IL CASO CAVATASSI

Abruzzese a morte in Thailandia, la sorella: «Sono in 200 in una cella» / VIDEO

I familiari possono comunicare solo con delle lettere: «E’ molto provato per quello che sta vivendo»

TERAMO. Parlano le lacrime di Romina Cavatassi. Che in conferenza stampa affida alle lettere del fratello Denis tutta l’angoscia e il dolore dei familiari. Perchè loro con lui possono comunicare solo attraverso missive «anche se non sappiamo quante ne vengano recapitate a Denis».
Scrive l’imprenditore tortoretano sposato con una thailandese e padre di una bimba: «Siamo duecento in una cella, è difficile anche muoversi. Siamo al limite della sopravvivenza. Ma io credo nella giustizia di questo Paese». E ancora: « Mi rendo conto solo ora come il destino possa riservare delle esperienze che vanno oltre ogni immaginazione. Prima di vivere tutto questo non avevo mai riflettuto a fondo sul concetto di giustizia e di punizione, o su come, spesso, si possa essere troppo facilmente giustizialisti di fronte a quello che potrebbe essere anche un errore giudiziario».

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In questo momento Denis è nell'ospedale di Bangkok per essere operato a un'ernia inguinale. «A parte questo», aggiunge Romina ,«nonostante le condizioni di detenzione, fisicamente sta abbastanza bene. Moralmente e psicologicamente è molto provato e alterna momenti di speranza a momenti di disperazione. Si è rifugiato nella lettura e nella scrittura. Si è sforzato di imparare a leggere il Thai per avere accesso a un minimo di scelta di lettura in più. Non possiamo neanche, infatti, mandargli dei libri da lasciare in donazione al penitenziario. Il massimo che ci hanno consentito è stato l'invio di quattro libri».

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Lettera di un condannato a morte, la sorella si commuove
Romina Cavatassi, sorella di Denis _ rinchiuso e condannato a morte in Thailandia _, legge la lettera che il fratello le ha scritto descrivendo il dramma che sta vivendo. E non riesce a trattenere le lacrime. (video di Augusto Cantelmi di Tv2000)

Scrive ancora Cavatassi ai familiari: «In questi mesi di inferno ho acquisito la consapevolezza che l'essere umano è dotato di una capacità di sopravvivenza molto forte. Per non impazzire mi sono rifugiato nei libri, nella speranza di ricerca di un barlume di calore sociale. L'istinto di autoconservazione ha acuito, però, con il passare del tempo, le mie capacità intellettive, predisponendomi alla sopravvivenza pura».(d.p.)
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