TERAMO
Aggressione a Di Mascio: indagine vicina alla svolta
I carabinieri rintracciano l’auto su cui i due picchiatori sono scappati. Il tecnico pescarese ha diverse fratture, domani viene operato. La certezza: cercavano lui
TERAMO. C’è una pista, come si dice in questi casi. I carabinieri della compagnia di Teramo sono risaliti all’auto con la quale, venerdì mattina, i due aggressori del responsabile del settore giovanile del Teramo calcio Cetteo Di Mascio si sono allontanati dallo stadio Bonolis.
Ovviamente i militari sanno chi è il proprietario della vettura, di qui ad attribuirgli qualche responsabilità penale ce ne passa. Ma è una traccia importante, segnata dagli inquirenti grazie alla prontezza di un dirigente del Teramo, che ha seguito gli aggressori e ha preso il numero di targa dell’auto su cui sono saliti.
C’è una pista e ci sono poche certezze. Una è la gravità dell’aggressione: l’unico pugno sferrato a Di Mascio (che era seduto) gli ha provocato lesioni tali a diverse parti del volto che sarà necessario un intervento chirurgico.
Il 61enne tecnico pescarese va sotto i ferri probabilmente domani nel reparto di chirurgia maxillo facciale dell’ospedale della sua città. Ieri a chi è riuscito a parlarci telefonicamente ha detto: «Ho quattro fratture». La prognosi iniziale è stata di 40 giorni, in ogni caso i carabinieri procedono per lesioni gravi.
Un’altra certezza, da quanto si apprende dagli inquirenti, è che viene escluso ogni collegamento con il mondo ultrà e in generale con la tifoseria del Teramo. I due giovani che venerdì mattina sono entrati nella sede del settore giovanile biancorosso, sconosciuti a Di Mascio e al collaboratore del tecnico che era con lui in ufficio, quasi certamente non sono teramani.
Qualcuno, evidentemente, li ha mandati a compiere quella che sembra una spedizione punitiva, o un’intimidazione. Dovuta a che cosa? Questo al momento non si sa. È però certo che chi ha mandato i picchiatori sa più di qualcosa sul Teramo calcio: intanto, per arrivare alla sede del settore giovanile bisogna fare un percorso abbastanza tortuoso all’interno dello stadio; e poi la scusa con la quale i due si sono presentati, chiedendo dell’ex vice presidente del Teramo Ercole Cimini (che è stato anche responsabile del settore giovanile), indica una certa conoscenza della storia della società. Quello di Cimini appare un nome fatto solo per depistare: secondo gli inquirenti i due cercavano proprio Di Mascio, ma non conoscendolo hanno avuto un attimo d’incertezza prima di compiere l’aggressione. Che si spera non resterà impunita.
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