Alluvione, sindaci e Pd contro la Regione
Scoppia la protesta dopo che Chiodi dimentica di chiedere la proroga per ottenere i soldi
TERAMO. La dimenticanza della Regione mette a rischio i rimborsi a Comuni e Provincia per le "somme urgenze" del post alluvione. Lo sostengono i consiglieri regionali del Pd Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca dopo che il ministro Pietro Giarda ha risposto a un'interrogazione dell'onorevole Pd Tommaso Ginoble che ha chiesto come mai alla Regione Marche il governo ha stanziato 25 milioni di fondi della Protezione civile mentre niente sia stato destinato a Teramo. Giarda ha risposto che la Regione Abruzzo non ha presentato alcuna richiesta di proroga per il decreto che nel marzo 2011 aveva dichiarato per la provincia di Teramo lo stato di emergenza.
RUFFINI E DI LUCA. "La notizia è clamorosa", esordiscono Ruffini e Di Luca, "e dimostra che ormai Chiodi è cotto ed ha la testa altrove. In questa Regione Abruzzo non vi è più la garanzia neanche che venga fatta una semplice richiesta al governo, nonostante vi fosse stato un atto di indirizzo votato all'unanimità in consiglio regionale un mese fa. Siamo sbalorditi ed esterrefatti dall'insufficienza di Chiodi. E' davvero uno schiaffo per Teramo e i teramani". I due consiglieri regionali lanciano un appello a tutti i parlamentari abruzzesi "affinché facciano fronte comune sul governo per ottenere i 12 milioni spesi con le "somme urgenze". Dobbiamo tutti insieme far capire al governo che l'Abruzzo sta chiedendo dei soldi già spesi e riferiti ad un provvedimento del governo che ha riconosciuto nel nostro territorio uno stato di emergenza. La proroga era certamente importante ma non si può penalizzare un'intera provincia per l'incapacità di qualcuno".
Ruffini e Di Luca se la prendono con "Chiodi: per l'alluvione della sua provincia ha fatto poco o nulla, mentre tutte le iniziative sono venute dal nostro gruppo consiliare. Anche l'ultima risoluzione, votata il 6 marzo, è farina del sacco del Pd che poi in consiglio regionale ha "lavorato" e ha ottenuto l'unanimità e la disponibilità di tutte le forze". La risoluzione, in sintesi, impegnava il governatore a ottenere i vecchi fondi Fas persi (10,3 milioni) e a chiedere la proroga dello stato di emergenza per ottenere risorse provenienti dal fondo nazionale di Protezione civile. "Questi finanziamenti sono importanti", spiegano, "perché servono a coprire le spese degli enti locali effettuati in somma urgenza. Mentre le eventuali disponibilità di residui dei Fas a nostro avviso potrebbero essere destinati solo a spese di investimento".
LE REAZIONI. Uno dei sindaci che ha lanciato più volte l'allarme sul mancato arrivo di fondi è Luciano Monticelli (Pineto). "Non ho parole. Il bello è che Chiodi ha fatto pure il sindaco e sa che cosa comporta il mancato arrivo dei fondi per i Comuni. Noi da mattina a sera cerchiamo di risolvere i problemi dei cittadini, ma non abbiamo enti sovracomunali all'altezza. Nella riunione del 3 marzo 2011 noi sindaci gli dicemmo di darsi da fare, lui si è persino dimenticato di chiedere la proroga. Noi siamo riusciti a pagare con fondi comunali le ditte che intervennero nell'alluvione dopo un anno, ma a caro prezzo: non facciamo più manutenzione, ad esempio ieri sono stato a Mutignano e l'illuminazione non funzionava. Quei soldi li vogliamo".
Anche il comitato di Campodino torna a ricordare che fra Sant'Omero e Nereto il ponte è crollato e questo crea tanti problemi. "Su quel tratto di strada, fra Sant'Omero e Torano, ci sono 13 imprenditori che per spostarsi sono costretti a fare un giro lunghissimo. Senza contare i disagi per i normali cittadini. Noi ci sentiamo abbandonati, il sindaco di Torano Dino Pepe ci è vicino, ma più di tanto non può fare: sono altri che devono trovare i fondi. E ora con questa notizia ci preoccupiamo ancor di più. Siamo scoraggiati, la politica non si è mossa per i risarcimenti. Pensate che alla manifestazione organizzata da noi a un anno dall'alluvione avevamo invitato i sindaci di Nereto e Sant'Omero: non sono venuti nè loro, nè i vice. Lanciamo un appello al nuovo prefetto, Valter Crudo: convochi gli amministratori a tutti i livelli e li sproni a ottenere le risorse".
