Amadori, meno soldi per 1.300 operai

L’azienda propone il contratto delle coop agricole, i sindacati dichiarano lo stato di agitazione: così stipendi molto più bassi

MOSCIANO. Tira aria di burrasca all’Amadori di Mosciano. I sindacati hanno dichiarato ieri lo stato di agitazione. Tutto nasce dalle trattative per il rinnovo del contratto integrativo, scaduto lo scorso dicembre. I sindacati hanno presentato all’azienda, nei giorni scorsi, la propria piattaforma. Ma le trattative non sono nemmeno iniziate in quanto l’Amadori ha posto una questione preliminare: sostituire il contratto di lavoro. Una proposta non di poco conto. L’Amadori ormai da più di 10 anni è passata dal contratto dell’industria a quello dell’agricoltura: un passaggio cruento, che all’epoca causò giorni di scioperi e manifestazioni. Ora l’azienda propone un nuovo cambiamento: dal contratto dell’agricoltura a quello delle cooperative agricole. Un passaggio che comporterebbe, secondo i sindacati, una perdita annua nei salari in media di mille euro. «Dopo i primi incontri», si legge in una nota di Corrado Peracchia (Flai Cgil), Alessandro Collevecchio (Fai Cisl) e Delfino Coccia (Uila Uil), «che sono serviti ad approfondire le proposte sindacali e la disponibilità dell’azienda, il tavolo negoziale si è arenato sulla richiesta dell’azienda di sostituire il Ccnl applicato nello stabilimento con un altro più economico, quello delle cooperative agricole, adottato in altri stabilimenti del gruppo Amadori. Soluzione non ricevibile da parte delle rappresentanze sindacali che hanno respinto di netto tale ipotesi, in ragione di una logica di scambio negativa che fonda le condizioni di competitività dell’azienda, agendo a scapito dei trattamenti contrattuali del personale, attraverso la riduzione dei costi salariali». Da qui una serie di assemblee con il personale e la decisione dei sindacali di proclamare lo stato di agitazione e coinvolgere anche le altre strutture del gruppo, oltre che i sindacati nazionali «affinchè sia data soluzione ad una vicenda contrattuale dai risvolti incerti e preoccupanti per centinaia di lavoratori impegnati nello stabilimento Al Coop di Mosciano».

Si profila dunque un braccio di ferro, che renderà più lontano l’accordo sull’integrativo. La posta in gioco, stando alla piattaforma sindacale, è alta. Tre i principali punti delle proposte per l’integrativo. La prima è «il consolidamento dei contratti stagionali, per la stabilizzazione del lavoro attraverso l’incremento delle giornate contrattuali e la trasformazione a tempo indeterminato, al fine di mantenere un corretto equilibrio tra il numero di lavoratori fissi e stagionali». Attualmente a Mosciano lavorano 1.300 addetti, di cui solo 480 fissi e tutti gli altri stagionali: i sindacati chiedono di assumere a tempo indeterminato 130 lavoratori, come fatto nel precedente contratto (ne sono stati stabilizzati 120). Impostante anche l’incremento delle giornate per gli stagionali. Ci sono contratti di tre tipi: a 101, a 120 o a 156 giorni all’anno. Fino a qualche tempo fa però le giornate lavorate erano di solito di più rispetto a questi minimi. Adesso non è più così, a causa dell’aumento del numero degli stagionali e di un non corrispondente aumento della produzione. Tutto questo crea gravi difficoltà economiche soprattuto a chi ha contratti con il numero minimo di giornate più basso. Gli altri due punti della piattaforma riguardano la fruizione anche da parte degli stagionali di congedi parentali o permessi per decesso e «il miglioramento salariale dei premi di risultato, legati a programmi di sviluppo, all’andamento produttivo e all’efficienza gestionale e organizzativa dell’azienda», si legge nella nota. In pratica all’Amadori vengono pagati un premio di produttività e uno contro l’assenteismo che si traducono, in media, al corrispondente di una mensilità in più all’anno. I sindacati chiedono un lieve incremento.

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