«Atr venduta entro l'anno»
Il commissario: possibili acquirenti dall'Italia e dall'estero
COLONNELLA. L'Atr avrà un proprietario, con ogni probabilità, per la fine dell'anno. Il commissario Gennaro Terracciano, con gli assessori provinciali Eva Guardiani e Ezio Vannucci, ha fatto il punto sulla situazione del gruppo, per cui sono stati pubblicati da 10 giorni i bandi di vendita. Non solo: ieri - al termine di un incontro con i sindacati a cui ha partecipato anche l'assessore regionale Paolo Gatti - è stato presentato anche l'accordo con la Poggipolini, azienda di Bologna specializzata in componentistica in alluminio e titanio, volto ad ottenere nuove commesse.
Terracciano ha annunciato che ci sono varie manifestazioni d'interesse: di un gruppo abruzzese (di cui fa parte anche un imprenditore teramano), di alcuni italiani (fra cui la stessa Poggipolini e, si mormora, anche Finmeccanica) e anche di aziende straniere (la svizzera Gurit) e di fondi di investimento stranieri. Il valore stimato delle 9 aziende del gruppo va da 36 a 38 milioni ma, ha precisato Terracciano, sarà possibile anche una vendita a cifra inferiore se questo servirà a garantire i livelli occupazionali.
«Non si tratta di una liquidazione», ha spiegato infatti, «per cui l'obiettivo è continuare l'attività e garantire l'occupazione. Per cui seguiremo non solo criteri economici, che pure sono importanti per soddifare i creditori (lo stato passivo ha superato i 160 milioni di euro, ndr). Tantopiù, e questa è una rarità, che si tratta non di un'azienda chiusa, ma in attività». Le offerte dovranno arrivare entro il 3 agosto e saranno vagliate da una commissione e da un advisor esterno che a settembre faranno la proposta al ministero per la scelta definitiva.
Terracciano ha annunciato che ci sono varie manifestazioni d'interesse: di un gruppo abruzzese (di cui fa parte anche un imprenditore teramano), di alcuni italiani (fra cui la stessa Poggipolini e, si mormora, anche Finmeccanica) e anche di aziende straniere (la svizzera Gurit) e di fondi di investimento stranieri. Il valore stimato delle 9 aziende del gruppo va da 36 a 38 milioni ma, ha precisato Terracciano, sarà possibile anche una vendita a cifra inferiore se questo servirà a garantire i livelli occupazionali.
«Non si tratta di una liquidazione», ha spiegato infatti, «per cui l'obiettivo è continuare l'attività e garantire l'occupazione. Per cui seguiremo non solo criteri economici, che pure sono importanti per soddifare i creditori (lo stato passivo ha superato i 160 milioni di euro, ndr). Tantopiù, e questa è una rarità, che si tratta non di un'azienda chiusa, ma in attività». Le offerte dovranno arrivare entro il 3 agosto e saranno vagliate da una commissione e da un advisor esterno che a settembre faranno la proposta al ministero per la scelta definitiva.
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