Betafence, fiaccolata e solidarietà
Presenti alcuni politici, gli operai dell’Atr donano il fondo cassa del loro presidio
GIULIANOVA. In tanti, venerdì sera a Giulianova, per testimoniare solidarietà ai 155 dipendenti delle Betafence di Tortoreto. Una fiaccolata, in piazza del Mare, a cui hanno partecipato i sindaci di Giulianova e Mosciano Costantini e Galiffi, il consigliere regionale Dino Pepe, il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura e l’assessore regionale Pietro Fioretti. Hanno tutti condiviso le richieste dei sindacati e lavoratori, ricordando che hanno firmato un documento trasversale, proposto dai sindacati, a sostegno della vertenza.
Ha preso la parola anche una delegazione dei lavoratori della Yokohama di Ortona e una dell'Atr. La Rsu di quest’ultima ha messo a disposizione la rimanenza del fondo cassa del lungo presidio che si è svolto davanti all’azienda di Colonnella. Settanta euro, «una cifra che può sembrare ridicola ma ha un valore morale e solidale inestimabile», commenta il segretario della Fim Cisl, Marco Boccanera. Solidarietà anche dai lavoratori della Veco di Martinsicuro, oltre alla testimonianza di una lavoratrice della Betafence. Hanno chiuso gli interventi i due segretari di Cgil e Cisl provinciali, Giovanni Timoteo e Fabio Benintendi. «Abbiamo ribadito i rischi occupazionali e che non esiste un piano industriale vero dietro questa operazione, ma che si tratta di una speculazione finanziaria», spiega Mirco D’Ignazio, segretario della Fiom Cgil, «la chiusura di uno stabilimento con ottime performance serve a tagliare costi fissi dal bilancio e fare un'operazione di facciata con i conti della holding». E’ stato ribadito che « importante che l’incontro del 1° settembre al Mise avvenga in presenza, anche con una delegazione ridotta», conclude D’Ignazio.
«Abbiamo ricordato Franco Bei e Gabriele Di Giacomantonio che erano lavoratori della Betafence giuliesi, molto apprezzati dai colleghi e che se ci fossero stati sarebbero stati i primi sulle barricate per il posto di lavoro», aggiunge Boccanera, «e abbiamo ribadito che Marco De Benedetti, responsabile Carlyle Europa che è la proprietaria di Presidiat che sta chiudendo la Betafence, deve sapere che stanno chiudendo un’azienda sana per un'azienda in Polonia che non aprirà mai perchè non ci sono le condizioni nè le risorse economiche. Non è un caso se abbiamo chiesto di convocare De Benedetti». Prossimo appuntamento il 26, con sciopero e assemblea davanti all’azienda con i nazionali di Fiom e Fim. (a.f.)
Ha preso la parola anche una delegazione dei lavoratori della Yokohama di Ortona e una dell'Atr. La Rsu di quest’ultima ha messo a disposizione la rimanenza del fondo cassa del lungo presidio che si è svolto davanti all’azienda di Colonnella. Settanta euro, «una cifra che può sembrare ridicola ma ha un valore morale e solidale inestimabile», commenta il segretario della Fim Cisl, Marco Boccanera. Solidarietà anche dai lavoratori della Veco di Martinsicuro, oltre alla testimonianza di una lavoratrice della Betafence. Hanno chiuso gli interventi i due segretari di Cgil e Cisl provinciali, Giovanni Timoteo e Fabio Benintendi. «Abbiamo ribadito i rischi occupazionali e che non esiste un piano industriale vero dietro questa operazione, ma che si tratta di una speculazione finanziaria», spiega Mirco D’Ignazio, segretario della Fiom Cgil, «la chiusura di uno stabilimento con ottime performance serve a tagliare costi fissi dal bilancio e fare un'operazione di facciata con i conti della holding». E’ stato ribadito che « importante che l’incontro del 1° settembre al Mise avvenga in presenza, anche con una delegazione ridotta», conclude D’Ignazio.
«Abbiamo ricordato Franco Bei e Gabriele Di Giacomantonio che erano lavoratori della Betafence giuliesi, molto apprezzati dai colleghi e che se ci fossero stati sarebbero stati i primi sulle barricate per il posto di lavoro», aggiunge Boccanera, «e abbiamo ribadito che Marco De Benedetti, responsabile Carlyle Europa che è la proprietaria di Presidiat che sta chiudendo la Betafence, deve sapere che stanno chiudendo un’azienda sana per un'azienda in Polonia che non aprirà mai perchè non ci sono le condizioni nè le risorse economiche. Non è un caso se abbiamo chiesto di convocare De Benedetti». Prossimo appuntamento il 26, con sciopero e assemblea davanti all’azienda con i nazionali di Fiom e Fim. (a.f.)