Crisi alla Gieffe, 60 operai senza stipendio da sei mesi

Sant’Egidio, l’azienda chiede il concordato preventivo e non dà risposte I sindacati: «Le istituzioni sono assenti e le famiglie non riescono a tirare avanti»

SANT’EGIDIO. Vantare sei stipendi arretrati ed avere difficoltà a pagare persino le bollette. E’ la difficile situazione dei lavoratori della Gieffe Moda di Sant’Egidio, azienda del gruppo Montefiore, specializzato in abbigliamento per bambini.

I sindacati ovviamente criticano l’azienda, che non dà risposte di alcun tipo, ma anche le istituzioni. Che, a sentire Cgil e Uil, rispondono con un’estrema lentezza quando vengono chiamate in causa.

Una situazione peggiorata dal fatto che i sindacati hanno scoperto che l’azienda ha presentato una richiesta di concordato preventivo in tribunale e che quindi anche un eventuale pagamento degli arretrati è congelato.

«La Gieffe arriva da due anni in cui i pagamenti avvenivano con acconti, fino ad arrivare alle attuali sei mensilità arretrate più la tredicesima. Abbiamo fatto sei incontri in Provincia e negli ultimi due l’azienda non si è presentata», spiega Emanuela Loretone della Filctem Cgil, «continua ad essere reticente al confronto. Non solo: nell’ultimo incontro in Provincia ci disse che erano stati corrisposti i salari, ma appena uscimmo verificammo e non era vero. Era l’8 novembre, chiedemmo alla Provincia un nuovo incontro e lo riconvocò quasi un mese dopo, il 6 dicembre. L’impresa non si presentò, venne riconvocata l’11 dicembre e anche qui non si presentò. Proprio l’11 abbiamo chiesto l’intervento del prefetto, chiedendogli un tavolo con l’azienda che si sottrae agli incontri. Il prefetto ha scritto alla Provincia per chiedere chiarimenti due mesi dopo, il 12 febbraio, e solo dopo pressanti richieste. La Provincia ha risposto il 13, dicendo che convocherà a breve un incontro, stiamo aspettando. La situazione per i lavoratori è insostenibile dal punto di vista economico e anche dal punto di vista psicologico, perchè non si sa quale sarà il loro futuro. Il fatto che il prefetto ancora non riceva lavoratori con 6 mensilità arretrate lascia con l’amaro in bocca». Emidio Angelini della Uiltec parla della richiesta di concordato preventivo, per cui l’azienda ha due mesi per presentare un piano di rientro: i termini sono scaduti il 5 febbraio e ha chiesto un mese di proroga. «E’ stata scorretta perchè non ha informato i lavoratori di un fatto determinante: vengono congelate le azioni individuali e il versamento degli arretrati. La situazione è difficile anche per 11 lavoratori andati in mobilità: l’azienda si era impegnata a rateizzare il Tfr, ma non ha pagato. L’azienda presenta con ritardo all’Inps anche i moduli per il pagamento del contratto di solidarietà e della Cig ai lavoratori rimasti, tanto che l’ultimo pagamento è avvenuto il 20 dicembre. La tensione fra i lavoratori è altissima, le istituzioni non ci sono vicine e ne discuteremo presto in un’assemblea».

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