concluso il primo cittadino, «si è proceduto a togliere le case popolari a chi aveva violato le regole per l’assegnazione o non aveva comunque i titoli per occuparle, assegnandole a quanti erano in regola e di quelle case avevano realmente bisogno. Niente di più e niente di meno che applicare le norme vigenti nel rispetto dei diritti e dei doveri. Ma a quanto pare occorreva una decisa sterzata rispetto a certe prassi che costituivano la normalità. Pur non essendo né giuste né normali».