Brucchi: ecco come risolverò il caso Team e farò il nuovo teatro
Intervista al sindaco, la giunta attesa da passaggi delicati dopo le ferie
TERAMO. La Team da far tornare interamente pubblica, l'avvio dei lavori per il teatro al posto del vecchio stadio, la rivoluzione della sosta in centro per favorire pedoni e ciclisti, nonché la verifica di maggioranza. Al rientro dalle ferie il sindaco Maurizio Brucchi troverà questi tra i principali temi da affrontare nella sua agenda politico-amministrativa. Si tratta di questioni che condurranno la giunta oltre la soglia di metà mandato. «Sono stati quasi due anni e mezzo di attività intensa», esordisce Brucchi, «con risultati importanti, ad esempio sulla riduzione del traffico in città». Tra fine estate ed inizio autunno, però, andranno sciolti nodi molto delicati, come quello sulla Team.
Sindaco Maurizio Brucchi, sulla gestione della società che si occupa di rifiuti e igiene urbana non ne avete azzeccata una, come sostiene l'opposizione?
«Al contrario, tutto quello che abbiamo fatto è stato corretto. In tanti si sono esercitati nel formulare soluzioni ma è stato come assegnare una terapia senza conoscere la diagnosi. In particolare, alcuni gruppi di opposizione si sono mostrati del tutto irresponsabili».
Ma non sarebbe stato meglio liberarsi dell'Enertech come socio privato prima dell'inchiesta di Catanzaro che ha portato alle dimissioni del suo proprietario Stefano Gavioli da amministratore delegato della Team?
«Innanzitutto non abbiamo mai riconosciuto l'Enertech come partner privato. Gli uffici avevano già scritto a Gavioli che per il Comune l'interlocutore restava Enerambiente. Se non fossero arrivate l'inchiesta e le dimissioni saremmo andati all'assemblea dell'11 agosto con una delibera in cui si affermava che non gradivamo più questo socio».
Se però il rapporto con Enerambiente fosse stato risolto un anno fa, al momento del prolungamento della convenzione sui servizi come sosteneva l'opposizione, si sarebbe risparmiato parecchio tempo, non le pare?
«In quel periodo non era emerso alcun problema. Abbiamo scoperto le prime difficoltà quando è arrivato il certificato antimafia del socio privato. Era un documento atipico: abbiamo chiesto pareri al Consiglio di Stato e al ministero degli Interni e in entrambi i casi ci è stato risposto che la convenzione si poteva firmare a discrezione del sindaco. Un socio non si può cacciare da un momento all'altro. In tutta questa vicenda l'amministrazione ha avviato una serie di attività con provvedimenti che renderanno più facile la riacquisizione del 49% delle azioni del privato».
L'operazione è costosa e il Comune non ha risorse: come potrà far tornare interamente pubblica la Team?
«Abbiamo valutato tutte le strade e ora c'è anche una soluzione economica. La possibilità di creare un soggetto unico a livello provinciale per la gestione dei rifiuti è reale: coinvolgeremo tutte le parti interessate e i Comuni che già si rivolgono alla Team per i servizi».
C'è poi la questione politica: quando nominerà il nuovo assessore all'urbanistica?
«I tempi si sono un po' allungati. Dopo le ferie avvieremo la verifica sull'attività dell'amministrazione con un sondaggio telefonico. Ascolteremo il giudizio dei cittadini a quasi metà mandato. In base a quello che emergerà dal sondaggio avvierò un mini-rimpasto e sceglierò il sostituto dell'assessore dimissionario Robimarga».
Restano aperte alcune questioni molto pratiche: che fine ha fatto ad esempio il progetto per trasformare in parcheggio l'area di risulta a ridosso della ferrovia in viale Crispi?
«L'accordo con la società che gestisce la rete ferroviaria è stato chiuso venti giorni fa. Le ferrovie ci hanno chiesto un affitto per l'area di circa mille euro al mese. Per questo abbiamo deciso di prevedere per la sosta il pagamento di una quota molto contenuta, simile a quella per il parcheggio nelle aree di risulta a Pescara. Alla ristrutturazione della facciata della stazione, attualmente in corso, seguirà la riqualificazione dello spazio davanti all'ingresso che le ferrovie non lasceranno più disponibile per la sosta. Il parcheggio nell'area di risulta rappresenterà una valida alternativa, anche se si tratta di una soluzione di ripiego rispetto al progetto inserito nella Stu di arretramento e interramento del capolinea con la realizzazione di stalli scambiatori in superficie».
E qual è la verità sui ritardi del project financing per il teatro al posto del vecchio stadio?
«Non ci sono verità nascoste. C'è stato qualche ritardo dovuto anche al momento difficile dell'economia ma la Straferro, che realizzerà l'opera, mi ha confermato la propria disponibilità e così abbiamo avviato la procedura per aggiudicazione definitiva dell'incarico. Abbiamo anche dovuto acquisire la piena disponibilità dal demanio di alcune aree alla Madonna delle Grazie da cedere al privato, ma ora è tutto risolto».
