Condannati per tentata concussione
Un anno e quattro mesi agli ex politici Ds D'Amario e Camplese
ATRI. L'ex assessore comunale di Atri Luigi D'Amario e l'ex segretario comunale degli allora Ds Gianfranco Camplese sono stati condannati per tentata concussione. La sentenza di primo grado è stata emessa nella tarda serata di ieri dai giudici del tribunale di Teramo.
Il collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo) ha ritenuto valido l'impianto accusatorio messo in piedi dalla procura e, dopo una camera di consiglio durata circa un'ora, ha condannato i due ad un anno e quattro mesi, all'interdizione dai pubblici uffici per la stessa durata della condanna e al risarcimento della parte civile. Il pubblico ministero Laura Colica aveva chiesto due anni ed otto mesi. La vicenda è quella di una palazzina con garage interrati sul belvedere di viale Vomano, nel centro storico di Atri, che nel 2005 sollevò tante polemiche nell'allora coalizione di maggioranza del Comune.
Secondo l'accusa della procura l'ex assessore comunale ai lavori pubblici Luigi D'Amario e Gianfranco Camplese, allora segretario comunale dei Ds, avrebbero chiesto ad un costruttore due appartamenti gratis in cambio della variante al piano particolareggiato del centro storico per la realizzazione della stessa palazzina. Questo, ha sempre sostenuto l'accusa, dopo che in precedenza il consiglio aveva dato un primo ok di massima al progetto edilizio. Va detto che nel 2008 i giudici del Tribunale regionale amministrativo dell'Aquila hanno annullato la delibera del consiglio comunale di Atri che revocava il precedente accordo tra la società di costruzione di Fontanelle e il Comune per la realizzazione della palazzina in questione.
Nella lunga udienza di ieri (iniziata alle 16 e finita alle 22.15 con la lettura della sentenza le cui motivazioni saranno note tra sessanta giorni) i due imputati hanno reso dichiarazioni spontanee ai giudici, respingendo tutte le accuse e sostenendo di non aver mai fatto le richieste per cui sono finiti alla sbarra. I due imputati erano difesi dagli avvocati Gennaro Lettieri e Francesco Vecchioni, mentre Giuseppe Prosperi, il costruttore che si è costituito parte civile, era rappresentato dall'avvocato Guglielmo Marconi. E' probabile che i difensori dei due facciano ricorso in appello. (d.p.)
Il collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo) ha ritenuto valido l'impianto accusatorio messo in piedi dalla procura e, dopo una camera di consiglio durata circa un'ora, ha condannato i due ad un anno e quattro mesi, all'interdizione dai pubblici uffici per la stessa durata della condanna e al risarcimento della parte civile. Il pubblico ministero Laura Colica aveva chiesto due anni ed otto mesi. La vicenda è quella di una palazzina con garage interrati sul belvedere di viale Vomano, nel centro storico di Atri, che nel 2005 sollevò tante polemiche nell'allora coalizione di maggioranza del Comune.
Secondo l'accusa della procura l'ex assessore comunale ai lavori pubblici Luigi D'Amario e Gianfranco Camplese, allora segretario comunale dei Ds, avrebbero chiesto ad un costruttore due appartamenti gratis in cambio della variante al piano particolareggiato del centro storico per la realizzazione della stessa palazzina. Questo, ha sempre sostenuto l'accusa, dopo che in precedenza il consiglio aveva dato un primo ok di massima al progetto edilizio. Va detto che nel 2008 i giudici del Tribunale regionale amministrativo dell'Aquila hanno annullato la delibera del consiglio comunale di Atri che revocava il precedente accordo tra la società di costruzione di Fontanelle e il Comune per la realizzazione della palazzina in questione.
Nella lunga udienza di ieri (iniziata alle 16 e finita alle 22.15 con la lettura della sentenza le cui motivazioni saranno note tra sessanta giorni) i due imputati hanno reso dichiarazioni spontanee ai giudici, respingendo tutte le accuse e sostenendo di non aver mai fatto le richieste per cui sono finiti alla sbarra. I due imputati erano difesi dagli avvocati Gennaro Lettieri e Francesco Vecchioni, mentre Giuseppe Prosperi, il costruttore che si è costituito parte civile, era rappresentato dall'avvocato Guglielmo Marconi. E' probabile che i difensori dei due facciano ricorso in appello. (d.p.)
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