Detenuto aggredito in cella

Ferito da un altro recluso, un agente si sporca di sangue

TERAMO. Aggredisce il compagno di cella con una macchinetta per il caffè, accanendosi sul viso. Gli agenti di polizia penitenziaria intervengono e vengono a contatto con il sangue del detenuto. Per cui si devono sottoporre a una serie di analisi, sperando di un aver contratto alcuna malattia. E' accaduto ieri in carcere, e non è tutto.

Poco dopo le 7, ieri, un detenuto della sezione "protetti" chiede a gran voce di essere spostato perchè ha avuto un litigio con il compagno di cella. Gli agenti fanno appena in tempo ad avvicinarsi alle sbarre e a cercare di mettere pace, quando il compagno di cella si scaglia contro chi aveva chiesto aiuto. E si accanisce sul suo volto con una macchinetta del caffè. A quel punto agli agenti di polizia penitenziaria intervengono per salvare l'aggredito, che oramai è ridotto a una maschera di sangue. Il ferito, S.M., viene trasportato in ospedale dove gli diagnosticano una frattura delle ossa nasali e un ematoma a un'orbita.

L'aggressione ha avuto uno strascico: un agente si è sporcato con il sangue del ferito. Da qui la presa di posizione della Fns Cisl. "Al personale non vegnono forniti guanti, nè mascherine, nè occhiali per evitare il contatto con il sangue", spiega Paolo Chiarini, segretario della Fns Cisl, "e fatti del genere non sono rari. La fornitura l'abbiamo chiesta più volte, senza esito. Questo si traduce in un rischio in più". L'agente dovrà ripetere l'esame del sangue nei prossimi mesi per verificare se non è stato contagiato.

Gli agenti non sanno chi ha malattie contagiose, dall'Aids all'epatite. "Noi non veniamo tutelati, non abbiamo un'attrezzatura idonea a portata di mano", incalza Chiarini, "d'altronde non possiamo non intervenire. Il personale svolge sempre ore di lavoro in più, fa sacrifici, ma a fine anno quando si fa la classifica sui comportamenti, le valutazioni vengono pure abbassate. Quest'anno è accaduto al 90% del personale. Pare che non si tenga conto conto di quanto succede: basta vedere solo quanti aspiranti suicidi sono stati salvati, più di una quindicina in un anno".

Ma la situazione ora potrebbe diventare esplosiva. La carenza di personale, è un dato ormai assodato, è grave al carcere di Teramo. Che però è stato scelto per una sperimentazione dal ministero, che dovrebbe partire a giorni, e che prevede che vengano aperte le porte delle celle. "Per raggiungere il livello massimo di sicurezza dovremmo essere 270 agenti", spiega il sindacalista, "siamo a malapena 178, visto che in questa cifra consideriamo ispettori e commissari, che hanno funzioni direttive, e che sono la metà. Per fortuna l'aggressione non è avvenuta di notte: ci sono solo 7 agenti per controllare quattro sezioni di 100 detenuti per piano. Di fronte a questa situazione nessuno si muove per colmare almeno parte delle carenze. E non vogliamo pensare a che cosa accadrà con le nuove disposizioni del ministero: Teramo sarà un carcere con "sorveglianza dinamica": i detenuti andranno in giro da soli nella sezione, con le porte delle celle aperte. Facile prevedere litigi e risse. Ora in media siamo due agenti per piano e non sappiamo come gestiremo la situazione". (a.f.)

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