Botte e sputi all’anziana assistita: badante condannata a tre anni 

La 92enne con demenza senile non poteva denunciare, i carabinieri installarono delle telecamere La vittima è morta nel corso del processo, le sorelle e un nipote si sono costituiti parte civile

TERAMO. Lei, che all’epoca dei fatti aveva 92 anni, oggi non c’è più. Ma a chiedere giustizia nel suo nome sono stati i familiari (le sorelle e un nipote) che si sono costituiti parte civile nel processo di primo grado al termine del quale la 58enne marocchina Zahra Bourhila, la badante dell’anziana, è stata condannata a tre anni e sei mesi con la pesante accusa di maltrattamenti nei confronti della pensionata che avrebbe dovuto accudire e che invece prendeva a schiaffi.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Emanuele Ursini che ha disposto per la donna una interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e una condanna al pagamento di duemila euro ciascuno per le parti civili. L’anziana, venuta a mancare nel corso del processo per cause non conseguenza dei maltrattamenti, era affetta da demenza senile e, di conseguenza, non era in grado di raccontare nulla né di chiedere aiuto. La segnalazione ai carabinieri la fecero i familiari allarmati da alcuni sospetti e i militari installarono delle telecamere nascoste nell’abitazione dell’anziana, nel centro storico di Teramo. E proprio le immagini riprese dalla telecamera riuscirono ad incastrare la badante che nel 2019 venne arrestata (e successivamente scarcerata).
Secondo l’accusa, in particolare la 58enne, assunta come colf e badante della donna dal 2014, l’avrebbe maltrattata, così si legge nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Enrica Medori, «ponendo in essere abitualmente nei confronti della stessa vittima vessazioni di ordine fisico e morale e psicologico». Violenze e maltrattamenti consistiti, secondo l’accusa, in sputi sul viso, lancio di oggetti, colpi sul viso con la scopa. Ma non solo. Perché la badante avrebbe più volte schiaffeggiato l’anziana, minacciando di colpirla ancora se non fosse rimasta zitta, oltre ad afferrarla con forza alle gambe e a tirarle insistentemente pizzicotti. «Rendendo la vita della donna già affetta da demenza senile», si legge ancora nella richiesta di rinvio a giudizio, «particolarmente dolosa». E la Pubblica accusa, proprio per le condizioni di salute dell’anziana, alla badante aveva contestato i maltrattamenti aggravati dalla minorata difesa della vittima «impossibilitata a chiedere aiuto». L’imputata è difesa dall’avvocato Odette Frattarelli. I familiari dell’anziana sono rappresentati dall’avvocato Gianni Falconi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA