Alluvione, sì allo stato d'emergenza
Sindaci e Pd: «Ma ora servono subito i fondi sufficienti a risollevarci»
TERAMO. Il Consiglio dei ministri ha concesso alla provincia di Teramo lo stato d'emergenza per calamità naturale. Il primo a dare l'annunio è stato, ieri mattina, l'assessore regionale alla protezione civile Gianfranco Giuliante.
Giuliante ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal ministro Altero Matteoli che gli annunciava l'accoglimento della richiesta con cui «si pongono le basi per interventi economici e strutturali immediati a favore delle zone devastate dal nubifragio». In effetti ora importante è l'ordinanza che seguirà allo stato d'emergenza, a breve, in cui, fra l'altro, il presidente Silvio Berlusconi stabilirà la somma per gli aiuti straordinari. Probabilmente sarà nominato anche un commissario, secondo voci ricorrenti potrebbe essere il presidente della Provincia Valter Catarra, che ha un quadro chiaro di tutta la situazione. Catarra peraltro fa notare come la Provincia abbia giocato un ruolo importante finora: l'ente «in poche ore ha redatto oltre 160 schede molto esaustive».
IL PD E I SINDACI. Tanti i commenti. I consiglieri regionali del Pd Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca ritengono che «il primo passo per fronteggiare l'emergenza è stato compiuto ma adesso il Teramano si aspetta che non resti un provvedimento fatto di soli intenti ma si trasformi in un concreto aiuto economico ai territori colpiti. Non bisogna assolutamente lasciare sindaci, imprese e cittadini da soli». Anche il coordinamento provinciale e il gruppo in Provincia del Pd auspicano che «il provvedimento si traduca tempestivamente nell'assegnazione di adeguate risorse per gli interventi più urgenti di ripristino delle infrastrutture e messa in sicurezza del territorio, nonché per il sostegno alle attività economiche pesantemente colpite. Gli enti locali e la Regione hanno ora il compito di indicare con chiarezza e trasparenza le priorità e di dare corso a una programmazione degli interventi basata sulla corale partecipazione di tutti gli attori istituzionali».
Il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro osserva che «ora si tratta di quantificare i danni. Quindi invito per l'ennesima volta i miei concittadini a trasmettere al Comune, nella maniera più sollecita possibile, apposita relazione compilando i moduli messi a loro disposizione». Quello di Pineto Luciano Monticelli osserva che il suo Comune è senza fondi anche perchè ancora aspetta il rimborso delle spese, 400mila euro, per il terremoto e lancia una proposta: «perché non fare l'election-day, ovvero raggruppare elezioni amministrative e referendum nello stesso periodo? Il governo, invece, ha deciso che le cose siano separate, con uno sperpero di denaro pubblico pari a 350 milioni di euro. Una parte di quei soldi potrebbe essere utilizzata proprio per far ripartire il nostro territorio».
CONFINDUSTRIA. Ieri il presidente di Confindustria Salvatore Di Paolo ha accolto con sollievo la notizia. Ma ha fatto notare che i danni subiti dalle aziende sono stati ingenti e che molte sono ferme e lo saranno per molto tempo. Per questo l'associazione formula delle proposte «per dare un po' di respiro alle imprese colpite proprio nel delicato momento in cui devono uscire da una profonda crisi». Queste le richieste: un contributo fino al 75% del danno per riparazioni e rottamazioni per le imprese che hanno avuto danneggiamenti agli impianti e alle strutture. Lo stesso contributo (75% del danno), si chiede che venga riconosciuto anche per danni a beni mobili. Un contributo non inferiore al 30% del danno per le imprese che hanno subito perdite di materie prime e/o prodotti finiti. La sospensione del versamento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di sei mesi e con possibilità di pagamento successivo in forma rateale. Tale misura consentirebbe alle imprese che hanno avuto danni di disporre di risorse finanziarie, da destinare alle riparazioni immediate per ripartire con l'attività produttiva. La sospensione dei mutui per almeno 12 mesi e finanziamenti straordinari da parte del sistema creditizio, soprattutto quello locale, eventualmente garantiti anche dai consorzi fidi, da destinare al sistema delle imprese allo scopo di sostenere le spese per far fronte ai danni. Di Paolo aggiunge che «per evitare abusi dei soliti furbetti è necessario mettere in campo azioni di controllo efficaci. Questa volta dobbiamo realmente essere uniti e fare squadra perché non è un problema di poco conto, dobbiamo fronteggiare rapidamente l'emergenza».
