Attese di ore per avere l'esenzione ticket
Alla Asl solo due sportelli, in tanti fanno la fila e non riescono a sbrigare la pratica
TERAMO. Centinaia di vecchietti affollano speranzosi l'atrio della Asl e molti, dopo ore di inutile attesa, se ne vanno stanchi e delusi a casa. Accade a Teramo dove al centro unico di prenotazione (Cup) di circonvallazione Ragusa dal 2 aprile ci si rivolge per rinnovare le esenzioni dal pagamento del ticket, tutte scadute a fine marzo. Impresa ardua, racconta la figlia di un anziano.
"Sin dal 2 alla Asl si è creata una coda infinita. Arrivati al numero 30 di prenotazione, i terminali sono andati in tilt, questo per 3 giorni consecutivi", racconta la figlia di un anziano di Teramo, "mi sono recata per tre giorni alla Asl, nella speranza che il mio povero padre anziano, insieme ai miei zii, potessero avere la meritata esenzione per le prestazioni, mi hanno fatto compagnia centinaia di vecchietti speranzosi che quello fosse il loro giorno fortunato, ma... così non è stato per nessuno. Ci siamo sentiti dire: "Signori ci dispiace i terminali sono bloccati, per oggi nulla, riprovate domani, ma non abbiamo la certezza"".
Risolto il problema ai computer, le lunghe file si sono riproposte. Gli sportelli per le esenzioni sono due e non si occupano nemmeno solo di queste, ma ad esempio anche della revoca del medico. Venerdì la donna torna al Cup: "Torno alla Asl, dopo la Santa Pasqua, calma e serena, convinta di potercela fare. Arrivo alle 9, c'è tanta gente, prendo il numero, penso: mi è andata bene ho il 93, in fondo stanno chiamando il 31. Mi siedo accanto ad una allegra vecchietta, che mi dice di essere arrivata alle 8 e di avere il 65. Penso: bene fanno in fretta. Passano inesorabili e lente le ore, nel frattempo conosco tanti gentili anziani, li aiuto a prendere i numeri, che a un tratto finiscono. Ci dicono: 'Ci spiace i numeri solo fino a 100, gli altri tornino domani'. Sconsolati, tristi e stanchi gli anziani tornano a casa, molti sono giunti a Teramo col pullman perchè abitano in montagna, magari a 30-40 chilometri. Aspetto ancora, ormai sono le 12,30: io che ho 38 anni e un lavoro che mi aspetta devo andare via, anche perchè siamo solo al 64, io ho il 93 e alle 13 lo sportello chiude. Decido di rivolgermi all'ufficio relazioni con il pubblico, preposto a risolvere situazioni del genere, mi si invita a riempire un modulo, che verrà valutato (non dicono quando, ma nel frattempo se gli anziani hanno bisogno di prestazioni pagano, l'esenzione non è rinnovata), mi altero ancora di più, chiamano il responsabile dell'ufficio, il quale molto gentilmente mi ascolta, mi dice che ho ragione e aggiunge che posso lasciare i documenti a un ragazzo dell'ufficio che farà la fila per me e domani potrei ripassare a riprendere il tutto. Rimango basita, penso agli anziani in attesa che invece la fila dovranno rifarla da capo, allora prendo i miei documenti, ringrazio e vado via: la gravità del problema da me rappresentato non ha scalfito la coscienza di alcuno".
"Sin dal 2 alla Asl si è creata una coda infinita. Arrivati al numero 30 di prenotazione, i terminali sono andati in tilt, questo per 3 giorni consecutivi", racconta la figlia di un anziano di Teramo, "mi sono recata per tre giorni alla Asl, nella speranza che il mio povero padre anziano, insieme ai miei zii, potessero avere la meritata esenzione per le prestazioni, mi hanno fatto compagnia centinaia di vecchietti speranzosi che quello fosse il loro giorno fortunato, ma... così non è stato per nessuno. Ci siamo sentiti dire: "Signori ci dispiace i terminali sono bloccati, per oggi nulla, riprovate domani, ma non abbiamo la certezza"".
Risolto il problema ai computer, le lunghe file si sono riproposte. Gli sportelli per le esenzioni sono due e non si occupano nemmeno solo di queste, ma ad esempio anche della revoca del medico. Venerdì la donna torna al Cup: "Torno alla Asl, dopo la Santa Pasqua, calma e serena, convinta di potercela fare. Arrivo alle 9, c'è tanta gente, prendo il numero, penso: mi è andata bene ho il 93, in fondo stanno chiamando il 31. Mi siedo accanto ad una allegra vecchietta, che mi dice di essere arrivata alle 8 e di avere il 65. Penso: bene fanno in fretta. Passano inesorabili e lente le ore, nel frattempo conosco tanti gentili anziani, li aiuto a prendere i numeri, che a un tratto finiscono. Ci dicono: 'Ci spiace i numeri solo fino a 100, gli altri tornino domani'. Sconsolati, tristi e stanchi gli anziani tornano a casa, molti sono giunti a Teramo col pullman perchè abitano in montagna, magari a 30-40 chilometri. Aspetto ancora, ormai sono le 12,30: io che ho 38 anni e un lavoro che mi aspetta devo andare via, anche perchè siamo solo al 64, io ho il 93 e alle 13 lo sportello chiude. Decido di rivolgermi all'ufficio relazioni con il pubblico, preposto a risolvere situazioni del genere, mi si invita a riempire un modulo, che verrà valutato (non dicono quando, ma nel frattempo se gli anziani hanno bisogno di prestazioni pagano, l'esenzione non è rinnovata), mi altero ancora di più, chiamano il responsabile dell'ufficio, il quale molto gentilmente mi ascolta, mi dice che ho ragione e aggiunge che posso lasciare i documenti a un ragazzo dell'ufficio che farà la fila per me e domani potrei ripassare a riprendere il tutto. Rimango basita, penso agli anziani in attesa che invece la fila dovranno rifarla da capo, allora prendo i miei documenti, ringrazio e vado via: la gravità del problema da me rappresentato non ha scalfito la coscienza di alcuno".
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