Sono confermati i tempi dell'intervento?
«Con la Straferro abbiamo ridefinito il cronoprogramma. Entro settembre tutti i documenti saranno pronti e ci sarà l'affidamento definitivo. Per dicembre è prevista l'approvazione del progetto esecutivo e all'inizio del nuovo anno partiranno i lavori».
Ma considerate le lungaggini burocratiche non sarebbe stato giusto consentire il referendum in difesa del vecchio stadio chiesto dagli ultrà del Teramo evitando così contestazioni e tensioni?
«Forse la consultazione popolare avrebbe scongiurato le strumentalizzazioni che ci sono state nei mesi scorsi. Il referendum, però, non si poteva fare con quelle regole. Non si è trattato di un problema di tempo, anche se in quel periodo era prevista una procedura molto più serrata e celere. Se il Comune avesse deciso di tornare indietro, sarebbe stato costretto a pagare al 1,2 milioni di euro secondo i calcoli degli uffici: il resto sono solo chiacchiere».
Lei punta sulla città della bici e del pedone, ma in centro e in altre zone andare in bicicletta resta difficile e continua a dilagare la sosta selvaggia. Al di là degli spot e delle promesse elettorali, rendere la città a misura di ciclista e di pedone è un obiettivo raggiungibile?
«Sì, è possibile, anche se esistono problemi di rispetto delle regole: non ci dovrebbero essere barriere fisiche per impedire l'accesso delle auto alle zone a traffico limitato. Con le telecamere risolveremo il problema in tempi brevi, abbiamo fondi e un progetto pronti. A primavera poi rivoluzioneremo i parcheggi in centro. In quel periodo scadrà la convenzione con la Tercoop e varie aree ora riservate alla sosta delle auto saranno liberate e lasciate a pedoni e ciclisti».
Le strade vanno anche curate: nonostante le ristrettezze economiche, è giusto sacrificare la sistemazione degli asfalti?
«Non stiamo imponendo sacrifici alle riasfaltature. I mutui dell'anno scorso sono stati destinati alle manutenzioni stradali e ne stiamo prediponendo altri per due milioni di euro da destinare allo stesso scopo. Interventi di sistemazione viaria a Colleparco, Colleatterrato, Cona e alla Gammarana saranno avviati anche con gli otto milioni di fondi Pisu che saranno a disposizione per fine agosto».
A proposito di fondi pubblici, perché l'istituzione dell'assessorato alle politiche europee non ha garantito finora introiti significativi alle casse comunali?
«Lavoriamo su questo obiettivo da due anni ma i risultati sono assolutamente da migliorare. Nella verifica di giunta capiremo cosa fare ed eventualmente come scegliere partner diversi per i progetti europei. Dobbiamo rilanciare l'attività di un assessorato importante, nuovo, che ha lavorato ma deve affinare i propri obiettivi».
Sindaco Maurizio Brucchi, sulla gestione della società che si occupa di rifiuti e igiene urbana non ne avete azzeccata una, come sostiene l'opposizione?
«Al contrario, tutto quello che abbiamo fatto è stato corretto. In tanti si sono esercitati nel formulare soluzioni ma è stato come assegnare una terapia senza conoscere la diagnosi. In particolare, alcuni gruppi di opposizione si sono mostrati del tutto irresponsabili».
Ma non sarebbe stato meglio liberarsi dell'Enertech come socio privato prima dell'inchiesta di Catanzaro che ha portato alle dimissioni del suo proprietario Stefano Gavioli da amministratore delegato della Team?
«Innanzitutto non abbiamo mai riconosciuto l'Enertech come partner privato. Gli uffici avevano già scritto a Gavioli che per il Comune l'interlocutore restava Enerambiente. Se non fossero arrivate l'inchiesta e le dimissioni saremmo andati all'assemblea dell'11 agosto con una delibera in cui si affermava che non gradivamo più questo socio».
Se però il rapporto con Enerambiente fosse stato risolto un anno fa, al momento del prolungamento della convenzione sui servizi come sosteneva l'opposizione, si sarebbe risparmiato parecchio tempo, non le pare?
«In quel periodo non era emerso alcun problema. Abbiamo scoperto le prime difficoltà quando è arrivato il certificato antimafia del socio privato. Era un documento atipico: abbiamo chiesto pareri al Consiglio di Stato e al ministero degli Interni e in entrambi i casi ci è stato risposto che la convenzione si poteva firmare a discrezione del sindaco. Un socio non si può cacciare da un momento all'altro. In tutta questa vicenda l'amministrazione ha avviato una serie di attività con provvedimenti che renderanno più facile la riacquisizione del 49% delle azioni del privato».
L'operazione è costosa e il Comune non ha risorse: come potrà far tornare interamente pubblica la Team?
