Caso "Curie" , la procura verso l’archiviazione
Ascoltati i commissari d'esame, la ragazza e gli altri giovani impegnati nella prova
GIULIANOVA. La procura va verso l'archiviazione del caso della studentessa rosetana che a giugno denunciò di essere stata perquisita dai prof della commissione durante gli esami di maturità al liceo scintifico "Curie" di Giulianova. Dalle indagini disposte dal sostituto procuratore David Mancini e affidate ai carabinieri non sarebbero emersi riscontri alla versione della ragazza.
Dall'indagine è emerso che le insegnanti si sarebbero limitate a chiedere alla studentessa di sollevare i capelli per verificare l'eventuale presenza di un auricolare nascosto tra le ciocche. L'episodio, che suscitò molto clamore a livello nazionale, tanto da indurre il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ad inviare degli ispettori per fare una verifica sull'episodio, avvenne in occasione della terza prova scritta. A denunciare l'accaduto era stato il padre della ragazza, anch'egli insegnante e dirigente della Gilda, un sindacato autonomo degli insegnanti. Il docente aveva inviato una e-mail alle segreterie locali e nazionale del suo sindacato riferendo che la figlia era stata costretta a spogliarsi in bagno e persino ad alzarsi il reggiseno perchè il presidente della commissione esaminatrice aveva sospettato che la candidata nascondesse un apparecchio per comunicare. Il sospetto era nato dopo che gli insegnanti avevano ipotizzato che in occasione della seconda prova scritta, quella di matematica, la studentessa fosse riuscita ad ottenere dei suggerimenti dall'esterno.
Nei giorni scorsi i militari del nucleo operativo della compagnia hanno raccolto le dichiarazioni della stessa ragazza, dei commissari d'esame e degli altri studenti che quella mattina stavano svolgendo la prova d'esame a Giulianova. Sembra che gli elementi emersi dalle varie testimonianze lascino supporre che non ci sia stata alcuna perquisizione, nè che la ragazza sia stata costretta a denudarsi in bagno perchè sospettata di nascondere un telefonino e un auricolare tra le ciocche dei capelli.
Dall'indagine è emerso che le insegnanti si sarebbero limitate a chiedere alla studentessa di sollevare i capelli per verificare l'eventuale presenza di un auricolare nascosto tra le ciocche. L'episodio, che suscitò molto clamore a livello nazionale, tanto da indurre il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ad inviare degli ispettori per fare una verifica sull'episodio, avvenne in occasione della terza prova scritta. A denunciare l'accaduto era stato il padre della ragazza, anch'egli insegnante e dirigente della Gilda, un sindacato autonomo degli insegnanti. Il docente aveva inviato una e-mail alle segreterie locali e nazionale del suo sindacato riferendo che la figlia era stata costretta a spogliarsi in bagno e persino ad alzarsi il reggiseno perchè il presidente della commissione esaminatrice aveva sospettato che la candidata nascondesse un apparecchio per comunicare. Il sospetto era nato dopo che gli insegnanti avevano ipotizzato che in occasione della seconda prova scritta, quella di matematica, la studentessa fosse riuscita ad ottenere dei suggerimenti dall'esterno.