Alba Adriatica, il capo dei bagnini preso a pugni dai venditori abusivi
Cerca di farli sgomberare dalla spiaggia e viene aggredito. Il suo sfogo: "Basta, lasciamo il servizio"
ALBA ADRIATICA. Il responsabile del salvataggio sulle spiagge di Alba, Tortoreto e Giulianova, Mimmo Surace, è stato aggredito ieri mattina da un venditore ambulante abusivo nordafricano dopo averlo invano invitato a liberare dalla propria merce il tratto di arenile davanti a una delle torrette di avvistamento utilizzate dai bagnini.
E’ accaduto ad Alba Adriatica, nel tratto di spiaggia libera tra i lidi Walkiki e Corallo. Qui alcuni venditori abusivi avevano steso i lenzuoli con sopra la propria merce, bloccando l’eventuale passaggio del bagnino che dalla propria torretta, avvistato qualcuno in difficoltà, volesse correre verso l’acqua per salvarlo. «Ho detto invano ai venditori di spostarsi», racconta Surace, «ma mi hanno ignorato. Ho insistito e per tutta risposta uno di loro mi ha aggredito con calci e pugni. Ho chiamato carabinieri e vigili urbani, che ci hanno messo un po’ di tempo ad arrivare perché impegnati in altri servizi e, una volta arrivati, hanno fatto sbaraccare gli ambulanti e ne hanno prese le generalità. Io intendo presentare querela contro il mio aggressore», continua Surace, «ma soprattutto intendo andare domani (oggi per chi legge, nd r) dal sindaco Franchino Giovannelli per dirgli che la mia società abbandona il servizio di salvamento, in quanto non ci sono più le condizioni per svolgerlo».
Surace sottolinea che la storia non è nuova, e non riguarda soltanto Alba Adriatica. «Non è possibile», tuona l’esponente della Società italiana di salvamento, «che noi che tuteliamo la vita umana siamo alla mercè di gente che vende, abusivamente, capi di abbigliamento, braccialetti e borse. Quasi tutta roba, peraltro, con marchi contraffatti. Questi ambulanti hanno invaso le spiagge libere anche a Tortoreto e ci rendono difficile lavorare. Le istituzioni», conclude Surace, «aprano gli occhi sul problema e cerchino di tutelarci, altrimenti abbandoniamo».
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