Cartoline d'auguri a Parolisi
A Natale lettere in carcere al marito di Melania
TERAMO. Cartoline d'auguri per Natale a Salvatore Parolisi. Il caporal maggiore dell'esercito, in carcere con l'accusa di aver accoltellato a morte la moglie Melania Rea, in questi giorni di festa ha ricevuto corrispondenza nella casa circondariale di Castrogno. Oltre alle lettere di familiari ed ex commilitoni, nella posta ha trovato anche delle cartoline d'auguri inviate da sconosciuti. Intanto sembrano allungarsi i tempi per incontrare la figlioletta di due anni. Molto probabilmente potrà farlo solo dopo le feste perchè per portare la bimba a Teramo serve il provvedimento di un altro giudice.
L'uomo, attraverso i suoi difensori, più volte aveva chiesto di poter vedere la bambina per Natale. Questo dopo che il 2 dicembre i giudici del tribunale dei minori di Napoli hanno disposto che Parolisi può incontrare la figlioletta ogni tre settimane. Ma per vedere sua figlia il caporal maggiore dovrà aspettare. Per consentire alla sorella di Parolisi di portare la bambina a Teramo, infatti, è necessario un provvedimento con cui il giudice tutelare autorizzi la donna a prendere la bambina la mattina e non nelle ore pomeridiane, così come invece disposto dai magistrati del tribunale di minori. I colloqui in carcere, infatti, avvengono solo in mattinata.
Intanto, in attesa che rientrino gli ultimi esami del Ris, la procura ha chiesto di poter esaminare le tracce di Dna presente sulla siringa del depistaggio, quella conficcata sul seno della donna. I pm sono convinti che l'autore del depistaggio sia Parolisi: per i magistrati è lui ad aver inciso la svastica sulla coscia della donna ed è lui ad aver sistemato la siringa. Gli inquirenti, inoltre, vogliono anche comparare il Dna trovato su quella siringa con quello scoperto sulle altre siringhe recuperate tra Ripe e San Giacomo, in un posto frequentato dai tossicodipendenti. Ma per il momento gli esami chiesti dalla procura con la formula dell'accertamento irripetibile non potranno essere fatti: la difesa di Parolisi, infatti, ha chiesto di bloccarli riservandosi di chiedere un incidente probatorio proprio su questo punto. L'inchiesta, ormai, è alle battute finali. (d.p.)
L'uomo, attraverso i suoi difensori, più volte aveva chiesto di poter vedere la bambina per Natale. Questo dopo che il 2 dicembre i giudici del tribunale dei minori di Napoli hanno disposto che Parolisi può incontrare la figlioletta ogni tre settimane. Ma per vedere sua figlia il caporal maggiore dovrà aspettare. Per consentire alla sorella di Parolisi di portare la bambina a Teramo, infatti, è necessario un provvedimento con cui il giudice tutelare autorizzi la donna a prendere la bambina la mattina e non nelle ore pomeridiane, così come invece disposto dai magistrati del tribunale di minori. I colloqui in carcere, infatti, avvengono solo in mattinata.
Intanto, in attesa che rientrino gli ultimi esami del Ris, la procura ha chiesto di poter esaminare le tracce di Dna presente sulla siringa del depistaggio, quella conficcata sul seno della donna. I pm sono convinti che l'autore del depistaggio sia Parolisi: per i magistrati è lui ad aver inciso la svastica sulla coscia della donna ed è lui ad aver sistemato la siringa. Gli inquirenti, inoltre, vogliono anche comparare il Dna trovato su quella siringa con quello scoperto sulle altre siringhe recuperate tra Ripe e San Giacomo, in un posto frequentato dai tossicodipendenti. Ma per il momento gli esami chiesti dalla procura con la formula dell'accertamento irripetibile non potranno essere fatti: la difesa di Parolisi, infatti, ha chiesto di bloccarli riservandosi di chiedere un incidente probatorio proprio su questo punto. L'inchiesta, ormai, è alle battute finali. (d.p.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA