la polemica
Colledara, le Iene al prosciuttificio. Il titolare: ora li denuncio
L’imprenditore Potenza rompe il silenzio dopo il servizio su Italia Uno. «Basta calunnie e accuse di ras decaduti, pronto a licenziare tutti e a chiudere»
COLLEDARA. Il caso del prosciuttificio di Colledara anima l’ultima puntata de Le Iene, andata in onda il 2 aprile. Si tratta del servizio girato il 4 marzo quando la iena Dino Giarrusso, dopo aver fatto delle toccanti interviste ad alcuni ex lavoratori della “Crudi d’Italia” rimasti senza occupazione, è entrato nello stabilimento ora preso in affitto dalla Potenza srl per intervistare il titolare, Sandro Potenza. Il quale, come si è visto poi nel servizio andato in onda giovedì, si è sostanzialmente rifiutato di rispondere alla raffica di domande.
Oggetto del contendere i licenziamenti avvenuti con la “Crudi d’Italia”che non si sono tramutati in riassunzioni con il nuovo imprenditore. Il quale però sostiene che non c’è stata continuità fra le due aziende, in quando lui non produce tutto il prosciutto ma a Colledara fa solo il dissosso. Non solo: in un’intervista ci sarebbe un lavoratore della Potenza che sostiene di ricevere il pagamento degli straordinari in nero. Pronta la reazione di Potenza che, tramite l’avvocato Tommaso Navarra ha già presentato denuncia per violazione di domicilio e invasione di edificio contro le iene che si sono finte ispettori della Provincia per entrare nello stabilimento. E sta per depositare la querela per diffamazione.
Ma non basta. Potenza è pronto ad andarsene. «Noi abbiamo fatto un investimento», dichiara l’imprenditore, «credendo nelle potenzialità del sito; se la politica locale con i suoi piccoli ras decaduti, perchè di questo si tratta, ritiene opportuno attaccarci ogni giorno diffamandoci sul piano personale e professionale, sappia che siamo pronti a togliere il disturbo, a chiudere lo stabilimento, a licenziare tutti. La sera, quando esco stanco dallo stabilimento insieme ai miei operai, lontano dalla mia famiglia, con i mille problemi che può avere oggi un'azienda, mi chiedo seriamente: ne vale la pena? Se a questo si aggiunge il frastuono delle calunnie, allora chiudiamo e non se ne parli più». Sulle accuse Potenza replica duramente: «Se ci sono errori si ricorra nelle sedi opportune; ci si confronti nelle sedi deputate senza alcun preventivo e gratuito “sputtanamento” di tutto e di tutti, scusi il termine.Parliamoci chiaramente: l'unico errore che ho fatto è di non aver assunto i nominativi che la politica locale ed i sindacati mi volevano imporre. Non si può fare azienda sotto ricatto». Potenza dà anche qualche dato della realtà produttiva di Colledara. «L'azienda Potenza srl vanta il primato di esportazione, nel territorio abruzzese e nel suo ramo di attività, verso gli Stati Uniti e verso altri importanti mercati mondiali come il Giappone. L'intera produttività è affidata a personale con elevata esperienza ed interviene su impianti ad alta efficienza e precisione completamente automatizzati».
E ricorda che a febbraio l’attività è ripartita con 20 unità e ora ci sono 36 dipendenti. Potenza rivendica l’orgoglio di essere imprenditore e annuncia che non starà più zitto, ricordando che ha dato mandato al suo legale di tutelarlo nelle sedi opportune. E segnala subito il primo grosso disagio: «Lo stabilimento è raggiungibile da tre strade ma solo una è praticabile, peraltro a fatica per i mezzi pesanti: la Sp 491 è chiusa ai mezzi pesanti, la Sp 40, costruita proprio dai vecchi amministratori appena 10 anni fa è completamente crollata». (a.f.)