Case popolari: l’affitto è 490 euro
Di Berardo del Sicet: mi incateno se il Comune non tutelerà i teramani più deboli con canoni ridotti
TERAMO. Nel progetto di housing sociale bisogna tutelare le categorie più deboli. Anche perchè, viste le premesse, gli affitti delle nuove case che prenderanno il posto dei sei edifici abbattuti in via Longo saranno alquanto salati. Il messaggio è di Antonio Di Berardo, segretario del Sicet Cisl, sindacato degli inquilini. Di Berardo osserva che i canoni, per le case dell’Ater in fase di ultimazione a Colleatterrato si aggirano sui 490 euro al mese. E quindi anche gli affitti di quelle di via Longo faranno la stessa fine.
«Il Comune per il progetto di housing sociale, dovrà fare un programma di lavoro e aprire tavolo permanente con sigle sindacali Sunia, Sicet e Uniat», esordisce Di Berardo, «noi abbiamo già fatto un incontro con il sindaco, ma finora non siamo entrati nel merito, abbiamo parlato solo di avviare un percorso insieme. E' necessario arrivare a un contratto firmato dai tre sindacati per tutelare l'”area grigia”, cioè le persone in attesa di casa. In città ce ne sono 448 tra cui 75 sfrattati nel 2011, 180 in attesa della graduatoria del bando generale 2009, 193 per emergenza abitativa (un'altra graduatoria ferma da quasi un anno). Se il ministero degli Interni confermerà l'esistenza di altri sfrattati nel 2012 - e noi già sappiamo che ci sono vista la fortissima crisi e il fatto che sono tanti i morosi - si confermerà un numero di oltre 500 famiglie in attesa di casa, solo nel Comune di Teramo. Eppure la Regione Abruzzo ha dimenticato nella sua agenda politica le parole costruzione di alloggi popolari».
Il Sicet annuncia che, se non saranno messi a disposizione dei fondi per realizzare case popolari, reperiti anche con una tassa di scopo come la vecchia Gescal, si adopererà per bloccare il progetto dell'housing sociale di via Longo. «Saranno costruiti 120 alloggi di cui solo 20-25 a canone Erp, cioè particolarmente ridotto. Gli altri saranno tutti a canone concordato, cioè più alto», aggiunge Di Berardo, «anche queste, peraltro, sono somme irraggiungibili per molte famiglie, basti pensare che nelle nuove case dell'Ater che saranno fra poco terminate a Colleatterrato gli affitti concordati si aggireranno su 490 euro per appartamenti di circa 90 metri quadri. A questo punto è preferibile scegliere il mercato libero. Di conseguenza il nostro timore è che con il progetto di housing sociale di via Longo alla fine non si aiutino le categorie più deboli, a dispetto del nome». Secondo il Sicet bisogna andare di pari passo nella costruzione dello stesso numero di alloggi a canone concordato e di quelli Erp.
«In questo modo evitiamo contrasti e proteste che finirebbero per rallentare l'esecuzione del progetto, andando a creare attriti fra due categorie di inquilini, quelli medi e quelli più disagiati», conclude il sindacalista, « Noi siamo disposti a una forte mobilitazione di protesta per difendere questi ultimi, anche bloccando le gru quando partiranno i lavori di abbattimento delle prime tre palazzine».
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