Alluvione nel Teramano, la Regione corre ai ripari

Inviata oltre i termini la richiesta che mancava ma il governo potrebbe accettarla

TERAMO. Alluvione nel Teramano: la Regione a tempo da record invia al governo la richiesta di proroga dello stato di calamità. Ieri, dopo aver letto sui giornali la risposta del ministro Giarda all'interrogazione dell'onorevole Pd Tommaso Ginoble, la Regione è corsa ai ripari. Nell'interrogazione parlamentare di Ginoble si chiedeva conto al governo delle disparità di trattamento tra le Marche - che hanno ricevuto un mese fa 25 milioni - e la provincia di Teramo - che non ha ricevuto un centesimo - sulla questione dei fondi per l'alluvione di marzo 2011.

Il ministro per i rapporto con il parlamento Pietro Giarda ha risposto che la Regione Abruzzo non ha presentato alcuna richiesta di proroga per il decreto che nel marzo dello scorso anno aveva dichiarato per la provincia di Teramo lo stato di emergenza. I termini scadevano il 31 marzo scorso. E così ieri mattina la Regione ha inviato una richiesta urgente di proroga: pare che il governo sia disposto ad accettarla, anche se fuori tempo.

"Lo speriamo", commentano i consiglieri regionali del Pd Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca, "altrimenti il rischio è di perdere non solo i fondi della Protezione civile (quelli dello stanziamento ottenuto dalle Marche, ndr) ma anche la possibilità di riavere indietro i 20 milioni di vecchi fondi Fas".

Per quanto riguarda il primo tipo di finanziamenti circola anche l'ipotesi di una cifra che verrebbe stanziata dal governo: 5 milioni. Questi fondi potrebbero essere utilizzati per ripanare le spese sostenute da Comuni e Provincia per le "somme urgenze" all'indomani dell'alluvione. Anche se in totale la spesa supera i 12 milioni, su un totale di 120 milioni di danni. E' incerto, invece, se i vecchi Fas possano essere usati per coprire le "somme urgenze" degli enti locali: di solito questi finanziamenti vengono usati per finanziare opere. Comunque sia, l'importante è che i fondi arrivino.

L'importanza del ristoro per i danni dell'alluvione del 1º marzo 2011 è stata sancita anche dal consiglio regionale, che il 6 marzo scorso ha votato all'unanimità una risoluzione. Non a caso i consiglieri del Pd in una nota di protesta diffusa domenica osservavano che "quello che è accaduto denota anche una mancanza di rispetto nei confronti delle decisioni del consiglio regionale. Ma è possibile che neanche il segretario generale di Chiodi (Enrico Mazzarelli, ndr), che dal presidente era incaricato di seguire la vicenda alluvione e che è andato in giro a promettere 20 milioni di euro, non si sia accorto di nulla?".

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