“Albergo popolare”, ecco il piano per ospitare rifugiati e senzatetto
Il Comune avvierà la ricerca dell’immobile dove allestire un ricovero temporaneo per i bisognosi Di Padova: «Sarà usato per soggiorni brevi, coinvolgeremo le associazioni ma servono finanziamenti»
TERAMO . I modelli da seguire sono quelli di Firenze e Pistoia. Per rispondere all’emergenza dei senza tetto il Comune punta su un “albergo popolare”. Il progetto trae spunto dal caso dei pakistani che sono rimasti accampati per giorni, l’estate scorsa, sotto il porticato dell’ex istituto per ragionieri Comi in attesa dei documenti della questura per il riconoscimento dello status di rifugiati. Quella situazione, che ha suscitato polemiche anche per una sorta di sgombero disposto dall’amministrazione comunale, con pulizia e transennatura temporaneo dello spazio occupato, ha trovato una soluzione. «I quattro pakistani attualmente sono ospiti di una struttura della Caritas», fa sapere l’assessore ai servizi sociali Stefania Di Padova, «dove resteranno fino al 27 dicembre, quando riceveranno i documenti e potranno dunque spostarsi». Resta, però, il problema di rispondere a eventi emergenziali dello stesso genere, che riguardino migranti o comunque senzatetto in cerca di un rifugio temporaneo.
A queste esigenze servirà insomma l’albergo popolare. La struttura sarà infatti destinata ad accogliere temporaneamente bisognosi che non hanno un altro posto dove trascorrere le notti prima di trovare una sistemazione definitiva. «Si tratta di una soluzione che ci consentirà di dare una risposta immediata ai casi più urgenti e gravi», spiega Di Padova, «evitando che queste persone siano costrette a dormire in strada o in immobili occupati abusivamente per necessità». L’amministrazione avvierà a breve un’indagine di mercato per l’individuazione di spazi idonei a essere adibiti al servizio di accoglienza notturna. «Sul territorio ci sono alberghi dismessi, ma si possono anche utilizzare appartamenti in collocazioni adeguate allo scopo», evidenzia l’amministratrice, «di cui andranno valutate le condizioni per renderli operativi». Dalla ricerca che sarà commissionata agli uffici dovrebbero emergere le possibili soluzioni. Nel frattempo il Comune si muoverà anche sul versante della ricerca delle risorse necessarie per adibire gli spazi all’uso indicato – l’albergo popolare di Firenze ad esempio è dotato di 51 posti letto – e per la loro gestione. «Coinvolgeremo le associazioni del terzo settore», puntualizza Di Padova, «ma avremo bisogno anche del supporto di fondazioni e finanziatori privati». Per dare concretezza al progetto ci sarà bisogno di sponsor che condividano con l’amministrazione l’esigenza di allestire una struttura che non sarà comunque né una casa parcheggio né un centro di accoglienza nel senso più ampio del termine. «L’albergo popolare garantirà soggiorni brevi», specifica l’assessore, «a persone che si trovano in difficoltà».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A queste esigenze servirà insomma l’albergo popolare. La struttura sarà infatti destinata ad accogliere temporaneamente bisognosi che non hanno un altro posto dove trascorrere le notti prima di trovare una sistemazione definitiva. «Si tratta di una soluzione che ci consentirà di dare una risposta immediata ai casi più urgenti e gravi», spiega Di Padova, «evitando che queste persone siano costrette a dormire in strada o in immobili occupati abusivamente per necessità». L’amministrazione avvierà a breve un’indagine di mercato per l’individuazione di spazi idonei a essere adibiti al servizio di accoglienza notturna. «Sul territorio ci sono alberghi dismessi, ma si possono anche utilizzare appartamenti in collocazioni adeguate allo scopo», evidenzia l’amministratrice, «di cui andranno valutate le condizioni per renderli operativi». Dalla ricerca che sarà commissionata agli uffici dovrebbero emergere le possibili soluzioni. Nel frattempo il Comune si muoverà anche sul versante della ricerca delle risorse necessarie per adibire gli spazi all’uso indicato – l’albergo popolare di Firenze ad esempio è dotato di 51 posti letto – e per la loro gestione. «Coinvolgeremo le associazioni del terzo settore», puntualizza Di Padova, «ma avremo bisogno anche del supporto di fondazioni e finanziatori privati». Per dare concretezza al progetto ci sarà bisogno di sponsor che condividano con l’amministrazione l’esigenza di allestire una struttura che non sarà comunque né una casa parcheggio né un centro di accoglienza nel senso più ampio del termine. «L’albergo popolare garantirà soggiorni brevi», specifica l’assessore, «a persone che si trovano in difficoltà».
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