Alba, stabilimento dice no all’opera salva-spiaggia 

Il Gambero si oppone al progetto da due milioni di euro contro l’erosione Critiche sopratutto per i due pennelli: «Inutili e dannosi, svaluteranno la zona»

ALBA ADRIATICA. C’è chi dice no alla grande opera da due milioni di euro prevista ad Alba Adriatica per frenare gli effetti di erosione e mareggiate in attesa dell’installazione degli scogli: a opporsi ufficialmente è uno degli chalet più danneggiati e a rischio della costa nord cittadina, il Gambero, che da qualche anno appare sotto l’insegna Filù. La pratica per la cosiddetta “spiaggia di alimentazione”, opera inizialmente prevista dalla Regione per il 2021 ma che rischia di slittare, è attualmente ferma al servizio valutazioni ambientali fino a metà marzo per consentire ai soggetti interessati di presentare osservazioni al progetto. E la titolare dello stabilimento ha deciso nei giorni scorsi di presentare proprio un’osservazione contraria, l’unica al momento, con tanto di minaccia di contenziosi legali.
Diversi i motivi della sua opposizione all’opera. Innanzitutto per lo studio di fattibilità, che avrebbe assunto dati abteriori alle mareggiate dal 2019 in poi, ma anche per il fatto che l’opera è sperimentale, quindi senza risultati «sicuri e duraturi». E poi «si tratta in sostanza di un mega ripascimento, simile a quelli praticati in passato con risultati pessimi».
La balneatrice, però, se la prende soprattutto con i due pennelli perpendicolari, che avranno lo scopo di proteggere i centomila metri cubi di sabbia del ripascimento: «La barriera, oltre a costituire uno spreco di denaro pubblico, non potrà proteggere il ripascimento essendo perpendicolare all’onda incidente e anzi, incanalandola, ne aumenterà l’impatto distruttivo. La seconda barriera sarà costruita in modo irragionevole e inusuale fra due concessioni, “New Gambero” e “Nettuno”, che hanno modestissima estensione e non hanno possibilità di allargarsi a compensazione dei danni prodotti dalla opera, che andrà a ridurre l’area per ombrelloni del 20%». Poi ancora: «La barriera, ricoperta di uno strato di sabbia di mezzo metro, al primo fortunale sarebbe sovrastata dall’onda incidente. Dopo appena un anno si scoprirebbe la parte superiore e poi avremo un ostacolo di massi irregolari dall’altezza di un metro e mezzo con un impatto visivo devastante, in zona protetta paesaggisticamente. La barriera, composta di massi irregolari, impedirebbe le passeggiate sulla battigia a piedi nudi: nessuno potrà accedere alla zona nord che diventerà isolata e priva di ogni valore turistico ed economico».
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