Carceri, Grifoni interrompe il digiuno

L’esponente radicale incassa la prima vittoria: la Regione discuterà una risoluzione urgente il 16

TERAMO. Quarantuno giorni di sciopero della fame, dieci chili in meno, massa muscolare e forza fisica ridotte pericolosamente, tanta stanchezza ma almeno la sua prima grande battaglia vinta: il consiglio regionale ha inserito come punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio regionale del 16 settembre, la risoluzione urgente intitolata alla legalità e alle carceri, presentata il 29 agosto scorso dai consiglieri Luciano Monticelli (presidente della IV commissione) e da Pierpaolo Pietrucci. Con questa vittoria e l’ambizione forse finalmente di potersi sedere a tavola con i propri cari a mangiare un pasto normale, l’esponente radicale Ariberto Grifoni, referente in Abruzzo per il coordinamento “amnistia giustizia e libertà” mercoledì scorso ha interrotto la sua eclatante forma di protesta cominciata il 30 luglio scorso. Una protesta che ha un unico obiettivo: spingere la Regione a mettere in campo provvedimenti per contrastare le condizioni «che rasentano la tortura e il non rispetto dei diritti umani» dei «cittadini-detenuti» nelle carceri italiane e abruzzesi, a sostegno dell’impegno dei radicali in questo campo e anche degli appelli del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Un appello ora raccolto da Monticelli e Pietrucci, che nella risoluzione invitano «il governo e il Parlamento ad adottare provvedimenti di amnistia e indulto». Già nell’aprile scorso la giunta regionale aveva approvato la risoluzione intitolata “Sostegno al Satyagraha (mutuata dalla teoria ghandiana che professa la ricerca della verità, ndr) di Marco Pannella per l’amnistia”. Con la nuova iniziativa si rafforza quella precedente volontà dell’Abruzzo di voler dare il proprio contributo a spingere affinché il governo centrale dia il via libera ai provvedimenti necessari per dare respiro agli istituti penitenziari sovraffollati. Problema cronico dell’intero sistema carcerario che non risparmia l’Abruzzo e per il quale la Corte europea per i diritti dell’uomo mette in guardia l’Italia. Infatti c’è tempo «fino al maggio prossimo per ottemperare alle prescrizioni tese a garantire l’osservanza delle norme europee per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che vietano la tortura e impongono un processo equo per tutti», ricorda la risoluzione. Anche le carceri abruzzesi sono “viziate” da sovraffollamento, a eccezione di quella aquilana, sfollata all’indomani dell sisma, «gli altri sette istituti di pena», si legge nella risoluzione, «sono sovraffollati con queste percentuali: 180% a Vasto, 103,3% a Pescara, 167% a Sulmona, 145% a Teramo, 143% a Lanciano, 142,6% a Chieti e 116% ad Avezzano».

«Una speranza si accende», commenta Grifoni, «che il consiglio regionale possa approvare la risoluzione a sostegno del Satyagraha radicale, della riforma della giustizia per il diritto dei detenuti». (m.g.)

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