Delitto Fadani, i rom restano liberi Il Riesame respinge il ricorso del pm
Rigettato il ricorso presentato dalla procura contro l'ordinanza con cui il gip un mese fa ha scarcerato Elvis e Danilo Levakovic
TERAMO. Delitto Fadani: il tribunale del Riesame rigetta il ricorso presentato dalla procura contro l'ordinanza con cui il gip Marina Tommolini un mese fa aveva ordinato la scarcerazione di Elvis e Danilo Levakovic, i giovani cugini rom di Alba Adriatica arrestati nel novembre scorso per l'omicidio dell'imprenditore 38enne Emanuele Fadani. La procura, il ricorso era firmato dal procuratore Gabriele Ferretti e dal sostituto procuratore titolare del caso Roberta D'Avolio, aveva chiesto di rimettere in carcere i due rom, ma per il Riesame possono restare liberi. Le motivazioni del provvedimento si conosceranno solo nelle prossime ore.
Nella sua ordinanza il gip, che a marzo aveva già scarcerato Sante Spinelli, il terzo rom coinvolto nella vicenda, parla di omicidio preterintenzionale. Per la procura, invece, è stato un omicidio volontario aggravato da futili motivi. Secondo il gip, però, gli atti dell'accusa evidenziano come un solo pugno alla testa, tirato da Elvis, abbia ucciso Fadani nel corso di un alterco occasionale nato in conseguenza di un altro pugno, tirato da Danilo Levakovic a un amico della vittima. Dunque, sostiene, il gip, è impossibile parlare di omicidio volontario. La procura, invece, ritiene che quel pugno era così violento da creare da solo l'elemento psicologico del reato più grave.
Nella sua ordinanza il gip, che a marzo aveva già scarcerato Sante Spinelli, il terzo rom coinvolto nella vicenda, parla di omicidio preterintenzionale. Per la procura, invece, è stato un omicidio volontario aggravato da futili motivi. Secondo il gip, però, gli atti dell'accusa evidenziano come un solo pugno alla testa, tirato da Elvis, abbia ucciso Fadani nel corso di un alterco occasionale nato in conseguenza di un altro pugno, tirato da Danilo Levakovic a un amico della vittima. Dunque, sostiene, il gip, è impossibile parlare di omicidio volontario. La procura, invece, ritiene che quel pugno era così violento da creare da solo l'elemento psicologico del reato più grave.
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