Amadori, maxi investimento a Mosciano: sul piatto 24 milioni di euro
Lavori per un magazzino e un “digestore” di rifiuti. Produzione riorganizzata con i suggerimenti degli operai
MOSCIANO SANT’ANGELO. Investimenti per quasi 24 milioni di euro e ottimizzazione della produzione raccogliendo i suggerimenti che arrivano dai dipendenti. Sono queste le frontiere d'impegno del gruppo Amadori per lo stabilimento di Mosciano presentate ieri nel corso della visita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Luca Lotti.
Il rappresentante del governo è arrivato alle 15 nel complesso industriale a ridosso dell'autostrada A14 accompagnato dal governatore Luciano D'Alfonso e dal presidente provinciale di Confindustria Cesare Zippilli. Ad aspettarlo c'erano una serie di autorità, tra cui i parlamentari Paolo Tancredi, Tommaso Ginoble e Giulio Cesare Sottanelli e il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, ma soprattutto il presidente e all'amministratore del gruppo, Flavio Amadori e Massimo Romani. E' spettato a loro il compito di ripercorrere la storia dell'azienda e illustrarne le prospettive che coinvolgono più direttamente lo stabilimento moscianese.
Proprio da quest'ultimo, infatti, è partito il progetto di "produzione snella", che in inglese suona come "lean improvement", finalizzato alla riorganizzazione del lavoro puntando sul concetto di "miglioramento continuo". «Le proposte vengono dal basso, dal personale che lavora alle linee», ha spiegato Romani, «e ci consentono ad esempio di abbandonare le attività non di valore aggiunto». L'attuazione di questo metodo attualmente riguarda il reparto "panati" ed ha già prodotto 15 iniziative che rendono più efficiente il lavoro e che si tradurranno in oltre 3,5 milioni d'investimento e saranno estese agli altri cinque stabilimenti del gruppo.
Le novità più consistenti per la sede di Mosciano interessano, però, la parte infrastrutturale. In allestimento ci sono, infatti, un nuovo magazzino refrigerato che amplierà lo spazio destinato allo stoccaggio dei prodotti pronti per la spedizione e un digestore anaerobico in cui saranno convogliati gli scarti dai quali estrarre biogas utilizzabili come energia pulita. A questi interventi sono destinati circa venti dei 200 milioni di euro che l'azienda investirà nel prossimo quinquennio.
«Siamo in Abruzzo da 36 anni», ha ricordato Amadori, «creando qui la nostra filiera integrata che dà lavoro a duemila persone, il 25% dei nostri 7.400 dipendenti, e rappresenta il secondo stabilimento più grande dopo quello di Cesena in cui abbiamo il 30% della produzione totale». Numeri e progetti hanno suscitato l'interesse di Lotti che, oltre a ricordare le misure a favore dell'imprenditoria e delle famiglie inserite nella prossima legge finanziaria, ha attribuito un valore anche simbolico all'impegno del gruppo. «Tutte le mattine qui rappresentate l'Italia che produce», ha evidenziato, «che non si abbatte anche quando le cose sembrano non andare bene e che va avanti».
Gennaro Della Monica
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