Centro del dolore chiuso: smentita la Asl
Il primario dichiara: abbiamo indicato medici e strutture alternative. I pazienti: è falso, nessuno ci ha informati
TERAMO. La chiusura del centro antidolore all’ospedale di Teramo è diventato il caso-simbolo dei disagi subiti dai malati per la carenza di personale, soprattutto in estate. Il centro è stato chiuso dal 6 al 26 agosto e questo ha scatenato le proteste di alcuni pazienti che non possono più sottoporsi a terapie antalgiche, tanto che alcuni per lenire le sofferenze si sono dovuti rivolgere ad altri centri, nelle Marche o in Emilia Romagna.
La Asl. Alla denuncia dei pazienti sul Centro risponde la Asl, sostenendo che i servizi «sono attivi anche in questi giorni di ferie». In sostanza, spiegano i responsabili dell’ambulatorio, Claudio Di Bartolomeo e Roberto Berrettoni nel servizio di anestesia dell'ospedale ci sono medici «che rispondono tempestivamente a richieste di terapia in pazienti ricoverati. Per quanto riguarda i malati neoplastici non ospedalizzati, essi sono normalmente seguiti dal servizio Adi (assistenza domiciliare integrata) e in caso di necessità viene richiesta la consulenza dell'algologo che prontamente interviene anche in questo periodo. Per urgenze dei non assistiti tramite Adi, è stata data disposizione al Cup di circonvallazione Ragusa di interpellare subito lo specialista che è in pronta disponibilità. Infine (e comunque), per una maggiore tutela del paziente critico, ad ogni paziente è stato lasciato il recapito telefonico dell'algologo a cui può rivolgersi direttamente per eventuali necessità o dubbi.Non c'è dunque interruzione nell'erogazione delle prestazioni relative alla terapia del dolore».
I pazienti smentiscono categoricamente quanto asserito dalla Asl: «A noi non è stato comunicato alcun numero telefonico per le urgenze, nè detto che potevamo rivolgerci a qualcuno in ospedale. D’altronde non c’è nemmeno un avviso in tal senso sulla porta, accanto alla scritta “Chiuso dal 6 al 26”. Se ci fossero state alternative perchè ci saremmo rivolti al Centro? Non siamo noi che diciamo il falso, abbiamo già malattie gravi con cui fare i conti».
Il tribunale del malato. Il presidente di Cittadinanzattiva Abruzzo e del Tribunale per i diritti del malato di Teramo, Vincenzo Di Benedetto ritienene la chiusura «inopportuna e gravemente lesiva dei diritti del malato, specie nel momento in cui il dolore incide negativamente sulla qualità della sua vita e la sofferenza lo rende ancora più fragile. La sospensione per 20 giorni dell'operatività del centro antidolore appare non solo in contrasto con i riferimenti di legge ma anche in palese contraddizione con i principi a cui fanno si richiamano le più importanti associazioni nazionali e internazionali : l'Aisd , l'Efic e la Fondazione Paolo Procacci». Il Tdm fa notare «una contraddizione fra pensiero, parola e azione»: questi principi sono descritti nella letteratura sull’argomento «dall'attuale direttore generale della Asl, Giustino Varrassi, anestesista tra i massimi dirigenti delle citate associazioni per lo studio del dolore». Da qui la richiesta della immediata riapertura del centro e di provvedimenti che impediscano il ripetersi di simili situazioni. Il Tdm fa notare, infatti che la chiusura stride con il fatto che «già nell'atto aziendale Asl Teramo in vigore dal 2009, all'art.7 capitolo Ospedale senza dolore, l'azienda recepisce e fa propri gli 8 punti della Carta dei diritti sul dolore inutile, il quinto dei quali recita "...ciascun individuo ha diritto a vedersi alleviate le proprie sofferenze con continuità ed assiduità in tutte le fasi della malattia"».
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