Delitto di Sant'Omero, il killer si è ucciso strangolandosi sotto il letto
Enrico Di Luca, 69 anni di Martinsicuro, si è suicidato utilizzando due fascette auto stringenti. Era ricercato per l'omicidio di Ester Pasqualoni. Il capo della polizia Gabrielli: "Non possiamo arrestare tutti gli stalker"
Il vicino di casa: era educato e gentile. «Ci salutavamo e poco altro, ma era una persona educata e gentile che rispondeva sempre ai saluti»: così Antonio Piscitelli, pensionato, parla di Enrico Di Luca, il 69enne presunto omicida della dottoressa Pasqualoni. Lo conosceva, anche se solo di vista. «Sapevo che fino a qualche tempo fa viveva in questa casa con il figlio che poi si è trasferito in Francia. Non potevo minimamente pensare - ha detto - che potesse accadere quello che ho saputo». L'uomo ha raccontato di aver visto ieri sera, davanti all'abitazione del 69enne, i carabinieri: «Ho pensato che ci fosse qualche problema con le prostitute che la sera sono lungo la strada, ma mi hanno detto che erano di passaggio per normali controlli. Questa mattina poi ho saputo quello che è accaduto».
Gabrielli: non possiamo arrestare tutti gli stalker. «Per noi questa vicenda è sicuramente una grande sconfitta». Così il capo della Polizia Franco Gabrielli ha parlato dell'omicidio della dottoressa accoltellata davanti all'ospedale di Sant'Omero, in provincia di Teramo, da uno stalker che la vittima aveva denunciato e che l'ha perseguitata per anni. Gabrielli, a margine del convegno "La vittima al centro" che si è tenuto oggi alla Scuola Superiore di Polizia, ha aggiunto che vicende come queste: «sono un imperativo e una sollecitazione a tenerle sempre e comunque nel debito conto» perché «le vittime devono essere i soggetti primari della nostra attività, soprattutto nei reati di genere». Il prefetto ha ricordato che «oggi ci sono strumenti come l'ammonimento, l'allontanamento, che prima non c'erano» ma che «in alcune situazioni, come quella nel teramano, non sono stati sufficienti». «Purtroppo - ha aggiunto Gabrielli - questo può accadere. Questi comportamenti hanno una gamma di modalità di che può portare anche a situazioni tragiche, ma non è che possiamo incarcerare tutti gli stalker». Il prefetto Gabrielli ha comunque sottolineato l'importanza della denuncia: «l'unico strumento perché le forze di polizia, la magistratura siano in grado di poter adeguatamente intervenire». Ed infine ha esortato alla prevenzione «soprattutto di natura culturale». «Io credo che ancora un passo significativo su questo versante debba essere fatto». «Fino a che ancora molti maschi considerano le donne come oggetto, come proprietà - ha concluso - questo inevitabilmente dà luogo a queste situazioni. Quindi la repressione è importante, l'attenzione alla vittima è fondamentale ma anche il contesto sociale, che a volte è molto subdolo e molto pervasivo, e anche dove si immagina che a parole i diritti delle donne siano riconosciuti, nei comportamenti questo non lo è».
Conobbe il suo carnefice nel 2005. Ester Pasqualoni, la dottoressa di 53 anni uccisa nel parcheggio dell'ospedale Sant'Omero dove lavorava, e il suo presunto omicida, Enrico Di Luca, di 69 anni, trovato suicida questa mattina a Villa Rosa di Martinsicuro, si conoscevano dal 2005. La conoscenza avvenne attraverso il padre dell'uomo, malato di tumore e curato nel day hospital di Sant'Omero. Nell'esposto presentato dalla donna, dicendo di temere per la propria incolumità, nel gennaio del 2014, la dottoressa parlava di una «relazione di amicizia» con l'uomo, che andava avanti da circa dieci anni. Si era sempre «comportato bene», sino alla fine del 2013, quando la dottoressa aveva cominciato a ricevere messaggi insistenti. In alcune occasioni lo aveva trovato sotto casa e nei luoghi da lei frequentati. Nell'esposto non si parla di aggressioni o minacce, ma di attenzioni insistenti e continue. La dottoressa aveva anche indicato dei testimoni, subito ascoltati dalla Polizia.
A Roseto lutto cittadino. Lutto cittadino per i funerali di Ester Pasqualoni, l'oncologa uccisa ieri a Martinsicuro: a proclamarlo il sindaco di Roseto, città dove Ester viveva, Sabatino Di Girolamo, che in una nota sottolinea come l'omicidio abbia scosso profondamente la città. «È una morte assurda che colpisce profondamente tutta la nostra comunità» - dichiara il primo cittadino - Ho già predisposto il decreto per il lutto cittadino in occasione dei funerali che, ad oggi, non sono stati ancora decisi ma che presumibilmente ci saranno sabato 24. Il mio personale pensiero e quello di tutta la città, in questo momento, è rivolto ai familiari e in particolare ai due figli minorenni». Il sindaco sottolinea come non conoscesse personalmente la dottoressa, ma come tutti ne parlassero come di una persona «adorabile e una professionista di altissimo livello, amata da tutti i pazienti e rispettata da tutti i colleghi dell'ospedale di Sant'Omero». Sul fatto che la donna si fosse già rivolta alle forze dell'ordine il primo cittadino osserva come «sconcerta che nel 2017 si possa morire in questo modo ed è un ulteriore dramma la sua richiesta di aiuto caduta nel vuoto. Dobbiamo lavorare ancora molto, per fare in modo che fatti del genere debbano essere solo un triste ricordo e un monito continuo del rispetto della vita altrui, in particolare delle donne».