Atr, a giudizio l'ex proprietario
La procura lo accusa di appropriazione indebita verso dipendenti
COLONNELLA. Umberto Pierantozzi, ex amministratore delegato del gruppo Atr, a giudizio. Dovrà rispondere dell'accusa di appropriazione indebita delle somme destinate al versamento dei contributi previdenziali e per la pensione integrativa di un ex dipendente del colosso del carbonio di Colonnella. Il processo al fondatore del gruppo Atr si terrà il 1º aprile dell'anno prossimo davanti al giudice monocratico del tribunale di Giulianova.
Pierantozzi è imputato - secondo il capo d'accusa formulato dal pubblico ministero Laura Colica - in quanto «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di procurarsi ingiusto profitto, si appropriava indebitamente di somme di denaro trattenute, a titolo di ritenute previdenziali ed assistenziali, sulla retribuzioni corriposte al dipendente, senza versarle nel fondo Previndai e all'Inps, con l'aggravante di aver commesso il fatto con l'abuso del rapporto di lavoro».
In totale l'ex dipendente avrebbe visto sparire intorno ai 20mila euro di contributi mai versati all'Inps e la fondi di previdenza complementare.
E' questo il primo processo in cui l'ex proprietario del gruppo industriale fondato nel 1982 è imputato per un simile reato. Ma pare che anche altri ex dipendenti dell'Atr abbiano deciso di percorrere la stessa strada, per cui a breve se ne potrebbero tenere altri.
In effetti anche indagini della guardia di finanza e accertamenti dell'Agenzia delle entrate hanno evidenziato che ingenti somme non sono state versate agli enti previdenziali. Ad esempio dai conti fatti durante l'amministrazione straordinaria, risultano non versati all'Inps più di 10 milioni di euro. Queste, in particolare, le somme dovute all'Inps: Atr Enginering 226mila euro; Atr srl 1.300mila euro, Atr R&D 353mila euro; Atr Tools 1.579mila euro, Atr Composites 7.500mila euro; Atr slc 183mila euro.
In alcuni casi, ad esempio per gli operai, si possono recuperare i contributi versati all'Inps, che in un certo senso si sostituisce in alcuni casi all'azienda morosa, ma non è così per tutti i dipendenti. Da qui, qualcuno - soprattutto dirigenti - ha deciso di citare in giudizio Pierantozzi. Per quanto riguarda invece gli operai i sindacati hanno presentato in tribunale le insinuazioni allo stato passivo per il mancato versamento di contributi ai fondi complementari, oltre che del Tfr.
E' questo uno dei tanti fronti aperti con il crollo dell'impero del carbonio. Attualmente il gruppo è in amministrazione straordinaria, che prima dell'estate ha pubblicato un bando per la vendita all'asta delle aziende di Colonnella. Ma nessuno ha risposto. La procedura sta dunque studiando il da farsi. L'amministrazione straordinaria scadrà a fine anno e quindi, intanto, bisogna vedere se il ministero dello Sviluppo economico la prorogherà di un altro anno. E questo aspetto potrebbe essere già chiarito in un incontro che si terrà a Roma il 23. Assicurata la proroga, si potrebbe eventualmente pensare a un secondo bando di vendita.
Per ora ci sono solo manifestazioni di interesse, ma nulla più. I sindacati invocano un interessamento della Provincia e della Regione perchè facciano in modo che Finmeccanica e Alenia si interessino al gruppo di Colonnella, anche solo per nuove e corpose commesse, che attualmente mancano.
Pierantozzi è imputato - secondo il capo d'accusa formulato dal pubblico ministero Laura Colica - in quanto «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di procurarsi ingiusto profitto, si appropriava indebitamente di somme di denaro trattenute, a titolo di ritenute previdenziali ed assistenziali, sulla retribuzioni corriposte al dipendente, senza versarle nel fondo Previndai e all'Inps, con l'aggravante di aver commesso il fatto con l'abuso del rapporto di lavoro».
In totale l'ex dipendente avrebbe visto sparire intorno ai 20mila euro di contributi mai versati all'Inps e la fondi di previdenza complementare.
E' questo il primo processo in cui l'ex proprietario del gruppo industriale fondato nel 1982 è imputato per un simile reato. Ma pare che anche altri ex dipendenti dell'Atr abbiano deciso di percorrere la stessa strada, per cui a breve se ne potrebbero tenere altri.
In effetti anche indagini della guardia di finanza e accertamenti dell'Agenzia delle entrate hanno evidenziato che ingenti somme non sono state versate agli enti previdenziali. Ad esempio dai conti fatti durante l'amministrazione straordinaria, risultano non versati all'Inps più di 10 milioni di euro. Queste, in particolare, le somme dovute all'Inps: Atr Enginering 226mila euro; Atr srl 1.300mila euro, Atr R&D 353mila euro; Atr Tools 1.579mila euro, Atr Composites 7.500mila euro; Atr slc 183mila euro.
In alcuni casi, ad esempio per gli operai, si possono recuperare i contributi versati all'Inps, che in un certo senso si sostituisce in alcuni casi all'azienda morosa, ma non è così per tutti i dipendenti. Da qui, qualcuno - soprattutto dirigenti - ha deciso di citare in giudizio Pierantozzi. Per quanto riguarda invece gli operai i sindacati hanno presentato in tribunale le insinuazioni allo stato passivo per il mancato versamento di contributi ai fondi complementari, oltre che del Tfr.
E' questo uno dei tanti fronti aperti con il crollo dell'impero del carbonio. Attualmente il gruppo è in amministrazione straordinaria, che prima dell'estate ha pubblicato un bando per la vendita all'asta delle aziende di Colonnella. Ma nessuno ha risposto. La procedura sta dunque studiando il da farsi. L'amministrazione straordinaria scadrà a fine anno e quindi, intanto, bisogna vedere se il ministero dello Sviluppo economico la prorogherà di un altro anno. E questo aspetto potrebbe essere già chiarito in un incontro che si terrà a Roma il 23. Assicurata la proroga, si potrebbe eventualmente pensare a un secondo bando di vendita.
Per ora ci sono solo manifestazioni di interesse, ma nulla più. I sindacati invocano un interessamento della Provincia e della Regione perchè facciano in modo che Finmeccanica e Alenia si interessino al gruppo di Colonnella, anche solo per nuove e corpose commesse, che attualmente mancano.
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