Crisi, cassa integrazione record
A Teramo la Cigs sfiora i tre milioni di ore, è in media dieci volte superiore rispetto al resto d’Abruzzo
TERAMO. In un solo mese la cassa integrazione straordinaria è più che raddoppiata, in provincia di Teramo, arrivando a sfiorare i tre milioni di ore. I dati dell’Inps relativi al mese di maggio, illustrati ieri dal segretario della Cgil, Giampaolo Di Odoardo, fanno accapponare la pelle. Se ad aprile la Cigs era a un milione 240mila ore circa, a maggio le ore sono diventate più di 2 milioni 998mila ore. Una cifra che non ha eguali in Abruzzo.
«In un solo mese la cassa integrazione straordinaria, cioè l’anticamera della chiusura per un’azienda - quella praticamente irreversibile, a differenza della cassa integrazione ordinaria (Cigo) - è più che raddoppiata», fa notare il sindacalista, «e purtroppo non parliamo di centinaia di migliaia, come accade per le altre province abruzzesi, ma di milioni. E sono dati Inps, non sono dati della Cgil brutta, sporca e cattiva. Quasi tre milioni di cassa integrazione straordinaria è una cifra paurosa per una provincia che vive, per il 37%, di industria. Per Teramo l’industria è la vita, oltre al turismo». Di Odoardo riflette sul fatto che nel Teramano non ci sono grandi aziende, tali che una influenza - con una sua eventuale crisi - il dato della Cigs: «la verità è che stanno chiudendo una miriade di piccole aziende, che sono il tessuto produttivo della nostra provincia. Le imprese hanno deciso: “non ce la facciamo più, tiriamo i remi in barca”».
Il segretario della Cgil rimarca che «Teramo è un caso particolare, nella generalità della crisi. Le province non sono uguali. Non si possono destinare fondi in maniera uguale a tutto l’Abruzzo, ma si devono tenere presenti quelli che stanno di gran lunga peggio: siamo in emergenza. Negli ultimi tre anni abbiamo perso 8.300 posti di lavoro, se si considerano questi sanno presto 10mila. E non ci stancheremo mai di far notare che questo significa povertà per tante persone e che questo ha anche un altro effetto: chi perse il lavoro perde anche il ruolo sociale». E fa notare che fino a qualche anno fa la provincia di Teramo era paragonata a quelle del Nord-Est: ora abbiamo una Cigs 10 volte superiore a quella del Nord-Est».
Di Odoardo chiama in causa la politica e le «intima - prima facevamo gli appelli e chiedevamo, ora non c’è più tempo - di velocizzare i tempi lentissimi perchè la provincia di Teramo è allo stremo». E cita come esempio negativo il mese che è stato necessario per chiedere un incontro congiunto Regione Marche-Abruzzo al governo per tramutare il protocollo d’intesa Vibrata-Tronto, firmato nel 2008 in un accordo di programma (che poi va finanziato sia dalle Regioni che dal governo). «E intanto in un mese le imprese chiudono», osserva.
Una strigliata anche al governo. Il sindacalista cita l’accordo per far produrre ad Airola, nel Beneventano,il telaio in carbonio dell’Alfa Romeo 4C, raggiunto con l’intermediazione del governo. C’è stato un accordo fra due aziende, la Lmc che fa capo ad Enzo Ferrante e la Adler Plastic di Paolo Scuderi. Le due aziende faranno un investimento di 15 milioni per creare la Tta che produrrà il telaio in fibra di carbonio. «Ci sono state fior di trattative al ministero per l’Atr, possibile che nessuno sapeva che a Colonnella esiste una fabbrica che produce fibra di carbonio, le ha già realizzato il telaio per l’Alfa 8C?».
La Cgil dunque reclama una maggiore attenzione delle istituzioni «per una provincia che non è la più grande nè la più popolosa e per questo sfugge alle statistiche, ma che è la più colpita dalla crisi: per la prima volta anche il terziario è colpito, chiudono negozi e imprese di servizi. Nell’industria, poi, i settori sono tutti in rosso, il peggiore è il tessile-abbigliamento. Si salva solo l’alimentare».
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