Camionista morto alla Metalferro In cinque vanno a processo
L’uomo venne travolto da un carrello elevatore mentre si trovava nel piazzale esterno dell’azienda Rinviati a giudizio gli imprenditori Di Giacinto, la Procura contesta anche l’aver impedito i controlli
TERAMO. Sarà un processo ad accertare la verità. Almeno quella giudiziaria. Così ha stabilito il gup Domenico Canosa che ieri mattina ha rinviato a giudizio cinque amministratori e dipendenti della Metalferro e della Dg Capital per la morte di Roberto Morelli, il camionista napoletano di 31 anni che nel maggio del 2017 venne travolto da un carrello elevatore nel piazzale dell’azienda Metalferro a Castelnuovo Vomano.
Ieri mattina sono stati rinviati a giudizio Pasquale Di Giacinto, amministratore unico della Metalferro; Luca Di Giacinto, amministratore unico della Dg Capital Service Srl, società che all’epoca dei fatti operava all’interno dello stabilimento Metalferro svolgendo attività di selezione di rifiuti speciali provenienti da raccolte differenziate; Michele Bonaccorso, lavoratore interinale in servizio alla Dg Capital con mansioni di carrellista; Pierluigi Angelozzi, dipendente della Dg Capital e Leo De Santis, responsabile della sicurezza sul lavoro per conto della Mtelaferro. Stralcio per il dipendente indagato Giuseppe Candelori che, assistito dall’avvocato Gennaro Lettieri, ha chiesto la messa alla prova. Per lui il gup ha fissato una nuova udienza. Ai due Di Giacinto e a Bonaccorso il pm Stefano Giovagnoni (titolare del fascicolo) contesta l’ipotesi di omicidio colposo. Ai Di Giacinto, inoltre, in questo caso insieme ad Angelozzi e Candelori il pm contesta anche il reato di impedimento del controllo perchè, si legge a questo proposito nel capo d’imputazione «in concorso tra loro e al fine di occultare il reato immediatamente dopo il verificarsi dell’evento mortale mutavano artificiosamente lo stato dei luoghi dove era avvenuta la morte di Roberto Morelli rimovendo la salma, bagnando con un getto d’acqua la pavimentazione del piazzale dove erano presenti le tracce ematiche della vittima e occultando una traccia ematica, apponendovi sopra ecoballe, intralciando in tal modo l’attività di controllo da parte dei tecnici della sicurezza ed igiene del lavoro nonchè degli altri inquirenti impegnati nella ricostruzione della dinamica». De Santis è accusato del reato di false informazioni al pm perchè, si legge nel capo d’imputazione «sentito dal pm nella sua qualità di responsabile della sicurezza sul lavoro per conto della Metalferro in ordine alla dinamica della morte di Morelli nonchè del soggetto che l’aveva cagionata affermava di non esserne a conoscenza». Il collegio difensivo, oltre che da Lettieri, è composto dagli avvocati Florindo Tribotti, Guglielmo Marconi, Renzo Di Sabatino e Andrea Monina. (d.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Ieri mattina sono stati rinviati a giudizio Pasquale Di Giacinto, amministratore unico della Metalferro; Luca Di Giacinto, amministratore unico della Dg Capital Service Srl, società che all’epoca dei fatti operava all’interno dello stabilimento Metalferro svolgendo attività di selezione di rifiuti speciali provenienti da raccolte differenziate; Michele Bonaccorso, lavoratore interinale in servizio alla Dg Capital con mansioni di carrellista; Pierluigi Angelozzi, dipendente della Dg Capital e Leo De Santis, responsabile della sicurezza sul lavoro per conto della Mtelaferro. Stralcio per il dipendente indagato Giuseppe Candelori che, assistito dall’avvocato Gennaro Lettieri, ha chiesto la messa alla prova. Per lui il gup ha fissato una nuova udienza. Ai due Di Giacinto e a Bonaccorso il pm Stefano Giovagnoni (titolare del fascicolo) contesta l’ipotesi di omicidio colposo. Ai Di Giacinto, inoltre, in questo caso insieme ad Angelozzi e Candelori il pm contesta anche il reato di impedimento del controllo perchè, si legge a questo proposito nel capo d’imputazione «in concorso tra loro e al fine di occultare il reato immediatamente dopo il verificarsi dell’evento mortale mutavano artificiosamente lo stato dei luoghi dove era avvenuta la morte di Roberto Morelli rimovendo la salma, bagnando con un getto d’acqua la pavimentazione del piazzale dove erano presenti le tracce ematiche della vittima e occultando una traccia ematica, apponendovi sopra ecoballe, intralciando in tal modo l’attività di controllo da parte dei tecnici della sicurezza ed igiene del lavoro nonchè degli altri inquirenti impegnati nella ricostruzione della dinamica». De Santis è accusato del reato di false informazioni al pm perchè, si legge nel capo d’imputazione «sentito dal pm nella sua qualità di responsabile della sicurezza sul lavoro per conto della Metalferro in ordine alla dinamica della morte di Morelli nonchè del soggetto che l’aveva cagionata affermava di non esserne a conoscenza». Il collegio difensivo, oltre che da Lettieri, è composto dagli avvocati Florindo Tribotti, Guglielmo Marconi, Renzo Di Sabatino e Andrea Monina. (d.p.)
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