Case del sesso, la procura chiude le indagini
Dopo il sequestro di 29 alloggi affittati alle prostitute, l’inchiesta si concentra sui 10 proprietari
TERAMO. La procura chiude le indagini sulle case del sesso sequestrate qualche settimana fa tra Martinsicuro e Alba e firma l’avviso di conclusione. Diciotto gli indagati, tra cui dieci proprietari di case a cui il pm Stefano Giovagnoni contesta sia il favoreggiamento della prostituzione e sia un articolo della legge Merlin, ovvero «l’aver dato in locazione appartamenti allo scopo dell’esercizio della prostituzione».
Perchè, ed è questo il filo che lega sei mesi di indagini tra intercettazioni e pedinamenti, i proprietari sapevano quello che accadeva nelle loro case affittate e, rincara la procura, erano ormai parte integrante di quell’organizzazione che gestiva il mercato del sesso. Erano, sostiene l’accusa, i referenti degli intermediari a cui le ragazze, già prima di arrivare in Italia, si rivolgevano per trovare casa, per farsi ritrarre in pose destinate a finire sui giornali specializzati in annunci di prestazioni sessuali e su vari siti internet.
I sequestri, chiesti dagli inquirenti e respinti dal gip Giovanni de Rensis, sono stati disposti dopo che il tribunale del Riesame (presidente Roberto Veneziano) ha accolto l’appello fatto dalla procura. Nel frattempo molti dei proprietari, assistiti dall’avvocato Gabriele Rapali, hanno fatto ricorso in Cassazione contro il sequestro delle abitazioni contestando sia il favoreggiamento sia il reato previsto dalla legge Merlin.
In attesa del pronunciamento dei giudici della Suprema Corte, che sull’argomento si sono già in più occasioni espressi, la procura ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini. Il prossimo passo, molto probabilmente, sarà la richiesta di rinvio a giudizio.(d.p.)
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