Cologna, coppia salvata dall'avvelenamento di Belladonna
L'ha scambiata per insalata e l'ha mangiata a cena: spasmi, difficoltà di respirazione, febbre alta. Ricovero a Giulianova, consultato il Centro antiveleni di Pavia
COLOGNA. Una coppia di Cologna spiaggia è stata salvata in ospedale dall'avvelenamento da pianta Atropa belladonna. La coppia se l'è vista davvero brutta con spasmi, difficoltà di respirazione, febbre alta. Ma oggi dopo dieci giorni può raccontare la sua disavventura cominciata con quella che sembrava essere una comune insalata.
I fatti risalgono alla settimana scorsa quando lui e lei accusano uno stato di allucinazione e di tachicardia dopo cena. Lei aveva portato a tavola foglie di Atropa di belladonna, pianta allucinogena usata nella cosmesi, ma velenosa se ingerita dall'uomo al punto da poterne provocare la morte, credendo che fossero foglie di insalata. L'aveva colta in campagna e nulla faceva presagire quello che è poi successo di lì a poco. I due sono rimasti intossicati dall'erba che avevano mangiato per cena e si sono rivolti all'ospedale di Giulianova. Qui i medici hanno fatto la diagnosi e individuato la causa. Quindi hanno contattato il Centro antiveleni di Pavia applicando un protocollo che si usa per questi casi. Dopo due giorni di ricovero la coppia è stata dimessa.
Ma che cos'è la pianta Atropa belladonna? Cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino a 1400 metri. Predilige i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete.
Si legge su Wilkipedia: "le foglie sono semplici, picciolate, di forma ovale-lanceolata, alternate nella zona superiore a foglie più piccole; come il fusto, sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili dello sgradevole odore emanato dalla pianta. Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità forme di delirio, sete, vomito, seguite, nei casi più gravi, da convulsioni e morte".