il caso

A casa il bimbo salvato a Pescara dopo la diagnosi sbagliata a Teramo

Operato a Pescara dopo essere stato ricoverato quasi cinque giorni nella pediatria del Mazzini, la madre: "Dalla Asl neanche una chiamata"

TERAMO. È stato dimesso ieri dall’ospedale di Pescara il piccolo Diego, il bimbo di tre anni operato d’urgenza ai primi di gennaio per un’appendicite perforata dai chirurghi pescaresi dopo essere stato ricoverato quasi cinque giorni nella pediatria del Mazzini di Teramo con una diagnosi (evidentemente sbagliata) di gastroenterite. Sul caso la Asl teramana ha aperto un’indagine interna che si sta svolgendo con la procedura del cosiddetto “audit”, ossia sentendo tutto il personale del reparto che è venuto in contatto con il bambino.

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La madre del piccolo, Silvia Santori, a proposito delle dichiarazioni rilasciate sul Centro di ieri dalla direttrice sanitaria Maria Mattucci («Per fortuna parliamo di una situazione in cui il bimbo sta bene»), ha voluto puntualizzare: «In oltre venti giorni di ricovero a Pescara nessuno della Asl di Teramo si è interessato, chiamando me e mio marito, delle condizioni del bambino». Che è stato dimesso, è vero, ma – secondo quanto riferisce la madre – avrà bisogno di tempo per rimettersi in salute. «È stato un calvario di un mese», dice, «Diego pesa 12 chili, sta riprendendo solo ora a mangiare e ha fatto delle pesantissime terapie antibiotiche. Il ricovero a Pescara si è protratto perché dopo l’intervento gli sono rimaste delle aderenze intestinali, che per fortuna al momento non danno problemi».

Per quanto riguarda le differenze che sarebbero già emerse tra la ricostruzione del fatto narrata dalla madre di Diego al Centro e quella fornita alla Asl dal primario facente funzione della pediatria del Mazzini Franco Di Lollo, Silvia Santori tiene a dire: «Devo rettificare che il valore dell’emocromo del bambino era nella norma, ma non lo erano quelli di Pcr e Ves».(d.v.)

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