Goffredo Del Rosso e l'équipe che si occupa di dialisi peritoneale video-assistita

TERAMO / SANITA'

Dialisi a casa in collegamento video 

Avviato il nuovo servizio, fra i primi in Italia. Migliora la qualità della vita del malato di reni, niente più spola con l’ospedale

TERAMO. La dialisi adesso al Mazzini si può fare a casa in collegamento video con il reparto. E' stato avviato questa settimana il nuovo servizio di dialisi peritoneale domiciliare video-assistita, tra i primi in Italia e primo programma avviato da Milano in giù.
È una metodica che, sfruttando la telematica, permette di soddisfare le esigenze del paziente con insufficienza renale cronica evitandogli continui accessi in ospedale. «La dialisi peritoneale è un'alternativa altrettanto efficace rispetto alla più diffusa emodialisi», spiega Goffredo Del Rosso, direttore dell’unità operativa complessa aziendale di nefrologia e dialisi, «la differenza sostanziale sta nel fatto che i pazienti che scelgono la dialisi peritoneale vi si sottopongono a casa propria, dopo un'adeguata formazione, mentre l'emodialisi è una procedura che richiede continui accessi in ospedale. Il nostro programma aziendale di dialisi peritoneale ha trattato nel 2018 58 pazienti con una penetranza del 27%, tra le più alte a livello nazionale se rapportata al numero di pazienti e di abitanti. Spesso, però proprio il fatto di non venire in ospedale rende insicuri i pazienti che scelgono quindi l’emodialisi. La nuova metodica potrebbe permettere di ovviare proprio a questo inconveniente e di incrementare le terapie domiciliari».

Uno dei totem forniti ai pazienti a domicilio

In sostanza al paziente a casa sarà fornito un “totem” che lo tiene in contatto video e audio con l’equipe del reparto. Il paziente collegherà a un catetere precedentemente impiantato nella cavità peritoneale una sacca piana di un liquido che depurerà l’organismo. La procedura, che dura una ventina di minuti, si svolge in collegamento telematico con il reparto dell'ospedale di Teramo, dove il personale segue in diretta quanto accade e può intervenire in caso di necessità. Certo, per potenziare il nuovo servizio è necessario aumentare l’organico medico e infermieristico.
I vantaggi sono molti e vanno da una maggiore personalizzazione della terapia a un miglioramento della qualità della prestazione perché erogata a domicilio, fino al superamento delle difficoltà legate agli spostamenti fino all’ospedale. Meno disagi per il dializzato, dunque, che ha una migliore qualità della vita. E un risparmio per la Asl: un totem costa 7mila euro (la Asl ne ha acquistati due) e una dialisi peritoneale 30mila euro all’anno. Invece il trasporto in ospedale per un paziente in dialisi tradizionale costa seimila euro all’anno e il trattamento nel rene d’acciaio 50mila.
«L’insufficienza renale cronica è in aumento ovunque», sottolinea Del Rosso, «soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione e al miglioramento delle cure per le malattie cronico-degenerative (diabete e malattie cardiovascolari). In Abruzzo ci sono poco meno di 220 nuovi ingressi ogni anno e circa mille pazienti totali in trattamento dialitico: solo il 16% esegue il trattamento al domicilio. Il nostro obiettivo, in accordo con i dettami del piano nazionale della cronicità, è proprio aumentare le cure a domicilio, cercando di migliorare la riabilitazione e quindi offrire una qualità di vita migliore rispetto all’ospedalizzazione della terapia».
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