Accusato di peculato, Robimarga si autosospende da assessore

A otto ore dalla notifica delle misura interdittiva come medico all'ospedale, corrado Robimarga si è autosospeso dalla carica di assessore all'Urbanistica. Il medico avrebbe utilizzato strumentazioni e locali dell'ospedale Mazzini per visite private a pagamento

TERAMO. Visite private a pagamento effettuate nella struttura pubblica ospedaliera, assenze dal posto di lavoro ritenute ingiustificate, una cartella clinica che sarebbe stata falsificata. Per queste accuse finisce nella bufera Corrado Robimarga, medico e politico. Il gip del tribunale di Teramo, Guendalina Buccella, lo ha sospeso per due mesi dalle funzioni di medico ospedaliero nel reparto di urologia del Mazzini. Robimarga, che è anche assessore all'urbanistica del Pdl al Comune di Teramo, ieri alle 13.30 ha raggiunto il sindaco Maurizio Brucchi per comunicargli il provvedimento interdittivo. E nel pomeriggio ha annunciato, attraverso un comunicato stampa del Comune, che si dimette da assessore. La bufera, insomma, è politica e giudiziaria insieme.

LE ACCUSE.
Le contestazioni per le quali la procura di Teramo ha chiesto - e ottenuto - il provvedimento cautelare nei confronti del professionista sono di peculato d'uso, abuso d'ufficio e falso. Partiamo dalla prima: secondo il pubblico ministero Davide Rosati, che ha condotto le indagini avvalendosi di carabinieri in borghese, il medico avrebbe utilizzato strumentazioni e locali dell'ospedale Mazzini di Teramo per visite private a pagamento. Seconda accusa, l'abuso d'ufficio: l'urologo avrebbe utilizzato certificazioni di inesistenti impegni pubblici in veste di amministratore comunale per giustificare le assenze dal posto di lavoro alla Asl. Terza accusa, il falso: Robimarga avrebbe manomesso una cartella clinica, a quale scopo non si è appreso. L'indagine sarebbe nata da una denuncia anonima e sarebbe durata otto mesi, con pedinamenti e intercettazioni telefoniche.

LA DIFESA. Appena la notizia si diffonde, l'assessore si blinda: il cellulare squilla a vuoto. Il suo difensore, l'avvocato Antonio Valentini del foro dell'Aquila, invece risponde, ma non rilascia dichiarazioni. Da quanto si apprende per altre vie, Robimarga sarebbe stato già interrogato dal magistrato e avrebbe fornito la sua versione dei fatti, respingendo tutte le contestazioni. Sulle assenze ingiustificate, in particolare, avrebbe detto: sì, qualche volta non sono andato in assessorato, ma non è che uno deve fare l'assessore solo stando nell'ufficio. Le assenze in questione sarebbero state riscontrate dagli inquirenti soprattutto l'estate scorsa. Quanto alle visite private effettuate in ospedale, ci sarebbe la testimonianza di un uomo di Nereto che avrebbe detto di aver dato a Robimarga 50 euro. Soldi, però, gli inquirenti non ne avrebbero trovati. La difesa dell'assessore sta già valutando, contro la sospensione, il ricorso al tribunale dell'Aquila.

INDAGATO BIS. Sempre per vie ufficiose si apprende che ci sarebbe un altro indagato, il dirigente del Comune che ha certificato come Robimarga, nei giorni delle presunte assenze ingiustificate, avrebbe svolto attività per l'assessorato. L'indagato bis non sarebbe ancora stato interrogato.

LE DIMISSIONI.
A otto ore dalla notifica della misura interdittiva da medico dell'ospedale, Robimarga alle 19.30 si dimette dalla carica di assessore all'urbanistica, la più pesante in giunta. Robimarga affida la sua decisione a una breve nota. Eccola: «Dinanzi al provvedimento adottato dalla magistratura nei miei confronti, riponendo la massima fiducia nell'organo inquirente, pur nella convinzione di poter dimostrare nelle sedi opportune la mia estraneità alle situazioni contestate, ho ritenuto opportuno rimettere il mio mandato di assessore nelle mani del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, sospendendomi dalle mie relative funzioni».

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