Ascoli-Teramo, nuovo patto di collaborazione
Tutti d’accordo per istituire un tavolo permanente e creare progetti in comune
TERAMO. Un legame ancora più stretto fra Teramo e Ascoli Piceno. Il convegno che si è svolto ieri all’università “Ascoli Piceno e Teramo. Possibilità di cooperazione di due province di confine” è stata l’occasione per sancire un nuovo e più saldo patto di collaborazione fra due territori. Le due Province ciclicamente convocheranno un tavolo in cui le istituzioni interessate, a vari livelli, concorderanno progetti da intraprendere in comune e verificheranno quelle già in corso.
Nella prima parte dei lavori, l’approccio scientifico: alcuni docenti universitari hanno approfondito potenzialità e limiti delle due aree, i punti in comune e le differenze. Nella seconda, il dibattito (moderato dal vicecaporedattore del Centro Pasquale Galante) con l’approccio politico: i sindaci, i presidenti delle Province e delle Camere di commercio delle due realtà, oltre all’assessore della Regione Abruzzo Tommaso Ginoble (il collega marchigiano Pietro Marcolini era assente) hanno detto la loro sulle possibili collaborazioni fra i due territori. Con sfumature diverse. Se il sindaco di Teramo Gianni Chiodi è arrivato ad auspicare una fusione fra le due Province («Credo che con Ascoli si dovrebbe parlare di territorio unico») gli altri attori del dibattito hanno preferito un profilo più basso e tutto sommato più concreto. «Abbiamo radici comuni e ora si deve passare alla fase operativa», ha affermato il sindaco di Ascoli Piero Celani, che pensa di estendere la collaborazione anche ad altre realtà: «da Macerata a Chieti abbiamo una grande identità comune, su questo dobbiamo lavorare».
Il presidente della Provincia di Teramo Ernino D’Agostino ha ricordato i già numerosi campi di cooperazione dal Prusst interregionale, praticamente unico in Italia, al consorizio turistico dei Monti Gemelli. E quelli che si apriranno di qui a breve, con il parco marino del Piceno ma anche la strada pedemontana Abruzzo-Marche: «ci sono già 33 miliardi di fondi Cipe, contiamo di appaltare entro l’anno il lotto San Nicolò-Garrufo». Il collega di Ascoli, Massimo Rossi, ha lanciato la proposta, sposata da tutti «di tavoli strutturali permanenti per valorizzare le risorse dei due territori, le infrastrutture e le risorse ambientali». Proposta che ha trovato il supporto dei presidenti delle due Camere di commercio, Enio Gibellieri (Ascoli) e Giustino Di Carlantonio. Ginoble ha parlato di un accordo con le Marche per ottenere dal ministero i 90 milioni per ultimare la pedemontana «utile alternativa, arretrata, alla statale 16». Ma ha parlato anche della possibilità che la metropolitana leggera possa allungarsi, da Teramo e Giulianova, fino a Porto d’Ascoli. «Se riusciremo a collegare le due province avremo compiuto l’opera di cui si parla da 25-30 anni», chiude Ginoble.
Nella prima parte dei lavori, l’approccio scientifico: alcuni docenti universitari hanno approfondito potenzialità e limiti delle due aree, i punti in comune e le differenze. Nella seconda, il dibattito (moderato dal vicecaporedattore del Centro Pasquale Galante) con l’approccio politico: i sindaci, i presidenti delle Province e delle Camere di commercio delle due realtà, oltre all’assessore della Regione Abruzzo Tommaso Ginoble (il collega marchigiano Pietro Marcolini era assente) hanno detto la loro sulle possibili collaborazioni fra i due territori. Con sfumature diverse. Se il sindaco di Teramo Gianni Chiodi è arrivato ad auspicare una fusione fra le due Province («Credo che con Ascoli si dovrebbe parlare di territorio unico») gli altri attori del dibattito hanno preferito un profilo più basso e tutto sommato più concreto. «Abbiamo radici comuni e ora si deve passare alla fase operativa», ha affermato il sindaco di Ascoli Piero Celani, che pensa di estendere la collaborazione anche ad altre realtà: «da Macerata a Chieti abbiamo una grande identità comune, su questo dobbiamo lavorare».
Il presidente della Provincia di Teramo Ernino D’Agostino ha ricordato i già numerosi campi di cooperazione dal Prusst interregionale, praticamente unico in Italia, al consorizio turistico dei Monti Gemelli. E quelli che si apriranno di qui a breve, con il parco marino del Piceno ma anche la strada pedemontana Abruzzo-Marche: «ci sono già 33 miliardi di fondi Cipe, contiamo di appaltare entro l’anno il lotto San Nicolò-Garrufo». Il collega di Ascoli, Massimo Rossi, ha lanciato la proposta, sposata da tutti «di tavoli strutturali permanenti per valorizzare le risorse dei due territori, le infrastrutture e le risorse ambientali». Proposta che ha trovato il supporto dei presidenti delle due Camere di commercio, Enio Gibellieri (Ascoli) e Giustino Di Carlantonio. Ginoble ha parlato di un accordo con le Marche per ottenere dal ministero i 90 milioni per ultimare la pedemontana «utile alternativa, arretrata, alla statale 16». Ma ha parlato anche della possibilità che la metropolitana leggera possa allungarsi, da Teramo e Giulianova, fino a Porto d’Ascoli. «Se riusciremo a collegare le due province avremo compiuto l’opera di cui si parla da 25-30 anni», chiude Ginoble.