Cambia l’offerta di Scienze politiche e Comunicazione
Tablet agli studenti e nuovi corsi riservati ai lavoratori per aumentare le iscrizioni e la percentuale dei laureati
TERAMO. Corsi per lavoratori, tutor per gli studenti in ritardo con gli esami e nuove tecnologie. Le facoltà di Scienze della comunicazione e Scienze politiche rilanciano la loro offerta formativa con alcune iniziative strategiche che prenderanno il via a partire dal prossimo anno accademico. L'obiettivo comune è d'integrare la proposta didattica puntando sulle specificità ed eliminando sovrapposizioni che a volte si riscontrano nei rispettivi corsi di laurea. Dall'autunno partirà «una piccola rivoluzione», come la definisce Luciano D'Amico, preside di Scienze della Comunicazione. Una rivoluzione che anticiperà il rinnovo dei massimi organismi dell'ateneo teremano, fissato per fine anno.
Il tablet. Una delle armi principali per concretizzare la svolta sarà la digitalizzazione. Ogni nuovo iscritto a Scienze della comunicazione sarà dotato di un tablet con 2 giga al mese di traffico internet prepagato. Appunti delle lezioni e libri di testo saranno visualizzati in digitale, cancellando la forma cartacea. Il tablet conterrà anche un programma di autovalutazione che permetterà agli universitari di verificare costantemente il loro livello di preparazione, nonché una "super chat" tramite la quale potranno confrontarsi con i docenti, superando le barriere di giorni e orari di ricevimento in ateneo. Gli studenti, inoltre, avranno la possibilità di consultare on line le principali riviste scientifiche internazionali a cui l'università è abbonata. «Questo strumento supporterà la formazione tradizionale», spiega D'Amico, «e proietterà i nostri iscritti in un contesto non limitato ai confini dell'ateneo». Tramite il ricorso alle nuove tecnologie la facoltà svilupperà la formazione a distanza.
Nuovi corsi. Altro cardine della rivoluzione è il potenziamento dell'offerta didattica riferita agli adulti. Sia Scienze della comunicazione che Scienze politiche attiveranno corsi specifici per lavoratori. «Si tratta di un'iniziativa che comporterà un ulteriore impegno da parte del personale», sottolinea Enrico Del Colle, preside di Scienze politiche, «ma che migliorerà il numero delle immatricolazioni». Un meccanismo particolare, anche questo basato su informazioni telematiche, consentirà alla facoltà di verificare l'andamento dei crediti formativi. «Se uno studente non ne acquisisce per due sessioni, non sostenendo alcun esame», fa notare Del Colle, «il computer segnalerà questa situazione al preside che individuerà un tutor». Quest'ultimo avrà il compito di capire i motivi della battuta d'arresto subita dallo studente e di mettere a punto possibili soluzioni.
I laureati. Le iniziative programmate per il prossimo anno accademico mirano a migliorare i risultati di entrambe le facoltà. I dati del ministero dell'Università relativi all'ultimo triennio indicano che il totale dei laureati è passato da 592 del 2008-2009 a 664 del 2010-2011. In crescita anche il numero degli iscritti che conclude gli studi nei tempi previsti. I laureati in corso nell'ultimo anno sono il 50,75% (337) del totale, rispetto al 32,94 (327) del 2008-2009. Riscontri positivi, sempre riferiti alle due facoltà aggregate, provengono dall'indagine di Almaluarea sulla condizione occupazionale. A un anno dalla laurea il 48,65% degli ex iscritti ha un lavoro, il 33,2% è in attesa di occupazione e solo il 18,15% non è impegnato neppure nella ricerca. Le percentuali migllorano se si considera un periodo più ampio. Dopo tre anni dalla laurea, infatti, gli occupati sono il 60,95%, mentre appena il 6,05% non ha lavoro e non lo cerca. Significativi sono anche i dati relativi alla provenienza degli studenti. Degli 833 iscritti al primo anno, il 49% risiede fuori regione e, tra gli abruzzesi, la metà non è teramana. «E' un fatto molto positivo», afferma Del Colle, «perché dimostra una capacità attrattiva non indiferente da parte delle nostre facoltà».
Gli scambi. Nei piani di Scienze della comunicazione e Scienze politiche c'è anche il potenziamento delle relazioni internazionali. Nell'ultimo anno sono stati circa 70 gli studeni stranieri che hanno seguito i corsi dell'università di Teramo tramite l'Erasmus. «Vogliamo ulteriormente sviluppare questa potenzialità», conclude D'Amico, «sfruttando le collaborazioni attivate con atenei di tutto il mondo per confronti e scambi che coinvolgano gli studenti e i docenti».
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