«Abbiamo valutato tutte le strade e ora c'è anche una soluzione economica. La possibilità di creare un soggetto unico a livello provinciale per la gestione dei rifiuti è reale: coinvolgeremo tutte le parti interessate e i Comuni che già si rivolgono alla Team per i servizi».
C'è poi la questione politica: quando nominerà il nuovo assessore all'urbanistica?
«I tempi si sono un po' allungati. Dopo le ferie avvieremo la verifica sull'attività dell'amministrazione con un sondaggio telefonico. Ascolteremo il giudizio dei cittadini a quasi metà mandato. In base a quello che emergerà dal sondaggio avvierò un mini-rimpasto e sceglierò il sostituto dell'assessore dimissionario Robimarga».
Restano aperte alcune questioni molto pratiche: che fine ha fatto ad esempio il progetto per trasformare in parcheggio l'area di risulta a ridosso della ferrovia in viale Crispi?
«L'accordo con la società che gestisce la rete ferroviaria è stato chiuso venti giorni fa. Le ferrovie ci hanno chiesto un affitto per l'area di circa mille euro al mese. Per questo abbiamo deciso di prevedere per la sosta il pagamento di una quota molto contenuta, simile a quella per il parcheggio nelle aree di risulta a Pescara. Alla ristrutturazione della facciata della stazione, attualmente in corso, seguirà la riqualificazione dello spazio davanti all'ingresso che le ferrovie non lasceranno più disponibile per la sosta. Il parcheggio nell'area di risulta rappresenterà una valida alternativa, anche se si tratta di una soluzione di ripiego rispetto al progetto inserito nella Stu di arretramento e interramento del capolinea con la realizzazione di stalli scambiatori in superficie».
E qual è la verità sui ritardi del project financing per il teatro al posto del vecchio stadio?
«Non ci sono verità nascoste. C'è stato qualche ritardo dovuto anche al momento difficile dell'economia ma la Straferro, che realizzerà l'opera, mi ha confermato la propria disponibilità e così abbiamo avviato la procedura per aggiudicazione definitiva dell'incarico. Abbiamo anche dovuto acquisire la piena disponibilità dal demanio di alcune aree alla Madonna delle Grazie da cedere al privato, ma ora è tutto risolto».
Sono confermati i tempi dell'intervento?
«Con la Straferro abbiamo ridefinito il cronoprogramma. Entro settembre tutti i documenti saranno pronti e ci sarà l'affidamento definitivo. Per dicembre è prevista l'approvazione del progetto esecutivo e all'inizio del nuovo anno partiranno i lavori».
Ma considerate le lungaggini burocratiche non sarebbe stato giusto consentire il referendum in difesa del vecchio stadio chiesto dagli ultrà del Teramo evitando così contestazioni e tensioni?
«Forse la consultazione popolare avrebbe scongiurato le strumentalizzazioni che ci sono state nei mesi scorsi. Il referendum, però, non si poteva fare con quelle regole. Non si è trattato di un problema di tempo, anche se in quel periodo era prevista una procedura molto più serrata e celere. Se il Comune avesse deciso di tornare indietro, sarebbe stato costretto a pagare al 1,2 milioni di euro secondo i calcoli degli uffici: il resto sono solo chiacchiere».
Lei punta sulla città della bici e del pedone, ma in centro e in altre zone andare in bicicletta resta difficile e continua a dilagare la sosta selvaggia. Al di là degli spot e delle promesse elettorali, rendere la città a misura di ciclista e di pedone è un obiettivo raggiungibile?
«Sì, è possibile, anche se esistono problemi di rispetto delle regole: non ci dovrebbero essere barriere fisiche per impedire l'accesso delle auto alle zone a traffico limitato. Con le telecamere risolveremo il problema in tempi brevi, abbiamo fondi e un progetto pronti. A primavera poi rivoluzioneremo i parcheggi in centro. In quel periodo scadrà la convenzione con la Tercoop e varie aree ora riservate alla sosta delle auto saranno liberate e lasciate a pedoni e ciclisti».
Le strade vanno anche curate: nonostante le ristrettezze economiche, è giusto sacrificare la sistemazione degli asfalti?
«Non stiamo imponendo sacrifici alle riasfaltature. I mutui dell'anno scorso sono stati destinati alle manutenzioni stradali e ne stiamo prediponendo altri per due milioni di euro da destinare allo stesso scopo. Interventi di sistemazione viaria a Colleparco, Colleatterrato, Cona e alla Gammarana saranno avviati anche con gli otto milioni di fondi Pisu che saranno a disposizione per fine agosto».
A proposito di fondi pubblici, perché l'istituzione dell'assessorato alle politiche europee non ha garantito finora introiti significativi alle casse comunali?
«Lavoriamo su questo obiettivo da due anni ma i risultati sono assolutamente da migliorare. Nella verifica di giunta capiremo cosa fare ed eventualmente come scegliere partner diversi per i progetti europei. Dobbiamo rilanciare l'attività di un assessorato importante, nuovo, che ha lavorato ma deve affinare i propri obiettivi».
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