RUFFINI E DI LUCA. "La notizia è clamorosa", esordiscono Ruffini e Di Luca, "e dimostra che ormai Chiodi è cotto ed ha la testa altrove. In questa Regione Abruzzo non vi è più la garanzia neanche che venga fatta una semplice richiesta al governo, nonostante vi fosse stato un atto di indirizzo votato all'unanimità in consiglio regionale un mese fa. Siamo sbalorditi ed esterrefatti dall'insufficienza di Chiodi. E' davvero uno schiaffo per Teramo e i teramani". I due consiglieri regionali lanciano un appello a tutti i parlamentari abruzzesi "affinché facciano fronte comune sul governo per ottenere i 12 milioni spesi con le "somme urgenze". Dobbiamo tutti insieme far capire al governo che l'Abruzzo sta chiedendo dei soldi già spesi e riferiti ad un provvedimento del governo che ha riconosciuto nel nostro territorio uno stato di emergenza. La proroga era certamente importante ma non si può penalizzare un'intera provincia per l'incapacità di qualcuno".
Ruffini e Di Luca se la prendono con "Chiodi: per l'alluvione della sua provincia ha fatto poco o nulla, mentre tutte le iniziative sono venute dal nostro gruppo consiliare. Anche l'ultima risoluzione, votata il 6 marzo, è farina del sacco del Pd che poi in consiglio regionale ha "lavorato" e ha ottenuto l'unanimità e la disponibilità di tutte le forze". La risoluzione, in sintesi, impegnava il governatore a ottenere i vecchi fondi Fas persi (10,3 milioni) e a chiedere la proroga dello stato di emergenza per ottenere risorse provenienti dal fondo nazionale di Protezione civile. "Questi finanziamenti sono importanti", spiegano, "perché servono a coprire le spese degli enti locali effettuati in somma urgenza. Mentre le eventuali disponibilità di residui dei Fas a nostro avviso potrebbero essere destinati solo a spese di investimento".
LE REAZIONI. Uno dei sindaci che ha lanciato più volte l'allarme sul mancato arrivo di fondi è Luciano Monticelli (Pineto). "Non ho parole. Il bello è che Chiodi ha fatto pure il sindaco e sa che cosa comporta il mancato arrivo dei fondi per i Comuni. Noi da mattina a sera cerchiamo di risolvere i problemi dei cittadini, ma non abbiamo enti sovracomunali all'altezza. Nella riunione del 3 marzo 2011 noi sindaci gli dicemmo di darsi da fare, lui si è persino dimenticato di chiedere la proroga. Noi siamo riusciti a pagare con fondi comunali le ditte che intervennero nell'alluvione dopo un anno, ma a caro prezzo: non facciamo più manutenzione, ad esempio ieri sono stato a Mutignano e l'illuminazione non funzionava. Quei soldi li vogliamo".
Anche il comitato di Campodino torna a ricordare che fra Sant'Omero e Nereto il ponte è crollato e questo crea tanti problemi. "Su quel tratto di strada, fra Sant'Omero e Torano, ci sono 13 imprenditori che per spostarsi sono costretti a fare un giro lunghissimo. Senza contare i disagi per i normali cittadini. Noi ci sentiamo abbandonati, il sindaco di Torano Dino Pepe ci è vicino, ma più di tanto non può fare: sono altri che devono trovare i fondi. E ora con questa notizia ci preoccupiamo ancor di più. Siamo scoraggiati, la politica non si è mossa per i risarcimenti. Pensate che alla manifestazione organizzata da noi a un anno dall'alluvione avevamo invitato i sindaci di Nereto e Sant'Omero: non sono venuti nè loro, nè i vice. Lanciamo un appello al nuovo prefetto, Valter Crudo: convochi gli amministratori a tutti i livelli e li sproni a ottenere le risorse".
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