Delitto Fadani, 10 anni a Elvis Assolti gli altri due rom
La sentenza per l'omicidio di Emanuele Fadani, ucciso con un pugno al termine di una lite: dieci anni ad Elvis Levakovic (foto), 23 anni, per omicidio perterintenzionale. Assolti gli altri due rom tra le proteste
TERAMO. Dieci anni ad Elvis per omicidio preterintenzionale, assolti gli altri due rom. Si chiude così il processo per l'omicidio del commerciante di Alba, Emanuele Fadani, ucciso con un pugno al termine di una lite fuori da un locale. Alla lettura del verdetto la famiglia della vittima ha cominciato a protestare.
La procura di Teramo aveva chiesto trent'anni, il massimo della pena con il rito abbreviato, per ognuno dei tre giovani rom accusati di omicidio volontario aggravato. La difesa, questa mattina, aveva replicato e chiesto la derubricazione in omicidio preterintenziole per Elvis Levakovic, di 22 anni, e l'assoluzione per il cugino Danilo Levakovic, di 22anni, e per il terzo imputato Sante Spinelli, di 33. Elvis qualche settimana dopo l'arresto confessò di aver sferrato lui il pugno poi rivelatosi mortale.
Oggi davanti al gup Giovanni de Rensis c'è stata la replica delle parti, dopo che nell'udienza di dieci giorni fa c'è stata la requisitoria del pm Roberta D'Avolio e le arringhe dei difensori. La procura, questa mattina, era rappresentata non solo dal sostituto ma anche dal procuratore capo Gabriele Ferretti. E il pubblico ministero, nel corso della controreplica, ha riparlato non di un solo pugno (uno quello mortale accertato dall'autopsia), ma di più pugni e calci che avrebbero raggiunto l'imprenditore mentre era già a terra. Una ricostruzione, quest'ultima, aspramente contestata dai difensori che hanno sollevato un'eccezione chiedendo che, proprio alla luce della ricostruzione fatta in aula, ci fosse una modifica del capo d'imputazione.
Emanuele Fadani, 38 anni, venne ucciso la sera del 10 novembre 2009 davanti a un pub di Alba Adriatica, colpito da un pugno sferratogli da uno dei rom, con i quali aveva avuto un litigio all'uscita di un locale. Il caso scatenò una vera e propria sommossa popolare contro la comunità rom della cittadina costiera. Per due giorni ci furono cortei e manifestazioni di protesta davanti alle abitazioni dei nomadi, proprio nel cuore di Alba Adriatica.
Fadani, secondo quanto emerso nell'inchiesta, sarebbe stato preso a pugni dopo essere intervenuto per difendere l'amico a sua volta colpito da Danilo. A colpire l'imprenditore albense sarebbe stato, per sua stessa ammissione, il solo Elvis. E un solo pugno alla testa, secondo l'autopsia, sarebbe stato fatale alla vittima. I familiari di Fadani si sono costituiti parte civile, così come Graziano Guercioni, l'amico che quella sera si trovava con lui davanti al locale di Alba.
La procura di Teramo aveva chiesto trent'anni, il massimo della pena con il rito abbreviato, per ognuno dei tre giovani rom accusati di omicidio volontario aggravato. La difesa, questa mattina, aveva replicato e chiesto la derubricazione in omicidio preterintenziole per Elvis Levakovic, di 22 anni, e l'assoluzione per il cugino Danilo Levakovic, di 22anni, e per il terzo imputato Sante Spinelli, di 33. Elvis qualche settimana dopo l'arresto confessò di aver sferrato lui il pugno poi rivelatosi mortale.
Oggi davanti al gup Giovanni de Rensis c'è stata la replica delle parti, dopo che nell'udienza di dieci giorni fa c'è stata la requisitoria del pm Roberta D'Avolio e le arringhe dei difensori. La procura, questa mattina, era rappresentata non solo dal sostituto ma anche dal procuratore capo Gabriele Ferretti. E il pubblico ministero, nel corso della controreplica, ha riparlato non di un solo pugno (uno quello mortale accertato dall'autopsia), ma di più pugni e calci che avrebbero raggiunto l'imprenditore mentre era già a terra. Una ricostruzione, quest'ultima, aspramente contestata dai difensori che hanno sollevato un'eccezione chiedendo che, proprio alla luce della ricostruzione fatta in aula, ci fosse una modifica del capo d'imputazione.
Emanuele Fadani, 38 anni, venne ucciso la sera del 10 novembre 2009 davanti a un pub di Alba Adriatica, colpito da un pugno sferratogli da uno dei rom, con i quali aveva avuto un litigio all'uscita di un locale. Il caso scatenò una vera e propria sommossa popolare contro la comunità rom della cittadina costiera. Per due giorni ci furono cortei e manifestazioni di protesta davanti alle abitazioni dei nomadi, proprio nel cuore di Alba Adriatica.
Fadani, secondo quanto emerso nell'inchiesta, sarebbe stato preso a pugni dopo essere intervenuto per difendere l'amico a sua volta colpito da Danilo. A colpire l'imprenditore albense sarebbe stato, per sua stessa ammissione, il solo Elvis. E un solo pugno alla testa, secondo l'autopsia, sarebbe stato fatale alla vittima. I familiari di Fadani si sono costituiti parte civile, così come Graziano Guercioni, l'amico che quella sera si trovava con lui davanti al locale di Alba.
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