Diabete, l’allarme è nei paesi montani
I dati shock di uno studio della Asl. Scontro Chiodi-Petrella sulla mancata fornitura di preservativi al consultorio
TERAMO. Il diabete è una malattia altamente invalidante che ormai si connota come una vera e propria epidemia, visto che colpisce quasi il 7% della popolazione. Dati che in Abruzzo, e in alcune aree della provincia di Teramo, sono ancora più alti.Per questo è di particolare pregio l’iniziativa della Asl che, in anticipo persino sulla legge nazionale ha da tempo avviato uno studio epidemiologico sull’incidenza del diabete in provincia, creando un sistema di sorveglianza epidemiologica.
A presentare i risultati dello studio ieri c’erano, oltre al direttore generale della Asl, Giustino Varrassi, alla responsabile dell’unità di epidemiologia e marketing sociale della Asl, Emma Altobelli e ai responsabili dei quattro centri di diabetologia e a quelli delle associazioni di diabetici, anche il governatore Gianni Chiodi. «Stiamo cercando di migliorare le prospettive di assistenza e cura per una patologia che ha una forte incidenza. In Abruzzo abbiamo un tasso alto: il 7,4% superiore alla media nazionale», ha esordito Chiodi, facendo notare come il ministero della Salute abbia predisposto un piano strategico nazionale su diabete che fra l’altro prevede il miglioramento degli studi epidemiologici e l’istituzione di registri di patologia. «E su queste linee la Asl si è già mossa in modo encomiabile», commenta il governatore. A margine Chiodi parlando più in generale di sanità ha parlato dell’importanza della realizzazione degli hospice (strutture in cui accogliere i malati terminali) e Varrassi ha confermato che la struttura teramana potrà essere inaugurata a maggio.
Tornando al diabete la professoressa Altobelli ha spiegato che i centri a più alta prevalenza di diabete sono quelli montani, ad eccezione di Fano Adriano per le donne e di Castel Castagna per gli uomini. La prevalenza per i paesi dell’interno è riscontrata anche per il diabete di tipi 1 (una forma più rara, su base ereditaria). Scendendo più a valle alta prevalenza di diabete, anche se a livelli minori, ci sono Campli, Torricella, Cellino e Canzano. Analizzando le classi di età si nota che all’aumentare dell’età aumenta anche la malattia, anche se nelle donne l’incremento è meno spiccato.
La professoressa sottolinea peraltro che i dati so no riferiti ai casi “conclamati”, in quanto molti malati di diabete in realtà non ne hanno coscienza.
Da qui il progetto - presentato all’agenzia sanitaria regionale - di promuovere «uno screening fra la popolazione di una fascia di età superiore a 50 anni», spiega Varrassi, «sarebbe un’azione meritoria che ci porterebbe a scoprire in maniera molto precoce la malattia. E questo ci permetterebbe di curarla meglio e di prevenire tutta una serie di “effetti collaterali”, che vanno dal cancor alla cecità». Intanto è possibile una campagna di sensibilizzazione attraverso i centri di diabetologia e le associazioni. Mentre saranno sottoposti a breve questionari ai malati per valutare le patologie associate.
A margine della conferenza stampa il governatore ha voluto replicare al ginecologo del consultorio Roberto Petrella che ha confermato la denuncia dei pazienti: mancano i profilattici da inserire sulla sonda del nuovo ecografo e per questo sono bloccate le ecografie transvaginali. Petrella ha anche affermato che ha chiesto 4 volte alla Asl, invano, i preservativi. «Il consultorio ha fatto un’unica richiesta, il 3 aprile», ha dichiarato Chiodi, «e gli uffici sono pronti a effettuare la consegna». E ha sottolineato come un allarme per così pochi giorni dalla richiesta sia strumentale. C’è dunque una discrasia fra il numero di richieste.
Intanto sull’argomento interviene Berardo Rabbuffo, consigliere regionale di Fli: «Si sta facendo troppo clamore su questa storia, si registrano interventi che andrebbero fatti su ben altri argomenti e altre gravi situazioni. Il problema non esiste: è stato fornito l’ecografo a Petrella e al consultorio in quanto è uno strumento basilare per le diagnosi. Finalmente è stato acquistato: non facciamo polemiche, compriamo i “gommini” sterili monouso. Mi sento indignato per il sistema della burocrazia italiana: comprano una macchina che costa decine di migliaia di euro e poi manca lo strumento basilare per farlo funzionare. Sono state fatte quattro richieste di profilattici. Le polemiche sono inutili e ci rimette solo la Asl in termini di immagine: si comprino e basta».
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