Caso teatro, dalla maggioranza no alla commissione d’indagine 

Respinta la richiesta dell’opposizione, che voleva fare chiarezza sulle responsabilità dell’ente per i 450mila euro d’indennizzo pagati a “Sottosopra”. Scontro anche sulla gestione degli asili nido

TERAMO. Non ci sarà l’istituzione della commissione d’indagine richiesta dall’opposizione sull’operato dell’amministrazione D’Alberto nella vicenda nel nuovo teatro comunale. La minoranza voleva indagare in particolare sul perché il Comune ha rinnovato l’affitto al negozio “Sottosopra” pur sapendo che sarebbero partiti i lavori di riqualificazione dell’immobile, perdendo il contenzioso al Tar con il gestore dell’esercizio, dopo avergli revocato la concessione dei locali, e finendo con il dovergli pagare 450mila euro d’indennizzo. A deciderlo, con voto contrario, 17 consiglieri di una maggioranza compatta, che ieri mattina nel consiglio comunale si è imposta sui 10 voti favorevoli della minoranza, altrettanto compatta, bocciando la proposta di quella che sarebbe stata la prima commissione di indagine istituita dal Comune capoluogo.
IL DIBATTITO
È stato un dibattito movimentato su una vicenda che aveva già generato scontri tra maggioranza e opposizione. «La sentenza del Tar censura in modo grave il comportamento colposo dell’amministrazione», ha argomentato il consigliere di opposizione Carlo Antonetti, «la revoca è stata illegittima perché il Comune era a conoscenza del progetto della riqualificazione dell’edificio. Quindi non solo c’è il danno economico, ma è venuta meno la correttezza dell’amministrazione. Il comportamento grave è stato accertato da un giudice e non da noi e la commissione sarebbe un passaggio di trasparenza per i cittadini nel quale la maggioranza dimostrerebbe di aver agito con correttezza». La maggioranza nei vari interventi che si sono susseguiti ha definito la richiesta dell'istituzione della commissione «non necessaria perché c’è già la commissione vigilanza e controllo, un’azione di disturbo dai toni politici», rilevando «la non presenza di un danno erariale, ma un’azione legittima non contestata dal revisore dei conti e dallo stesso Tar che non ha chiamato in causa la Corte dei conti». Il "giustizialismo politico" della minoranza è stato messo in luce dal consigliere Andrea Core, che ha contestato «i metodi sbagliati e i toni inquisitori dell’opposizione che propone un atto di polizia giudiziaria». L’opposizione ha controbattuto che «la nostra non è un’azione di disturbo, ma la maggioranza sta prendendo una strada sbagliata dal punto di vista amministrativo e politico. Inoltre la commissione d’indagine è diversa da quella di controllo e garanzia che comunque non ha potuto svolgere la propria funzione perché le è stato negato l’accesso agli atti, e non è stata attivata una commissione disciplinare per accertare chi ha ridato la proroga».
GLI ASILI NIDO
Discusse e approvate a maggioranza anche tre variazioni di bilancio per la restituzione delle somme Imu erroneamente versate, l’aumento dell’importo per la stipula di assicurazioni Rtc, le maggiori spese per la gestione degli asili nido. L’opposizione ha accusato l’amministrazione «di ricorrere in modo massiccio alle variazioni di bilancio» e sugli asili nido «l’eccessivo ricorso all’esternalizzazione» e sottolineato i tre giorni di chiusura della settimana scorsa per il grande caldo, «segno di mancanza di programmazione e organizzazione su un fatto prevedibile». Tra le varie repliche della maggioranza c’è stata quella di D’Alberto: «Le variazioni rappresentano la fisiologica gestione del bilancio. Sui nidi abbiamo scelto un sistema a gestione mista diretta e indiretta, che è ben diversa dalle privatizzazioni, e con nuove assunzioni. Un sistema che fa di Teramo un modello di eccellenza riconosciuto anche dal governo regionale di centrodestra». Sulla chiusura per il caldo ha concluso: «Se avessimo strutture nuove ed efficientate energeticamente non accadrebbe, ci assumiamo la responsabilità per quanto accaduto e da subito ci impegniamo affinché non accada più».
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