Ispettori del ministero misurano gli spazi per aggiungere brande nel carcere già sovraffollato
Castrogno, bomba innescata
Gli agenti denunciano: i detenuti aumenteranno da 400 a 600
TERAMO. C’è una minaccia che incombe sul carcere di Castrogno: una terza branda nelle celle. Eventualità che potrebbe far ulteriormente aumentare il numero dei detenuti in un istituto che già soffre dei mali del sovraffollamento. La denuncia arriva dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe, che rivela come ispettori del ministero siano venuti a Teramo per misurare le celle.
Dopo gli agenti aggrediti dai detenuti, tre casi in pochi giorni, e le proteste degli stessi reclusi, che proprio contro il sovraffollamento hanno battuto con pentole e oggetti vari contro le sbarre delle celle, per il carcere teramano si annunciano ancora tempi difficili. «Per il momento di ufficiale non c’è niente», dice Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sappe, «ma è evidente che il fatto di aver misurato le celle significa che in quegli spazi vogliono mettere una terza branda per aumentare il numero dei detenuti che, in questo modo, passerebbero dagli attuali circa 400 a 600. E questo significherebbe una emergenza senza limiti per Teramo e per il personale».
Castrogno dovrebbe ospitare 231 detenuti, ma attualmente ne ospita 395: 160 in più, dunque, rispetto a quelli previsti. Di questi, oltre cinquanta hanno problemi di tossicodipendenza. In servizio ci sono 184 tra agenti e altro personale, ma per riempire i vuoti della pianta organica ne servirebbero altri sessanta. La carenza d’organico li costringe a saltare riposi e ferie. E non solo. Spesso, infatti, un solo agente è costretto a coprire vari servizi e questo, naturalmente, comporta molti rischi, anche se, nonostante il numero ridotto, i poliziotti sono sempre riusciti a fronteggiare ogni tipo di situazione.
Un esempio per tutti: nel 2005 a Castrogno furono registrati trenta tentativi di suicidio tra i detenuti (uno dei numeri più alti in Abruzzo), tutti sventati proprio dagli agenti. La carenza di personale è un problema che i sindacati, di tutte le sigle, denunciano ormai da anni ma chi fino ad iggi non sembra aver trovato soluzione. Nei giorni scorsi la struttura è stata visitata dal parlamentare teramano Augusto Di Stanislao dell’Italia dei Valori, capogruppo in commissione difesa. L’altro ieri, dopo la richiesta di Di Stanislao, il ministero dell’Interno ha inviato degli ispettori in carcere. «Sono soddisfatto che ci sia stata questa ispezione», scrive Di Stanislao in una nota, «i problemi da me sollevati hanno un forte fondamento tanto che il ministero dell’Interno ha inviato ispettori nel carcere per tutte le opportune verifiche, ma non mi fermerò qui e continuerò a monitorare la situazione, promuovendo iniziative sia in Parlamento che sul territorio a sostegno degli operatori penitenziari e del rapporto con i detenuti».
Dopo gli agenti aggrediti dai detenuti, tre casi in pochi giorni, e le proteste degli stessi reclusi, che proprio contro il sovraffollamento hanno battuto con pentole e oggetti vari contro le sbarre delle celle, per il carcere teramano si annunciano ancora tempi difficili. «Per il momento di ufficiale non c’è niente», dice Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sappe, «ma è evidente che il fatto di aver misurato le celle significa che in quegli spazi vogliono mettere una terza branda per aumentare il numero dei detenuti che, in questo modo, passerebbero dagli attuali circa 400 a 600. E questo significherebbe una emergenza senza limiti per Teramo e per il personale».
Castrogno dovrebbe ospitare 231 detenuti, ma attualmente ne ospita 395: 160 in più, dunque, rispetto a quelli previsti. Di questi, oltre cinquanta hanno problemi di tossicodipendenza. In servizio ci sono 184 tra agenti e altro personale, ma per riempire i vuoti della pianta organica ne servirebbero altri sessanta. La carenza d’organico li costringe a saltare riposi e ferie. E non solo. Spesso, infatti, un solo agente è costretto a coprire vari servizi e questo, naturalmente, comporta molti rischi, anche se, nonostante il numero ridotto, i poliziotti sono sempre riusciti a fronteggiare ogni tipo di situazione.
Un esempio per tutti: nel 2005 a Castrogno furono registrati trenta tentativi di suicidio tra i detenuti (uno dei numeri più alti in Abruzzo), tutti sventati proprio dagli agenti. La carenza di personale è un problema che i sindacati, di tutte le sigle, denunciano ormai da anni ma chi fino ad iggi non sembra aver trovato soluzione. Nei giorni scorsi la struttura è stata visitata dal parlamentare teramano Augusto Di Stanislao dell’Italia dei Valori, capogruppo in commissione difesa. L’altro ieri, dopo la richiesta di Di Stanislao, il ministero dell’Interno ha inviato degli ispettori in carcere. «Sono soddisfatto che ci sia stata questa ispezione», scrive Di Stanislao in una nota, «i problemi da me sollevati hanno un forte fondamento tanto che il ministero dell’Interno ha inviato ispettori nel carcere per tutte le opportune verifiche, ma non mi fermerò qui e continuerò a monitorare la situazione, promuovendo iniziative sia in Parlamento che sul territorio a sostegno degli operatori penitenziari e del rapporto con i detenuti».