Delitto Rea, in aula le requisitorie. I pm chiedono l'ergastolo
Salvatore Parolisi è arrivato poco fa al Tribunale di Teramo dove oggi inizieranno le requisitorie del processo con rito abbreviato per l’omicidio di Melania Rea, la 29enne campana uccisa il 18 aprile 2010 nel bosco di Ripe di Civitella con 35 coltellate. Oggi sarà il turno della pubblica accusa a cui seguirà la parte civile
TERAMO. Salvatore Parolisi oggi in Tribunale a Teramo per le requisitorie del processo con rito abbreviato per l’omicidio di Melania Rea, la 29enne campana uccisa il 18 aprile 2010 nel bosco di Ripe di Civitella con 35 coltellate.
I pubblici ministeri Greta Aloisi e Davide Rosati hanno iniziato la requisitoria che si concluderà con la richiesta dell’ergastolo. Poi è stato il turno della parte civile, rapparesentata dall'avvocato Mauro Gionni, che ha chiesto un maxi risarcimento danni da 2 milioni e mezzo di euro in favore della figlia di Melania e Salvatore.
«Dalle requisitorie non mi aspetto molto di più di quello che già so: la famiglia Rea la verità la conosce e si è fatta le sue convinzioni», ha commentato Gennaro Rea, papà di Melania, poco prima di entrare nell’aula del Tribunale. Papà Rea è arrivato a Teramo con lo zio di Melania, Gennaro, e con il figlio Michele. «Quello che conta è che nostra figlia non c’è più, io mi aspetto solo che la giustizia faccia il suo corso, ma le mie convinzioni non me le tocca nessuno. Quindi, viva la giustizia, viva la magistratura, viva l’ Italia», ha concluso.
I pubblici ministeri spiegheranno in aula perché secondo la Procura di Teramo Salvatore Parolisi, caporale maggiore dell’esercito di 34 anni, va condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea, uccisa a 29 anni con 35 coltellate, il 18 aprile del 2011, nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella. I pm potrebbero anche chiedere l’ergastolo.
E’ vero che si tratta di un processo con il rito abbreviato, nel quale l’imputato gode in partenza dello sconto di un terzo sull’eventuale pena, ma a Parolisi vengono contestate tre aggravanti (l’uccisione di un congiunto, la crudeltà e i futili motivi) e, per di più, risponde dell’accusa di vilipendio di cadavere per le lesioni che avrebbe inflitto post mortem al corpo della moglie con l’intento di depistare le indagini. Lo sconto previsto dal rito abbreviato, dunque, potrebbe anche tradursi in un ergastolo senza isolamento diurno se il giudice Marina Tommolini valutasse Parolisi colpevole di un delitto che, in un processo con il rito ordinario, gli comporterebbe il carcere a vita con isolamento.