Giuliante ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal ministro Altero Matteoli che gli annunciava l'accoglimento della richiesta con cui «si pongono le basi per interventi economici e strutturali immediati a favore delle zone devastate dal nubifragio». In effetti ora importante è l'ordinanza che seguirà allo stato d'emergenza, a breve, in cui, fra l'altro, il presidente Silvio Berlusconi stabilirà la somma per gli aiuti straordinari. Probabilmente sarà nominato anche un commissario, secondo voci ricorrenti potrebbe essere il presidente della Provincia Valter Catarra, che ha un quadro chiaro di tutta la situazione. Catarra peraltro fa notare come la Provincia abbia giocato un ruolo importante finora: l'ente «in poche ore ha redatto oltre 160 schede molto esaustive».
IL PD E I SINDACI. Tanti i commenti. I consiglieri regionali del Pd Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca ritengono che «il primo passo per fronteggiare l'emergenza è stato compiuto ma adesso il Teramano si aspetta che non resti un provvedimento fatto di soli intenti ma si trasformi in un concreto aiuto economico ai territori colpiti. Non bisogna assolutamente lasciare sindaci, imprese e cittadini da soli». Anche il coordinamento provinciale e il gruppo in Provincia del Pd auspicano che «il provvedimento si traduca tempestivamente nell'assegnazione di adeguate risorse per gli interventi più urgenti di ripristino delle infrastrutture e messa in sicurezza del territorio, nonché per il sostegno alle attività economiche pesantemente colpite. Gli enti locali e la Regione hanno ora il compito di indicare con chiarezza e trasparenza le priorità e di dare corso a una programmazione degli interventi basata sulla corale partecipazione di tutti gli attori istituzionali».
Il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro osserva che «ora si tratta di quantificare i danni. Quindi invito per l'ennesima volta i miei concittadini a trasmettere al Comune, nella maniera più sollecita possibile, apposita relazione compilando i moduli messi a loro disposizione». Quello di Pineto Luciano Monticelli osserva che il suo Comune è senza fondi anche perchè ancora aspetta il rimborso delle spese, 400mila euro, per il terremoto e lancia una proposta: «perché non fare l'election-day, ovvero raggruppare elezioni amministrative e referendum nello stesso periodo? Il governo, invece, ha deciso che le cose siano separate, con uno sperpero di denaro pubblico pari a 350 milioni di euro. Una parte di quei soldi potrebbe essere utilizzata proprio per far ripartire il nostro territorio».
CONFINDUSTRIA. Ieri il presidente di Confindustria Salvatore Di Paolo ha accolto con sollievo la notizia. Ma ha fatto notare che i danni subiti dalle aziende sono stati ingenti e che molte sono ferme e lo saranno per molto tempo. Per questo l'associazione formula delle proposte «per dare un po' di respiro alle imprese colpite proprio nel delicato momento in cui devono uscire da una profonda crisi». Queste le richieste: un contributo fino al 75% del danno per riparazioni e rottamazioni per le imprese che hanno avuto danneggiamenti agli impianti e alle strutture. Lo stesso contributo (75% del danno), si chiede che venga riconosciuto anche per danni a beni mobili. Un contributo non inferiore al 30% del danno per le imprese che hanno subito perdite di materie prime e/o prodotti finiti. La sospensione del versamento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di sei mesi e con possibilità di pagamento successivo in forma rateale. Tale misura consentirebbe alle imprese che hanno avuto danni di disporre di risorse finanziarie, da destinare alle riparazioni immediate per ripartire con l'attività produttiva. La sospensione dei mutui per almeno 12 mesi e finanziamenti straordinari da parte del sistema creditizio, soprattutto quello locale, eventualmente garantiti anche dai consorzi fidi, da destinare al sistema delle imprese allo scopo di sostenere le spese per far fronte ai danni. Di Paolo aggiunge che «per evitare abusi dei soliti furbetti è necessario mettere in campo azioni di controllo efficaci. Questa volta dobbiamo realmente essere uniti e fare squadra perché non è un problema di poco conto, dobbiamo fronteggiare rapidamente l'emergenza».
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