Al 118 mancano sei medici
Il piano: sguarnire la centrale o le sedi sulla costa
TERAMO. Mancano sei medici al 118. Una carenza che potrebbe avere pesanti ripercussioni sul servizio di emergenza sul territorio. Anche perchè le soluzioni al vaglio della Asl rischiano di essere peggiori del male. Il problema principale è che la Asl non autorizza gli straordinari, non previsti per i fondi regionali. A questo punto pare che le soluzioni sul tavolino - un incontro con la Asl per discutere del problema si terrà domani - siano due. Una riguarda la soppressione della figura del "medico di centrale" di notte, con cui si recuperebbero tre unità. L'altra potrebbe essere togliere i medici di notte da alcune postazioni del 118 sulla costa. Entrambe creerebbero diversi disagi organizzativi e un abbassamento della qualità del servizio dato all'utenza.
Questo si evince dall'analisi del referente della Cgil Fp, Renato Di Eugenio. «Togliendo il medico di notte dalla centrale (che ha sede all'ospedale di Teramo, ndr)», esordisce il medico, «se l'altro medico di turno è fuori in ambulanza significa sguarnire la centrale di un punto di riferimento. Il medico di centrale cooordina il lavoro: ad esempio gestisce le ambulanze decidendo quale far partire, sentendo gli ospedali per sapere quali possono ricevere i feriti. Gestisce anche le consulenze telefoniche in quanto spesso la guardia medica è fuori per interventi».
Insomma, si rischia di creare vari disservizi, tantopiù che certi compiti non possono essere svolti dagli infermieri. Ma l'altra soluzione non va tanto meglio. «Togliere il medico di notte dalle postazioni sulla costa (cioè a Tortoreto, Roseto e Silvi, ndr) significa», spiega Di Eugenio, «che rimane solo un medico di notte al 118, quello di Giulianova, che dovrebbe gestire le emergenze da Silvi a Villa Rosa. Significa anche intasare il pronto soccorso. E anche ritardare parecchio l'intervento sul posto e in un periodo, l'estate, in cui le emergenze sono davvero tante. Se c'era carenza di medici avrebbero dovuto pensarci a gennaio, allora forse si poteva chiudere qualche postazione sulla costa. Noi siamo disposti a metterci a tavolino e a studiare delle soluzioni, magari ridistribuendo le postazioni con una programmazione seria e non estemporanea. Un'alternativa in effetti c'è: lo sblocco dei fondi per gli straordinari, visto che i medici del 118 sono disposti a farli, se sono retribuiti. Certo, non come quelli del 2008 che ancora non ci vengono pagati».
Questo si evince dall'analisi del referente della Cgil Fp, Renato Di Eugenio. «Togliendo il medico di notte dalla centrale (che ha sede all'ospedale di Teramo, ndr)», esordisce il medico, «se l'altro medico di turno è fuori in ambulanza significa sguarnire la centrale di un punto di riferimento. Il medico di centrale cooordina il lavoro: ad esempio gestisce le ambulanze decidendo quale far partire, sentendo gli ospedali per sapere quali possono ricevere i feriti. Gestisce anche le consulenze telefoniche in quanto spesso la guardia medica è fuori per interventi».
Insomma, si rischia di creare vari disservizi, tantopiù che certi compiti non possono essere svolti dagli infermieri. Ma l'altra soluzione non va tanto meglio. «Togliere il medico di notte dalle postazioni sulla costa (cioè a Tortoreto, Roseto e Silvi, ndr) significa», spiega Di Eugenio, «che rimane solo un medico di notte al 118, quello di Giulianova, che dovrebbe gestire le emergenze da Silvi a Villa Rosa. Significa anche intasare il pronto soccorso. E anche ritardare parecchio l'intervento sul posto e in un periodo, l'estate, in cui le emergenze sono davvero tante. Se c'era carenza di medici avrebbero dovuto pensarci a gennaio, allora forse si poteva chiudere qualche postazione sulla costa. Noi siamo disposti a metterci a tavolino e a studiare delle soluzioni, magari ridistribuendo le postazioni con una programmazione seria e non estemporanea. Un'alternativa in effetti c'è: lo sblocco dei fondi per gli straordinari, visto che i medici del 118 sono disposti a farli, se sono retribuiti. Certo, non come quelli del 2008 che ancora non ci vengono pagati».
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