Asilo esploso a Teramo, il tecnico-testimone: "Troppo gas in quei tubi" / Video

Scuola esplosa a Piano d’Accio, teste-chiave rivela le cause del disastro

TERAMO. Il giorno dopo la tragedia sfiorata nella scuola materna di Piano d’Accio, la domanda sulla bocca di tutti è: perché? Come è potuto accadere che l’esplosione del vano caldaie abbia sventrato una scuola materna che ospita 74 bambini, per pura fortuna già tutti a casa quando è avvenuto il disastro? E di chi è la colpa?

Una risposta pubblica e definitiva potrà darla, un giorno, solo il tribunale di Teramo. Per ora, mentre l’inchiesta per disastro colposo della Procura muove i primi passi – ancora senza persone indagate – , il Centro raccoglie con un telefonino e annota le dichiarazioni di un tecnico della Cpl Concordia, la ditta di Modena cui il Comune ha affidato la manutenzione degli impianti termici nelle sue scuole. Ai cronisti, davanti all’asilo sventrato, ieri mattina il tecnico parla di «pressione del gas eccessiva», come se la condotta fosse «non per uso domestico, ma di media portata», ricorda «il sibilo di una grossa tubatura» che si udiva sul posto poco dopo il botto e ipotizza il seguente scenario: una quantità anomala di gas («che è come l’acqua, cerca spazio e quando lo riempie esplode») avrebbe invaso – si presume per un guasto della rete – la centrale termica della scuola, saturandola. A saturazione avvenuta, la fiammella del boiler che fornisce acqua calda all’edificio avrebbe fatto da innesco. Ma l’apertura – in gergo la «fuga d’aria» – che dev’esserci per legge in un vano caldaie non c’era? Sì, c’era, «ma forse era ostruita».

Il tecnico in questione, ovviamente, non è depositario di alcuna verità e per di più è, con la sua ditta, parte in causa nella vicenda. La sua ricostruzione, più che altro, è utile a dare l’idea della meraviglia che una simile esplosione ha suscitato anche in chi è del mestiere. Val la pena sottolineare alcune cose: una, la fuga di gas dev’essere stata improvvisa e veloce, perché è accertato che fino alle 17.30 (mezz’ora prima dello scoppio) da quel locale non proveniva alcun odore; due, le caldaie che si trovavano nella centrale termica – una a servizio della scuola materna, l’altra del centro servizi volontariato – erano spente, visto che i riscaldamenti entreranno in funzione solo dal 1° novembre; tre, la Cpl Concordia era intervenuta mercoledì per delle perdite d’acqua (si presume provenienti dal boiler) sostituendo una valvola, ma quel boiler ha una pressione massima ridicola, non certo in grado di abbattere muri, danneggiare travi portanti e quindi rendere inagibile un intero edificio com’è avvenuto a Piano d’Accio.

E’ certo che il pm Stefano Giovagnoni nominerà un consulente tecnico. Intanto ha sequestrato l’intera area della scuola e mandato gli uomini della squadra mobile, guidati da Gennaro Capasso, ad acquisire tutta la documentazione utile: dal contratto di manutenzione tra Comune e Concordia ai verbali degli ultimi interventi manutentivi sulle caldaie della scuola alle planimetrie dell’edificio. La polizia nel frattempo ha ascoltato tutti coloro che a vario titolo potevano dare informazioni utili, dai tecnici della Concordia alle dipendenti della scuola materna ai rappresentanti del Centro servizi volontariato scampati all’esplosione.

Un primo tassello al mosaico dell’inchiesta potrebbe essere messo già oggi, quando il comandante dei vigili del fuoco Daniele Centi rimetterà la sua relazione al pm. Questa relazione, in ogni caso, conterrà delle ipotesi. Per le certezze è presto, ci vorranno come minimo dei mesi.

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