Donna uccisa e poi fatta a pezzi Chiesto il processo per Bisceglia
La procura di Teramo ha chiesto il processo per Romano Bisceglia. Lo accusa di omicidio premeditato, occultamento e vilipendio di cadavere, induzione alla prostizione e spaccio di droga
TERAMO. L'ha uccisa e poi fatta a pezzi con un coltello perché lei voleva cambiare vita. La procura di Teramo ha chiesto il processo per Romano Bisceglia. Lo accusa di omicidio premeditato, occultamento e vilipendio di cadavere, induzione alla prostizione e spaccio di droga. La vittima, la teramana Adele Mazza, venne ritrovata in una scarparta di via Franchi a Pasqua dello scorso anno.
Uccisa come un agnello: il suo corpo era stato sezionato dall'assassino e rinchiuso in tre buste per l'immondizia. Il movente del più efferato dei delitti teramani sarebbe quel «voglio cambiare vita» che Adele aveva detto a troppe persane. E che per Bisceglia - che resta un presunto colpevole - significava perdere i guadagni per lo spaccio e la prostituzione.
L'imputato continua a dichiararsi innocente, lo ha anche scritto in una lettera inviata mesi fa al Centro. Ma tra gli indizi chiave indicati dalla procura ci sono le compatibilità con il dna della vittima trovate su alcune macchie di sangue. Tra queste ce n'era una sulla scarpa di Bisceglia che si aggiunge alle macchie compatibili (sempre secondo la procura) con il dna dell'uomo trovate sul nastro adesivo usato per chiudere uno dei sacchi con i resti della povera Adele.
Manca l'arma del delitto: è un coltello di cui Bisceglia, conclude la procura, si sarebbe poi disfatto buttandolo chissà dove.
Uccisa come un agnello: il suo corpo era stato sezionato dall'assassino e rinchiuso in tre buste per l'immondizia. Il movente del più efferato dei delitti teramani sarebbe quel «voglio cambiare vita» che Adele aveva detto a troppe persane. E che per Bisceglia - che resta un presunto colpevole - significava perdere i guadagni per lo spaccio e la prostituzione.
L'imputato continua a dichiararsi innocente, lo ha anche scritto in una lettera inviata mesi fa al Centro. Ma tra gli indizi chiave indicati dalla procura ci sono le compatibilità con il dna della vittima trovate su alcune macchie di sangue. Tra queste ce n'era una sulla scarpa di Bisceglia che si aggiunge alle macchie compatibili (sempre secondo la procura) con il dna dell'uomo trovate sul nastro adesivo usato per chiudere uno dei sacchi con i resti della povera Adele.
Manca l'arma del delitto: è un coltello di cui Bisceglia, conclude la procura, si sarebbe poi disfatto buttandolo chissà dove.
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