D’Alberto: «Il ministero copra i costi dell’emergenza Delfico» 

Il sindaco: «Noi e la Provincia stiamo sostenendo spese importanti, da soli rischiamo di non farcela E in settimana si devono avviare le verifiche tecniche sull’immobile per arrivare al dissequestro»

TERAMO. “Numquam desistere adversis”, ovvero: mai arrendersi alle avversità. I liceali del Delfico, invitati ieri dal Teramo calcio allo stadio Bonolis per la partita con l’Ancona, in tribuna hanno sfoggiato una t-shirt con questo motto latino e un’immagine dell’edificio che è stato la loro scuola fino al 3 ottobre. Quel giorno è stato eseguito il sequestro dello storico immobile, deciso dal tribunale perché, in sintesi, i documenti a disposizione non ne attestano la stabilità e la sicurezza sismica. Ed è cominciata un’emergenza la cui portata per la città diventa sempre più grande ogni giorno che passa. La settimana che comincia oggi vedrà, da mercoledì, la ripresa delle lezioni per gli alunni di primaria e media del convitto Delfico in due scuole – De Jacobis e San Berardo – fornite dal Comune (ieri è cominciato il trasloco di banchi e sedie), e la sistemazione dei 52 convittori e dei loro educatori nell’hotel Gran Sasso, prevista oggi pomeriggio. Serviranno altri giorni per sistemare le superiori: in parte al Pascal-Forti, in parte all’ex Consorzio agrario.
Intanto la Provincia lavora sul fronte giudiziario per ottenere la revisione del provvedimento di sequestro, l’obiettivo dichiarato un po’ da tutti in città a partire dal sindaco Gianguido D’Alberto, che ieri ha detto: «Questa dev'essere la settimana in cui avviare il processo di verifica dello stato dell'edificio finalizzato a creare i presupposti per arrivare al dissequestro. Sistemati i ragazzi per garantire la continuità didattica, ma si tratta fatalmente di soluzioni d’emergenza, le energie di tutti devono essere concentrate sul rientro al Delfico. L'alternativa al Delfico è più che mai il Delfico, è vitale il rientro nella struttura anche per l'impatto economico della chiusura, qui stiamo evacuando una comunità complessiva di 1.500 persone intorno a cui gravita un sistema sociale ed economico, è una città nella città. Non sto affatto dicendo che il sequestro è stato ingiustificato, anzi. Il provvedimento della magistratura va preso sul serio e quindi bisogna misurarsi con esso: le carenze che hanno portato al sequestro sono documentali e per questo bisogna cercare di superarle con le verifiche tecniche. Va rimosso ogni dubbio sulla condizione di insicurezza della struttura».
D’Alberto tiene poi a sottolineare un altro aspetto della questione Delfico: «Dev'esserci il riconoscimento istituzionale e normativo dell'emergenza, come ho già detto in prefettura e ho ribadito di persona al senatore Bagnai, perché altrimenti rischiamo di non farcela. Oggi noi e la Provincia dobbiamo affrontare una serie di attività che hanno un costo importante: intanto sono in corso quelle di trasloco e allestimento delle sedi provvisorie. Lasciamo fuori per ora i moduli o le scuole jolly, che saranno comunque utili nel processo di ricostruzione. Poi ci sono i 52 convittori: tenerli in albergo costa 90mila euro al mese. Noi possiamo compartecipare e anticipare dei soldi per un tempo limitato, ma dev'esserci la collaborazione di tutti per coprire spese che non possono certo essere scaricate su famiglie e alunni. E poi ci sono i servizi da rimodulare per le sedi provvisorie, il trasporto e la mensa. Il ministero dell'Istruzione è il primo soggetto competente, dunque deve essere parte integrante della gestione dell'emergenza e garantire in primis la copertura finanziaria dell'emergenza. Quella è una scuola statale, dove peraltro i vari ministri sono venuti più volte. Mi auguro», conclude il sindaco, «che ufficio scolastico regionale sia interessato e faccia da filtro».
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